Ex Manifattura dei Tabacchi di Cagliari torna a nuova vita come Fabbrica della Creatività

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Sardegna - Scorcio della Manifattura dei Tabacchi di Cagliari

Sardegna – Scorcio di una corte interna della Manifattura dei Tabacchi di Cagliari

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di Redazione FdS

Sono ben 12 mila i metri quadrati che, su 22 mila complessivi, stanno per essere restituiti alla città di Cagliari per la realizzazione del progetto Fabbrica della Creatività, un luogo, all’interno dell’Ex Manifattura dei Tabacchi, dove artisti, imprese, artigiani e associazioni culturali di musica, teatro e cinema potranno esprimersi e lavorare. Per le varie sale riqualificate è stata già stato predisposta la destinazione d’uso, con la hall, la biblioteca digitale, i magazzini per le pellicole, la cineteca e gli atelier artistici e artigianali.

Quattro anni di lavori ed un costo complessivo di 10,4 milioni di euro hanno permesso di restaurare la parte che sarà inaugurata il prossimo 19 maggio ma serviranno forse altrettanti fondi per completare l’opera di ristrutturazione dell’Ex Manifattura: da rimettere a nuovo ci sono ancora gli uffici, alloggi, la cappella, l’ex cinema Due Palme, le terrazze sul mare e il secondo piano dell’edificio che si affaccia sui vicoli di via Lanusei. A tale scopo si attende il via libera definitivo dell’Europa sui fondi comunitari Fesr per reperire le risorse mancanti ed intanto si apre il confronto sulle modalità di gestione della struttura: a decidere sarà la Giunta regionale dopo aver consultato tutti coloro che aspirano ad operare all’interno dell’ex Manifattura.

Questo progetto di Fabbrica della Creatività, partito nel 2007 – ha spiegato l’assessore della Cultura, Claudia Firino – pone Cagliari e la Sardegna in armonia con diverse altre esperienze internazionali che hanno visto luoghi di lavoro essere recuperati alle città, e quindi fatti rivivere in funzione dell’arte e della cultura. Giunta regionale e soggetti interessati dovranno quindi testare bene le potenzialità della struttura ed interrogarsi sui costi di gestione, al fine di ottimizzarne l’utilizzo. Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, dal canto suo auspica la rapida apertura di una struttura che sia al servizio non solo della città, ma di tutta la regione, proponendo anche iniziative ed eventi multipli e paralleli. L’amministrazione intanto mira ad inserire nel piano particolareggiato del centro storico la fruibilità di vico III Lanusei che fungerebbe da ulteriore porta d’accesso all’ex Manifattura, permettendo di valorizzare al meglio le grandi sale che si aprono su quei vicoli. Fra gli eventi che l’Ex Manifattura è già candidata ad ospitare il sindaco ha ipotizzato di inserire il prossimo anno le iniziative che celebrano la ricorrenza dei Moti di Cagliari del 1906.

La Manifattura dei Tabacchi è nata nel primo decennio dell’Ottocento nei locali ristrutturati di un ex convento dei frati minori osservanti sorto verso la fine del Quattrocento nel quartiere Marina lungo la muraglia situata sull’odierno Viale Regina Margherita e danneggiato gravemente nel 1717 dagli attacchi spagnoli. Nel 1868, la società Regia prese in gestione la Manifattura immettendo sul mercato i sigari toscani; l’enorme ricontro di vendite fece sì che la fabbrica passasse del tutto nelle mani dei Savoia e in seguito, nel 1884, in quelle dello Stato. E’ stata una delle prime fabbriche di Cagliari capace di garantire un impiego remunerato stabile ai primi dipendenti “pubblici” della Sardegna. In particolare la manodopera femminile si avvantaggiò di questa attività economica che garantiva salari decisamente più elevati rispetto a quelli medi del proletariato femminile del tempo. Durante gli anni ’90 del XX secolo è iniziata una crisi irreversibile della Manifattura soprattutto a causa dell’incapacità di tenere il passo con la modernizzazione, per cui nel 2001 l’Ente Italiano Tabacchi Italiano ne ha deciso la chiusura. Dal demanio pubblico – a seguito di un decreto del Ministero del Tesoro del 2003 – la struttura è passata ad una società del Gruppo Iri, per poi tornare alla Regione Sardegna nel 2006 a seguito di una vera e propria battaglia parlamentare volta ad annullare quello che fu considerato un vero e proprio scippo, soprattutto alla luce dell’articolo 14 dello Statuto Speciale il quale stabilisce che i beni demaniali inutilizzati dallo Stato passino alla Regione sarda.

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