Capolavori d’Aspromonte: un progetto per divulgare un patrimonio d’arte ignoto al pubblico

Antonello Freri, Madonna della Visitazione, XVI sec., Montebello Jonico (RC)

Dal Rinascimento al Barocco sono oltre 170 le sculture che popolano le chiese del territorio aspromontano. Lanciata l’idea di una guida che ne promuova la conoscenza e la fruizione

di Redazione FdS

La Calabria prosegue nel suo percorso di “riappropriazione” di un patrimonio culturale ricco di opere d’arte straordinarie ma sconosciute ai più. Opere spesso di alto livello qualitativo, di autori noti e meno noti, talora relegate in sedi poco o per nulla accessibili, vittime di una vera e propria rimozione dalla coscienza collettiva, con l’effetto perverso di indurre molti a credere che questa terra non fosse stata neppure sfiorata dalle grandi correnti dell’arte italiana ed europea. Un oblìo immeritato, frutto di indifferenza e di insipienza da parte di chi, nel corso dei decenni, avrebbe dovuto prendersi cura di questi beni comuni dando risalto al loro valore artistico, religioso e identitario. Questo, in poche parole, ciò che è accaduto; ora si cerca di correre ai ripari, ma il terreno da recuperare è ancora tanto e lo sforzo delle istituzioni non è ancora adeguatamente proporzionato all’entità del lavoro che c’è da fare, sia sul piano materiale (restauri, riallestimenti espositivi, fruibilità, ecc.) sia su quello più strettamente culturale (attività didattiche, divulgazione, promozione). In questo scenario, ancora così precario, ogni nuova iniziativa non può quindi che essere salutata positivamente. La più recente ha avuto luogo lo scorso 28 aprile con un incontro tenutosi presso il Museo diocesano di Reggio Calabria, in occasione del quale è stato presentato il progetto “Capolavori d’Aspromonte: sculture in marmo dal Rinascimento al Barocco” promosso dalla Fondazione Antonino Scopelliti, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e il Museo diocesano di Reggio Calabria, il Museo Gerhard Rohlfs di Bova, Il Giardino di Morgana – Archeotrekking ed escursioni e l’Associazione Territorium Italia.
 

Antonello Gagini, Incredulità di S. Tommaso, 1531, Chiesa di S. M. Assunta, Gerace (RC)

L’iniziativa mira ad allarga l’orizzonte di quella riscoperta della grande arte nell’area aspromontana promossa nel 2020 dal Parco Nazionale dell’Aspromonte, sia estendendola a località esterne al perimetro del Parco sia ampliando fino al Barocco la cronologia presa in considerazione. L’area di azione rimane dunque la montagna più a Sud dell’Appennino meridionale, con i suoi tesori nascosti e poco noti anche agli stessi calabresi. Destinatari del progetto – che ha puntato a coinvolgere guide turistiche, storici dell’arte, associazioni e fondazioni che si occupano del patrimonio culturale – sono il viaggiatore, il semplice turista, le comunità locali. Protagoniste oltre 170 sculture in marmo di Carrara, realizzate tra la fine del Quattrocento e il XVIII secolo, in quasi tutti i centri abitati che circondano l’Aspromonte. Opere spesso di eccezionale bellezza, sopravvissute a terremoti e alluvioni, ma anche a spoliazioni e furti; veri e propri cimeli che testimoniano non solo la grande devozione religiosa dei calabresi, ma anche tre secoli di storia dell’arte sconosciuta al grande pubblico. Parliamo di un patrimonio culturale segnato da figure artistiche di livello straordinario: da Benedetto da Maiano ad Antonello Gagini, da Giovanni Angelo Montorsoli a Marino Montanini, e poi ancora Rinaldo Bonanno, Pietro Bernini, solo per citare alcuni dei nomi illustri che hanno lavorato per committenze calabresi.
 

Antonello Gagini, Madonna dell’Alica, XVI sec., Pietrapennata di Palizzi (RC)

“Ma c’è di più – spiega Pasquale Faenza, storico dell’arte nonché ideatore del progetto -, l’Aspromonte è una cassaforte di tesori che da decenni attira l’attenzione di studiosi di tutto il mondo. E questo perché già a partire dagli inizi del Cinquecento hanno operato in Calabria botteghe di scultori toscani, lombardi, siciliani e partenopei, capaci di forgiare linguaggi artistici del tutto particolari, risultato delle influenze derivanti dai continui contatti con gli artisti operosi lungo le vie del Marmo che dalle Alpi Apuane toccavano Pisa, Genova e Napoli per giungere a Messina, unica e vera grande città della Calabria per tutta la prima metà del Settecento. Degli imprenditori del mercato dell’arte, alla stregua del Bregno a Roma o dei Malvito a Napoli. Troviamo inoltre prestigiose committenze, come i Correale di Terranova, gli Spinelli di Seminara, i Della Valle, e poi ancora prelati locali, ricchi mercanti stranieri e soprattutto confraternite, diffusissime in tutto il territorio a partire dalla seconda metà del Cinquecento.” 
 

