Alla Reggia di Caserta torna al suo splendore la Grotta di Eolo, angolo nascosto del Parco Reale

di Kasia Burney Gargiulo

Fruscìo di sete e damaschi, passi concitati e sguardi furtivi, mani tremanti che si sfiorano mentre il sole gioca con le ombre del portico e fa brillare le gocce d’acqua della scrociante cascata sui ciuffi di capelvenere che ingentiliscono la ruvida roccia della grotta. A ispirare questa immaginaria scena amorosa è uno dei luoghi più nascosti eppure centrali del Parco della settecentesca Reggia di Caserta, il palazzo reale più grande del mondo, dal 1997 sito UNESCO. Si tratta della Grotta di Eolo, il cunicolo che, modellato nel tipico rocaille in uso nei giardini sei-settecenteschi a ricreare ambienti rocciosi naturali dalle forme bizzarre, si cela dietro gli archi della grandiosa e scenografica fontana a emiciclo, con cascata centrale a velo, intitolata al Re dei Venti. Questa fontana è solo uno degli elementi che compongono l’armonico alternarsi di fontane, bacini d’acqua, boschetti, prati e cascatelle del grande e bellissimo parco reale di 123 ettari che, vero museo a cielo aperto, integra le meraviglie architettoniche e artistiche della Reggia. Un parco che – nato nel 1753  per mano di Luigi Vanvitelli con definizione dell’area, messa a dimora delle prime piante e costruzione dell’Acquedotto Carolino, che dalle pendici del Monte Taburno porta l’acqua fino alle fontane – fu terminato dal figlio Carlo, facendone un’opera di straordinario valore architettonico, paesaggistico e naturalistico.
 

Scorcio della Fontana di Eolo, Reggia di Caserta, XVIII sec. - Image source

Scorcio della Fontana di Eolo, Reggia di Caserta, XVIII sec. – Image sourceccby-sa2.0

Alla Grotta di Eolo si accede attraverso un cancello dalle forme essenziali che nulla lascia presagire degli affascinanti spazi in cui introduce; un ingresso che dopo decenni di abbandono è tornato a riaprirsi in occasione di lavori di pulizia e ripristino degli ambienti che preludono a una prossima fruibilità da parte del pubblico. Rimossa la grande massa di rovi e erbe infestanti, la grotta è tornata a mostrarsi in tutta la sua suggestione oltre a rivelare un piccolo tesoro di pezzi scultorei, probabilmente là depositato negli anni ’70, costituito da 300 pezzi tra frammenti di arti, capitelli, foglie d’acanto, fregi e stemmi, appartenuti a gruppi scultorei del Parco Reale e in parte recuperati anche nella macchia boschiva e nei depositi.
 

Uno scorcio della Grotta di Eolo, all'interno dell'omonima fontana - Image by Reggia di Caserta

Uno scorcio della Grotta di Eolo, all’interno dell’omonima fontana, XVIII secolo, Reggia di Caserta – Image by Reggia di Caserta

Fotografati e catalogati, saranno riposizionati, ove possibile, nella loro collocazione originaria. A tal proposito la direzione della Reggia ha ideato un’iniziativa che punta a coinvolgere il pubblico di tutte le età: le immagini dei singoli pezzi saranno pubblicate sui canali social della palazzo reale e i visitatori saranno invitati a perlustrare il parco e le statue per ritrovare il “proprietario” del pezzo mancante; una sorta di puzzle vivente che muovendo dalla realtà virtuale di internet coinvolgerà anche dal vivo i visitatori della Reggia di Caserta.
 

Frammenti di statue ritrovati nella Grotta di Eolo - Image by Reggia di Caserta

Frammenti di statue ritrovati nella Grotta di Eolo – Image by Reggia di Caserta

I lavori in corso – che proseguono quelli interrotti a causa della pandemia e che hanno interessato cortili, tetti, scalone reale, pavimenti degli appartamenti storici, peschiera e serre del Giardino Inglese – prevedono un radicale restauro della Fontana di Eolo che la riporterà al suo originario splendore.
 

Frammenti di cornici e decorazioni ritrovate nella Grotta di Eolo - Image by Reggia di Caserta

Frammenti di cornici e decorazioni ritrovati nella Grotta di Eolo – Image by Reggia di Caserta

FONTANA DI EOLO: LA SPLENDIDA INCOMPIUTA

Parte del progetto più generale di scenografica decorazione del Parco Reale pensato dal grande architetto Luigi Vanvitelli, la Fontana di Eolo è rimasta incompiuta. Nel Parco hanno infatti trovato collocazione solo ventotto sculture, mentre dell’originario impianto con 54 statue resta il modello in legno esposto nelle sale della Reggia. Dedicata al dio Eolo che, sotto l’impulso di Giunone, scatenò la furia dei venti contro Enea e i Troiani per tenerli lontani dall’Italia, la fontana avrebbe dovuto ospitare in posizione centrale un grande gruppo scultoreo con appunto Giunone, regina degli dei, e Eolo, re dei venti, su un carro trainato da pavoni.
 

