Lo splendido ariete bronzeo di Siracusa in mostra permanente al “Salinas” di Palermo

Ariete bronzeo, ca. III sec. a.C. , Museo Archeologico Regionale "A. Salinas", Palermo

Ariete bronzeo da Siracusa, III sec. a.C.- II sec. d.C., Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo | © Foto Archivio Museo Salinas

“L’ariete bronzeo di Siracusa, il migliore pezzo del museo di Palermo, (…) sembra contenere tutta l’animalità del mondo. La bestia, possente, è coricata, il corpo adagiato sulle zampe e la testa voltata a sinistra. Questa testa d’animale pare la testa di un dio, un dio bestiale, impuro, superbo. La fronte è larga e ricciuta, gli occhi distanti, il naso arcuato, lungo, forte e schiacciato, di una prodigiosa espressione brutale. Le corna, piegate all’indietro, ricadono, si avvolgono e si incurvano, portando le loro punte aguzze sotto le orecchie sottili somiglianti esse stesse a due corna. E lo sguardo dell’animale vi penetra, attonito, inquietante e duro. Si avverte la natura selvatica quando ci si avvicina a questo bronzo.”

Guy de Maupassant, La vie errante (1885)

di Alessandro Novoli

Sono potenti, plastiche, incisive, le parole con cui il grande scrittore francese Guy de Maupassant, nel suo voyage en Sicile,  descriveva a fine ‘800 uno dei meravigliosi lasciti della Sicilia magno-greca, l’ariete bronzeo di Siracusa. Parole che ancor oggi possono, con spirito poetico, guidare il visitatore nell’accostamento a questo splendido capolavoro custodito nel Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo, dove da pochi giorni è tornato in esposizione permanente.

Il grande ariete bronzeo ha alle sue spalle una storia lunga e complessa. Esso è l’unico elemento superstite di una coppia posta, secondo supposizioni, a decorazione della reggia del tiranno Agatocle (IV-III sec. a.C.) ma che ancora nel Quattrocento compariva ai lati del portale d’ingresso al Castello Maniace di Siracusa, edificato da Federico II di Svevia sull’isolotto di Ortigia. In realtà non è dato sapere con certezza se la coppia di bronzi, variamente datata tra il III sec. a.C. e il II sec.d.C., facesse parte del patrimonio archeologico di Siracusa o se l’imperatore svevo l’avesse recuperata in altro luogo destinandola in seguito alla sua nuova possente fortezza siciliana.

Lo storico siciliano Tommaso Fazello, vissuto nel XVI secolo, racconta che nel 1448 la coppia di bronzi fu donata dal re Alfonso d’Aragona, come premio per avere sedato una sommossa a Siracusa, a Giovanni Ventimiglia marchese di Geraci che li trasportò a Castelbuono, borgo alle porte di Palermo. Alla morte del nobile, suo figlio Antonio li pose a decorazione della tomba paterna, ma pochi anni dopo, il Viceré Gaspare de Spes, fece confiscare le due statue, e tutti gli altri beni, a Enrico, nipote di Giovanni, accusato di tradimento. Ne seguì il trasporto a Palermo nella sede dei Viceré, il Palazzo Chiaramonte (detto Steri), dove trovarono collocazione intorno al 1510-1511. Nel 1517, tuttavia, le sculture furono trasferite al Castello a Mare, individuato come nuova sede regia. Qualche decennio dopo, col trasferimento della sede regia al Palazzo Reale, i due arieti vi furono trasferiti e collocati in una delle sale più belle del Palazzo, per tal motivo denominata “Camera de los Carneros” o “Stanza delli Crasti”.

La coppia di arieti di Siracusa in una incisione di Jean-Pierre Houël, Voyage Pittoresque, 1777

La coppia di arieti di Siracusa in una incisione di Jean-Pierre Houël, Voyage Pittoresque, 1777

Nel 1735, al tempo di Carlo III di Borbone, le statue migrarono verso Napoli ma, nello stesso anno, le vivaci proteste dei Palermitani ne imposero il rientro a Palermo. Poste nella Galleria del Palazzo Reale vi furono ammirate dal poeta tedesco Wolfgang Goethe e dall’artista francese Jean-Pierre Houël, che le rappresentò in una splendida incisione del suo Voyage Pittoresque.

Ma il loro avventuroso destino non si era ancora compiuto. Come racconta lo storico siciliano Michele Amari, durante i moti insurrezionali del 1848 una delle due statue fu colpita e distrutta da una cannonata mentre la seconda rimase solo leggermente danneggiata e poco dopo donata al Regio Museo di Palermo dove, ancora oggi, si trova.

Sotto il profilo stilistico l’ariete si presenta come un’opera di straordinaria raffinatezza ed eleganza, caratterizzata da un marcato naturalismo. L’animale è raffigurato accovacciato con la zampa anteriore destra ripiegata su se stessa, mentre la sinistra è portata in avanti, quasi pronta per lo scatto. La testa è ruotata a sinistra, con la fronte e la porzione sottostante alle corna ricoperte da fitti riccioli, i grandi occhi spalancati, le narici dilatate e la bocca semiaperta. A ciocche lunghe e ondulate, il vello è finemente modellato e ricopre l’intero corpo dell’animale. Tutti elementi che delineano una altissima qualità artistica, soprattutto nella minuziosa resa dei dettagli anatomici e del vello, nonché per la superlativa capacità di rappresentare l’animale in una posa piena di tensione. L’analisi stilistica ha indotto a ipotizzarne una realizzazione all’interno di una bottega siracusana di grande livello artistico, riconducibile a seguaci del grande scultore greco Lisippo vissuto nel IV se. a.C., e una probabile destinazione al palazzo del locale tiranno. Più recentemente, tuttavia, dopo un approfondito intervento di restauro, è stata proposta una datazione più tarda, ad età romano-imperiale, compresa tra la fine del I e la fine del II sec. d.C., sulla base di alcuni dettagli tecnici ravvisabili nella realizzazione dell’opera.

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Ariete di Siracusa

Ariete bronzeo (part.), III sec. a.C.- II sec. d.C., Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo | © Foto Archivio Museo Salinas

Ariete di Siracusa

Ariete bronzeo, III sec. a.C.- II sec. d.C., Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo | © Foto Archivio Museo Salinas

Ariete di Siracusa

Ariete bronzeo, III sec. a.C.- II sec. d.C., Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo | © Foto Archivio Museo Salinas

Ariete di Siracusa

Ariete bronzeo (part.), III sec. a.C.- II sec. d.C., Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo | © Foto Archivio Museo Salinas

Ariete di Siracusa

Ariete bronzeo (part.), III sec. a.C.- II sec. d.C., Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo | © Foto Archivio Museo Salinas

Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, Palermo
Via Bara all’Olivella 24
Orari: mar-sab: ore 9.30-13.30; ore 14.30-17.30
Domenica: 9.30-13.30
lunedì: riposo settimanale
Info: tel. 091.611.6807
IL LUOGO

 
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