Il siciliano Giuseppe Amato è il miglior pasticcere del mondo

Il pastry chef Giuseppe Amato - Image source: profilo Facebook

Il pastry chef Giuseppe Amato – Image source: profilo Facebook

di Redazione FdS

“Meilleur Patissier 2021”, ovvero miglior pasticcere del mondo per l’anno in corso, e se lo dicono i francesi, da secoli maestri di alta pasticceria, c’è da crederci: è il titolo appena conquistato a Parigi da Giuseppe Amato, pastry chef di origine siciliana, scelto fra 188 partecipanti provenienti da 23 nazioni. Il riconoscimento, conferito per la prima volta a un italiano dall’associazione francese Les Grandes Tables du Monde che riunisce 172 ristoranti di 26 Paesi di tutto il mondo, fa seguito a quello di miglior pastry chef dell’anno assegnato a Giuseppe nel 2020 dal Gambero Rosso. Come dire, un successo dietro l’altro, tappe importanti di un percorso cominciato per passione ad appena 9 anni in un ristorante del piccolo comune di Gaggi, in provincia di Messina, a pochi chilometri da Taormina, e approdato nella Capitale al ristorante La Pergola del Rome Cavalieri Waldorf Astoria, 3 stelle Michelin, dove Giuseppe Amato riveste il ruolo di capo pasticcere. Qui, da 17 anni, affianca lo chef tedesco Heinz Beck al quale ha voluto riservare un grande ringraziamento per aver creduto in lui fin dall’inizio: “Sono emozionatissimo – ha detto Amato durante la premiazione a Parigi – ma vorrei dire solo una parola che tocca tutti: grazie. Grazie specialmente al mio chef Heinz Beck che ha creduto in me fin dal primo momento e che continua a farlo da diciassette anni, ai collaboratori tutti che lavorano al mio fianco e, non per ultimo, a mia moglie Manuela e ai miei figli Salvatore e Ginevra i quali mi sostengono e a causa del mio lavoro non mi vedono mai”. Non è mancato un pensiero rivolto alla Sicilia, ”fonte di ispirazione” e ai genitori che lo hanno sempre sostenuto con fiducia a dispetto di ogni difficoltà incontrata in un percorso professionale che richiede “spirito di sacrificio, dedizione, costanza e tanta, tanta umiltà”.
 

Giuseppe Amato premiato da David Sinapian, presidente dell'associazione Les Grandes Tables du Monde - Ph. Jean-Charles Caslot

Giuseppe Amato premiato da David Sinapian, presidente dell’associazione Les Grandes Tables du Monde – Ph. Jean-Charles Caslot

Quarant’anni, secondo di tre figli (ha una sorella maggiore e un fratello minore), Giuseppe Amato ha iniziato a cimentarsi con la gastronomia in quarta elementare quando chiese al padre di un suo compagno di classe di poterlo aiutare nel tempo libero nel suo ristorante di Gaggi. Ha iniziato come factotum – dal lavaggio dei bicchieri al servizio ai tavoli – finché, dopo aver assistito alla preparazione del gelato, gli scattò la passione per i dolci. Decidere di frequentare la scuola alberghiera e i corsi di formazione professionale dell’Istituto “San Pancrazio” di Giardini Naxos, sotto la guida dello chef Roberto Bombara, è stata per Giuseppe una scelta naturale. La difficoltà però di trovare lavoro in Sicilia a un’età ancora giovanissima lo portò a misurarsi con una gavetta alquanto impegnativa e con un mal riuscito tentativo di lasciare l’isola. Dopo l’assunzione in un autogrill e grazie all’incontro incoraggiante con lo chef Salvatore Turrisi, non abbandonò il sogno di fare il pasticcere, sogno che cominciò a prendere corpo quando scopri che in provincia di Roma cercavano proprio un pasticcere. Approdò così a La Posta Vecchia di Palo Laziale che, sotto la guida di Michelino Gioia, fu il punto di partenza di un nuovo percorso che lo avrebbe portato a Londra da Alain Ducasse e poi ad Alicante dal celebre pasticciere Paco Torreblanca. Al 2004 risale infine l’incontro con Heinz Beck, al ristorante La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri dove rischiò di non essere neppure ricevuto se non fosse stato per lo stesso chef che, apprezzata l’umiltà e la determinazione del ragazzo, decise di ascoltarlo e di proporgli uno stage di un anno, proposta che Giuseppe colse al volo e che gli valse, l’anno dopo, la nomina a capo pasticcere.

Da diversi anni Giuseppe Amato vive a Cerveteri con la moglie e due figli e da quando lavora a Roma diversi sono stati i traguardi raggiunti: nel 2016, insieme ad altri dieci pasticcieri dell’alta ristorazione, ha dato vita a Pass121, collettivo di cucina dolce italiana che ha lo scopo di far conoscere il ruolo dei pasticceri da ristorazione, mentre dal 2017 è entrato far parte dell’AMPI, la prestigiosa Accademia dei Maestri Pasticcieri Italiani. Nel 2018 ha conseguito il premio “Domori L’Espresso – I ristoranti d’Italia” conferito a La Pergola quale migliore pasticceria dell’anno. Nel 2019 è stata la volta del premio Miglior Pasticciere d’Italia nel concorso “Santa Rosa pastry cup”, mentre dal 2020 figura tra i “Migliori pastry chef” nella guida del Gambero Rosso. A fine 2020 ha pubblicato il suo primo libro “La pasticceria da ristorazione contemporanea”, scritto in collaborazione con Lucilla Cremonini ed edito da Chiriotti. È anche direttore  della scuola professionale romana di cucina “A tavola con lo chef” e della MAG (Master Academy Antonino Galvagno) di Palermo.

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