Fontana di Eolo: scorcio con cascata - Image source

Fontana di Eolo: scorcio con cascata – Image source

Proprio questo grande gruppo scultoreo – a detta di Gino Chierici, architetto a cui si deve la sistemazione delle sale degli Appartamenti Storici della Reggia tra il 1927 ed il 1933 – sarebbe all’origine dell’incompiutezza della fontana; lo stesso Vanvitelli avrebbe infatti deciso di escluderlo perché con le sue diemensioni rischiava di alterare la visuale prospettica della grande ”via d’acqua” che attraversa il parco. Realizzata in marmo di Montegrande proveniente da Caiazzo (Caserta), la Fontana di Eolo ha forma di esedra ed è lunga 42,35 metri e larga 34,65 metri, con un bacino che allude al mare delle isole Eolie, sede mitica del dio, mentre la Grotta, celata dietro le arcate del portico, evoca il mitico Antro dei Venti a loro volta rappresentati da marmoree figure alate.
 

Scorcio della Fontana di Eolo, con i Venti in forma di figure alate - Image source

Scorcio della Fontana di Eolo, con i Venti in forma di figure alate – Image source

Gruppi di schiavi, rappresentati in coppia sopra la balaustra, sono un omaggio ai prigionieri musulmani impiegati nel cantiere regio. Inclusi nell’apparato decorativo anche quattro rilievi raffiguranti Giove con le dee, il Giudizio di Paride, le Nozze di Peleo e Teti e le Nozze di Paride con la ninfa Enone, opere dello scultore fiorentino Angelo Brunelli, che lavorò nel cantiere della Reggia con il fratello Carlo e il padre Domenico. A Brunelli, probabile allievo di Canova, si devono interventi anche nella sala degli Alabardieri e i finti cammei dello studio di re Ferdinando IV.
 

Fontana di Eolo: scorcio della balaustra superiore - Image source

Fontana di Eolo: scorcio della balaustra superiore – Image source

Con lui hanno lavorato alla Fontana di Eolo anche gli scultori Paolo Persico, Tommaso Solari, Gaetano Salomone e Andrea Violani. Il primo è particolarmente noto per la statua della Virtù, un’opera voluta a Napoli dal principe Raimondo di Sangro in omaggio alla moglie del figlio Vincenzo e parte del ciclo statuario della celebre Cappella Sansevero. Nella Reggia di Caserta ha lavorato anche alla più famosa fontana di Diana e Atteone ed è suo uno dei due leoni dello Scalone Reale che porta alle sale della Reggia.
 

Veduta d'insieme della Fontana di Eolo con sullo sfondo la grande cascata dell'Acquedotto Carolino - Image source

Veduta d’insieme della Fontana con sullo sfondo la grande cascata dell’Acquedotto Carolino – Image source

Il secondo, di origine napoletana, molto impegnato nei cantieri borbonici, è autore del secondo leone dello Scalone Reale oltre che di parte del gruppo statuario della fontana di Diana e Atteone. A Violani si deve invece la statua allegorica del Merito, collocata nello Scalone Reale, e la direzione del Pensionato Borbonico di scultura istituito all’interno di Palazzo Farnese a Roma, mentre ulteriori opere di Salomone a Caserta sono la statua di San Gennaro nella regia Cappella Palatina e quella della Verità nello Scalone Reale, così come lo Zefiro collocata sulla prima rampa che porta verso il torrione.
 

Scorcio dello Scalone Reale della Reggia di Caserta con i due leoni di Persico e Solari

Scorcio dello Scalone Reale della Reggia di Caserta con i due leoni di Persico e Solari

 LE DATE DI RIAPERTURA DEL PARCO E DELLA REGGIA

Dopo il lockdown che per mesi ha impedito l’accesso a musei e parchi pubblici, anche la Reggia di Caserta torna ad accogliere il pubblico e lo ha fatto proprio partendo dal Parco Reale che ha riaperto i battenti lo scorso 2 giugno secondo i seguenti orari: dalle ore 8.30 alle 19.00, con ultimo ingresso alle 18.00, mentre per il Giardino Inglese la fascia oraria è dalle 8.30 alle 18.00, con ultimo ingresso alle 17.00. Gli ingressi sono possibili solo su prenotazione online e sono contingentati per numeri e fasce orarie garantendo, per questo primo periodo, l’accesso ad un massimo di 30 persone ogni 15 minuti. L’ingresso avviene da corso Giannone, dove sono posizionati termoscanner (vietato l’accesso a persone con una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi) e sistemi di controllo automatizzati con apposita segnaletica agli ingressi e lungo il percorso di visita. Prevista una successiva apertura dei cancelli di piazza Carlo di Borbone. Rimasti invariati il costo di 9 euro del biglietto di ingresso al Parco Reale e al Giardino Inglese e tutte le agevolazioni tariffarie già previste. Gli Appartamenti Reali riapriranno invece dal 17 giugno.

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Fontana di Eolo, estremità est dell'esedra - Image source

Fontana di Eolo, estremità est dell’esedra – Image source

 

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