Giuseppe Bottone, Madonna della Candelora, XVI sec., Pentedattilo (RC)

Un patrimonio che attende dunque di essere valorizzato, fruito, messo in rete nei circuiti turistici che negli ultimi anni stanno toccando sempre di più la Calabria, meta prescelta per il suo essere una terra ancora autentica e genuina. Non a caso già nel 2017 un report realizzato dall’Organizzazione mondiale del turismo prevedeva che i servizi turistici legati al mondo della cultura avrebbero definito il nuovo scenario del turismo mondiale sempre più orientato ad un turismo culturale. Dalle città alle strade storiche, dagli eventi artistici alle esperienze di avvicinamento alle culture locali: a emergere è un inedito desiderio di autenticità, probabilmente generato da un rinnovato bisogno di creare connessioni personali in una società che vede gli individui sempre più connessi con il resto del mondo ma in realtà sempre più solitari. In tale direzione non c’è dubbio che l’Aspromonte abbia tutti i requisiti per essere meta di un turismo attento, etico, responsabile, culturale. Tuttavia, ad oggi la conoscenza del patrimonio culturale dell’Aspromonte è rimasta ad appannaggio dei soli studiosi.
 

Ignoto napoletano, San Giovanni Evangelista, Chiesa di San Giovanni, Motta San Giovanni (RC), prima metà del XVI secolo

Da tali premesse è nata quindi l’idea centrale del progetto “Capolavori d’Aspromonte. Sculture in marmo dal Rinascimento al Barocco” che è quella di redigere una guida turistica non senza prima ispezionare, visionare e percorrere i sentieri che portano a questi tesori dell’arte calabrese. Non è infatti un caso che il progetto sia nato in collaborazione col Museo Diocesano ‘Aurelio Sorrentino’ di Reggio Calabria e il Museo della Lingua Greco-Calabra ‘G. Rohlfs’, musei che si occupano di due aspetti importanti della cultura territoriale. Altri partner del progetto, come già accennato all’inizio, sono l’Associazione Territorium e l’Associazione Il Giardino di Morgana – Archeotrekking ed escursioni, grazie ai quali sono già state organizzate le prime visite guidate nelle località di Pentedattilo, Staiti e Bova. Fondamentale rimane il contributo dell’ufficio diocesano per i beni culturali dell’Arcidiocesi Reggio Calabria- Bova il cui direttore, don Domenico Rodà, durante l’incontro ha manifestato la piena disponibilità a rendere fruibili le chiese che ospitano le opere d’arte.
 

Fazio e Vincenzo Gagini, San Pietro, Seminara (RC), Santuario di S. Maria dei Poveri, gia nella chiesa di S. Spirito, 1569

L’idea è dunque quella di creare dei veri e propri itinerari culturali dell’arte in una terra finora nota soprattutto per il suo passato magno greco e bizantino. Grazie all’apporto di guide specializzate, ma anche storici dell’arte, associazioni e fondazioni impegnate nella valorizzazione dei beni culturali, il progetto Capolavori d’Aspromonte vuole potenziare la conoscenza della grande montagna calabrese, facendo scoprire una storia estremamente ricca di suggestioni. Alla riuscita del progetto concorre inoltre l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, responsabile dell’immagine e della cura della guida turistica, con la partecipazione attiva degli studenti.
 

Fazio e Vincenzo Gagini, San Paolo, Seminara (RC), Santuario di S. Maria dei Poveri, gia nella chiesa di S. Spirito, 1569

Per tutto il 2023 sono previste escursioni entusiasmanti, per visitatori di ogni età, in diversi centri del territorio della città metropolitana di Reggio Calabria, dove sarà possibile ammirare le più interessanti sculture marmoree realizzate tra il XV e il XVII secolo: opere d’arte firmate dai più grandi artisti del Rinascimento meridionale, ma anche da scultori poco conosciuti della stagione manierista e barocca. Le visite guidate saranno occasione per partecipare a un contest fotografico originale, che sarà pubblicato sulla pagina Facebook della Fondazione Antonino Scopelliti. Per parteciparvi basterà fotografare le opere scultoree oggetto degli incontri, che avranno appunto lo scopo di raccontare storie inedite, alla scoperta di antichissime iconografie. Le immagini vincenti sanno poi pubblicate nella guida finalizzata a diventare uno strumento utile alla fruizione dei Capolavori d’Aspromonte, fornendo tutte le informazioni necessarie per fare di un viaggio in Calabria una esperienza unica e irripetibile.

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