Si trova a Napoli l’unica opera italiana di Banksy. Una petizione cerca di salvarla

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Campania - La Madonna di P.zza dei Girolamini, Napoli. Opera di Banksy - Ph. Max Friedman | CCBY-ND2.0

Campania – La Madonna di P.zza dei Girolamini, Napoli. Opera di Banksy – Ph. Max Friedman | CCBY-ND2.0

“Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui preferisce l’anonimato.”
Brad Pitt

di Kasia Burney Gargiulo

Mi è piaciuto introdurre questo mio contributo citando una frase del celebre attore statunitense Brad Pitt in quanto ”scolpisce” in modo preciso quella che è una delle caratteristiche principali dell’artista di cui sto per parlarvi: l’anonimato. In un’epoca come la nostra nella quale – diceva Andy Warhol – tutti sono alla ricerca del loro quarto d’ora di celebrità, l’artista inglese Banksy, forse il più celebre esponente mondiale della Street Art, si concede il lusso di negare a se stesso ogni forma di presenzialismo, lasciando che a parlare siano sole le sue opere, fatte di immagini folgoranti tracciate sui muri, spesso a sfondo satirico, su temi come la politica, la cultura e l’etica.  Un anonimato diventato una sorta di marchio di fabbrica, fatto di vere e proprie incursioni fugaci, più che di performance artistiche, nei luoghi più disparati e a volte pericolosi come la Striscia di Gaza, rivelando la capacità straordinaria di colpire l’immaginario popolare oltre che con i messaggi forti delle sue opere, soprattutto con una calcolata “assenza”, arma potentissima di suggestione. Se città come Londra, Parigi e New York sono praticamente “infestate” di sue opere, in Italia l’unica città a detenere un lavoro di Banksy è Napoli. Qui l’artista ha realizzato una prima opera in Via Benedetto Croce: uno stencil che reinterpretava l’Estasi della beata Ludovica Albertoni del Bernini raffigurandola con in mano delle patatine e un panino, simbolo del consumismo, ma l’immagine – a suo tempo valutata 100 mila dollari – è stata purtroppo cancellata nel maggio 2010 da Hes, un writer napoletano che l’ha coperta con un enorme murales.  Banksy si è quindi rifatto vivo nella poco distante Piazza dei Girolamini, dove ha tracciato, sempre con la tecnica dello stencil la Madonna con la pistola, l’unica sua opera sopravvissuta in Italia.

Nel caotico graffitismo di Napoli, questo intervento ”d’autore” si trova accanto ad una vecchia edicoletta raffigurante una Vergine con Bambino e mostra su sfondo nero la sagoma di una Madonna con lo sguardo estatico, recante una pistola al posto dell’aureola. Un lavoro di grande impatto che se da una parte è continua meta di turisti, dall’altra per tante persone è solo un graffito come un altro, magari per distrazione mai notato. L’opera è ora a forte rischio di deterioramento per cui un ragazzo diciottenne di San Giorgio a Cremano (Napoli), Alessandro Bello, ha lanciato una petizione on line su Change.org intitolata “Proteggiamo l’unica opera di Banksy in Italia” che in circa due settimane ha raccolto 10.151 firme.

L’opera – spiega Alessandro – “raffigura perfettamente il doppio filo che purtroppo lega la delinquenza e la religione nel capoluogo campano” ed è importante proteggerla con una bacheca e farne un’attrazione turistica visto che è l’unica opera italiana di Banksy, “un artista di strada che ha riempito le più importanti città del mondo con i suoi stencil e in genere con opere che hanno un valore economico molto alto, pari a volte a centinaia di migliaia di dollari.” Alessandro auspica che  Napoli dimostri di essere una città all’avanguardia, comprendendo “l’immenso valore artistico dell’opera” e “proteggendola fisicamente da chi potrebbe ulteriormente danneggiarla”. Già da tempo – aggiunge Alessandro –  si parla di prendere provvedimenti e anche l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, intervistata sull’argomento, ha affermato: “Prolungare la vita di quell’opera è un dovere di noi amministratori, perché la street art, quando è di tale livello, è un vero e proprio bene comune”. Sull’opera di Banksy ha puntato l’attenzione anche Inward, l’osservatorio internazionale sulla creatività urbana che ha sede a Napoli ed è da tempo impegnato nella valorizzazione della street art.

E che Banksy sia super-quotato è un fatto internazionalmente noto: i riflettori della celebrità si sono puntati su di lui fin dalle prime performance quando di soppiatto entrava nei musei più importanti del mondo e appendeva sue opere – quadri dipinti in perfetto stile settecentesco, con l’aggiunta di alcuni particolari completamente anacronistici – tra quelle già presenti. Spesso passavano giorni prima che qualcuno si accorgesse dell’intrusione. Ma a colpire il pubblico sono da sempre soprattutto i suoi temi preferiti come l’antimilitarismo, la pace e l’anticapitalismo, associati a soggetti umani e animali come poliziotti, soldati, bambini, anziani, scimmie e ratti.  Celebri, a tal proposito, sono i suoi stencil con i topi, i famosi Rats, un soggetto scelto con intento rovocatorio in quanto questi animali sebbene odiati, cacciati e perseguitati, sono tuttavia capaci di mettere in ginocchio i loro persecutori: “Se sei piccolo, insignificante e poco amato allora i topi sono il modello definitivo da seguire”, suggerisce la “Banksy philosophy”.

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