Il sito fenicio-punico di Monte Sirai, in Sardegna. Ultima scoperta: la tomba di una bambina del V secolo a.C.

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Sardegna - Uno scorcio del sito archeologico di Monte Sirai, Carbonia (Carbonia-Iglesias)

Sardegna – Uno scorcio del sito archeologico di Monte Sirai, Carbonia (Carbonia-Iglesias)

“…Le sue delicate ossa sian protette da non dura zolla, e tu,
terra, non esserle pesante: lei non lo fu per te.”

Marziale

di Marzio Luras

La morte di un bambino turba sempre, che avvenga oggi o che sia avvenuta 2500 anni fa, perchè racchiude il senso lacerante di una vita rimasta inespressa. E’ difficile pertanto, forse anche per un archeologo, sebbene abituato per mestiere ad avere dimestichezza con quanto è morto e sepolto da secoli o millenni, non emozionarsi di fronte ad un ritrovamento come quello avvenuto nei giorni scorsi nella necropoli della cittadella fenicio punica di Monte Sirai, a Carbonia, in Sardegna. L’équipe guidata dall’archeologo Michele Guirguis ha riportato infatti alla luce la tomba di una bambina vissuta in epoca punico-sarda, fra il V e il IV secolo avanti Cristo, e deceduta probabilmente all’età di un anno.

Suggestivo il corredo funerario ritrovato accanto allo scheletro. Come rivela Guiguis “il ritrovamento si riferisce a quella che è la fase di maggiore consolidamento della presenza cartaginese in quest’area della Sardegna. Si tratta di una sepoltura eccezionale riferibile ad una bambina che doveva essere davvero tenuta in alta considerazione presso la famiglia di riferimento, perchè come abbiamo potuto constatare è stata deposta con accanto una campanella di bronzo e altri elementi di bronzo, compreso un anello – elemento abbastanza insolito per un individuo infantile – oltre ad una collana con vaghi in pasta vitrea policroma e ben due braccialetti, di cui uno con vaghi di ambra e un altro con perline ed una conchiglia del tipo Ciprea”.

In questo stesso periodo, a Monte Sirai sono in corso campagne di scavo anche da parte di archeologi e architetti libanesi e tunisini che, in collaborazione con la Sovrintendenza e gli operai Ati Ifras, stanno partecipando al progetto internazionale Archeo Med Sites.

Monte Sirai fu edificata su un’altura dai Fenici di Tiro (provenienti da Sulci, l’odierna Sant’Antioco), e il suo nome secondo gli studiosi trova i propri referenti nell’assiro Ṣuru, nel fenicio Ṣr, nell’ebraico Ṣôr il cui significato è “roccia” o “scoglio”, etimo da cui deriverebbe anche il nome della città di Tiro. La storia di questo sito archeologico sardo è iniziata nell’autunno del 1962, quando un ragazzo di Carbonia ritrovò una figura femminile scolpita su una stele del tofet (la necropoli con le sepolture rituali infantili). A seguito di una serie di sopralluoghi, nell’agosto 1963 la soprintendenza locale e l’Istituto di Studi del Vicino Oriente dell’Università “La Sapienza” iniziarono gli scavi, che hanno portato ad uno studio abbastanza approfondito di tutto l’insediamento punico.

La città di Monte Sirai, sorta come abitato civile intorno al 740 a.C., svolge un ruolo di primo piano nella conoscenza della civiltà fenicia e punica poiché il centro abitato, integro nei suoi elementi fondamentali, non ha subito stratificazioni nelle epoche successive. Abbandonato intorno al 100 a.C. per motivi non ancora del tutto chiari, il luogo ha conservato al meglio la sua struttura. L’insediamento si compone di tre grandi settori, su cui si sono concentrate le attenzioni degli studiosi. A partire dall’abitato, che occupa la parte meridionale della collina, per arrivare al tofet, sul lato settentrionale, ossia il luogo sacro nel quale venivano sepolti con particolari riti i corpi bruciati dei bambini nati morti o defunti in tenera età, e infine alle due necropoli situate nella valle che separa l’abitato dal tofet. La prima è una necropoli fenicia a incinerazione, della quale restano visibili solo delle piccole fosse scavate nel piano di tufo, mentre l’altra è una necropoli punica a inumazione, costituita da tombe sotterranee, tutte aperte al pubblico. L’insediamento, situato lungo la via costiera, alla confluenza con la valle del Cixerri che conduce al Campidano, fu probabilmente fondato dai Fenici di Sulcis o forse da quelli di un insediamento anonimo presso l’attuale Portoscuso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Informazioni:
Indirizzo: località Sirai, Carbonia; telefono: 0781 62665
Gestione: Soc.Coop. Mediterranea e Sistema Museo
Orari: 10.00 – 19.00 (da aprile a settembre, dal martedì alla domenica), 10.00 – 17.00 (da ottobre a marzo, dal mercoledì alla domenica)
Biglietto: € 5,00 (intero); € 3,00 (ridotto); € 8,00 (cumulativo intero); € 5,00 (cumulativo ridotto); supplemento visita guidata € 1,00. Il biglietto cumulativo comprende la visita al Parco Archeologico di Monte Sirai e al Museo Archeologico Villa Sulcis.
Sito internet: www.comune.carbonia.ca.it
e-mail: villasulcis@libero.it – mstorica@tiscalinet.it
Esiste un servizio di visite guidate.
L’area archeologica è dotata di strutture ricettive e ampio parcheggio.
A Carbonia è possibile visitare anche il Museo Civico Archeologico “Villa Sulcis” e il Museo Civico di Paleontologia e Speleologia “E.A. Martell”

IL LUOGO

 
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