Mona Williams, un’icona glamour a Capri: storia di un’intervista impossibile – 2a P.

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Mona Williams Bismack - by Edward Steichen for Vogue, 1928 - Image source

Nell’articolo di ieri vi abbiamo raccontato le vicende biografiche che hanno portato la figlia di uno stalliere a diventare una delle donne più ricche ed eleganti del mondo, amica di statisti e mecenate di artisti. Un personaggio che ha legato il proprio nome a quello di Capri e del Sud Italia attraverso una delle dimore più sontuose dell’isola azzurra, testimonianza della sua personalità e del suo gusto. Oggi a parlarci di Mona Williams Bismarck è il giornalista Mimmo Carratelli che nell’articolo seguente riporta alcuni divertenti aneddoti di fine anni ’50 relativi ad un’intervista “impossibile” a questa donna eccentrica e affascinante.

QUELL’INTERVISTA IMPOSSIBILE A MONA WILLIAMS

di Mimmo Carratelli *

All’epoca dei volenterosi vaporetti della Span, legni modesti sul mare di Ulisse, un’ora e mezza di navigazione dal Molo Beverello a Marina Grande, tre ore se c’era il mare grosso e la corrente del canale di Sorrento era mal disposta, Capri era la terra promessa dei reportage di gusto con personaggi che venivano da Hollywood, principesse di trono e di schermo, re decaduti, scrittori di successo, amanti in inutile incognito, greci coi panfili, playboy di caratura internazionale e residenti da prima pagina. Era appena sbarcata una giovanissima Liz Taylor, ma ci furono negati gli occhi viola della Venere tascabile in visone. Il nostro compito alle prime battute sull’Olivetti 22 era un altro.

Trionfavano, a quei tempi dello “Zum Kater Hiddigegei” [il caffè internazionale storico di Capri – NdR], reporter spudorati che piombavano nell’isola da Napoli. Lavoravano per i rotocalchi delle grandi firme, “Epoca” e “L’Europeo”, “L’espresso” formato gigante, “Tutto”. In quella masnada di giornalisti sciolti la fantasia di Sandrino Porro era proverbiale, il gusto di Vittorio Paliotti assodato, le invenzioni di Giulio Frisoli ineguagliabili, il fascino e la rapidità di Franca Maria Trapani famosi. Sull’isola lavoravano all’americana, per giornali di mezzo mondo, Vittorio Foschini e Achille Ciccaglione. Due padreterni del gossip caprese. In più, un dinoccolato Antonio Savignano, come un giovane Gary Cooper, acchiappava “servizi” e femmine che gli consentivano di unire l’utile al dilettevole.

Fummo dirottati, per la perfidia di un redattore capo, verso il “Fortino” di Mona Bismarck, inaccessibile, a ridosso del primo tornante della strada per Marina Piccola. Quello che si pretendeva da noi era un’intervista con l’irresistibile americana del Kentucky che viveva tra Parigi e Capri, si era sbarazzata di tre mariti, aveva sposato il conte Eddie von Bismarck, parente del cancelliere, e coltivava rose nel suo vasto giardino a terrazze, invisibile a tutti e decisamente contraria ad ogni rapporto con gente dei giornali, giovani o vecchi che fossero. Al “Fortino” radunava il bel mondo internazionale.

Una grande donna, questo era il punto. Tra le più eleganti e fotografate d’America. E col carattere di una diva: eccentrica, altezzosa, munifica e stravagante. Un fotografo fortunato l’aveva ripresa di nascosto nel giardino del “Fortino” con due ceste in mano, un vestito tutto d’un pezzo, casalingo ma di sicura sartoria pregiata, un grande cappello a cono e a larghe falde, i zabbatigli ai piedi (scarpe capresi con la suola di corda) e gli occhi spiritati rivolti con dispetto al clic del fotografo lontano. A noi era stato chiesto con cinismo da redazione: “Fatti raccontare la sua vita”. Da lei in persona, naturalmente.

Ci mancò l’appoggio di Ciccaglione, nostro santo protettore sull’isola, perché fortemente impegnato in un altro “servizio”. I tassisti sapevano poco di Mona Bismarck e i ritagli di giornale scovati in redazione davano scarsi ragguagli. Non c’era ancora Internet. La salvezza, sull’orlo della nostra disperazione, fu don Francesco Caravita di Sirignano che, a Capri, si ostinavano a chiamare Pupetto, appellativo errato come ha rivelato di recente Max Vajro, giornalista napoletano che ne sa una, dieci e centomila più del diavolo.

Don Francesco allora aveva 49 anni ed era allegro e disponibile. Con l’irraggiungibile signora del “Fortino” aveva confidenza da amico di lunga data. Una miniera d’oro di notizie compresa la “soffiata” secondo la quale Mona faceva il bagno con l’acqua piovana, convinta che mantenesse giovane la pelle, più il particolare antico che si era tinti i capelli di blu e la confidenza ultima di un regalo ricevuto dall’americana, un piccolo cane bastardo dal pelo rosso donatole dalla signora Gargiulo. Rintracciata, la gentile signora caprese rifiutò ogni conversazione col giornalistino in ambasce, negò ogni cosa, soprattutto il regalo del cane, e quando la pregammo con le lacrime agli occhi di dirci qualcosa sulla Bismarck (l’americana, non la corazzata) per poco non si fece il segno della croce come se ci avesse scambiati per il diavolo.

Allora Mona Bismarck aveva 60 anni e tutto quello che racimolammo da un americano dell’isola che ne sapeva qualcosa fu che era stata la figlia di uno stalliere in America, a Lexington, facendoci balenare il lampo di un titolo “dalla stalla alle stelle”, ovvio, ma di effetto. La figlia dello stalliere non aveva perduto tempo e, all’età di 18 anni, aveva sposato il padrone della fattoria dove lavorava il padre dandosi immediatamente un colpo di coda e uno di vita. Non tanto col matrimonio, ma col rapido divorzio dal ricco fattore che le mollò la bella cifra di 200mila dollari di buonuscita. Una fortuna colossale nel 1920.

Avevamo già le dita sui tasti della portatile Olivetti azzurrina quando apprendemmo l’ulteriore rivelazione: Mona Strader, divorziata Schlessinger (il fattore), prima di diventare Bismarck aveva sposato il miliardario Harrison Williams, proprietario di tutte le linee telegrafiche e telefoniche dell’America, dall’Atlantico al Pacifico. Avevamo informazioni a sufficienza per riempire una pagina di giornale. La sfacciataggine fu di attribuire alla straordinaria americana del “Fortino” il racconto della sua vita. L’inizio del “pezzo” ce lo ricordiamo ancora. “La signorina Mona Strader, sposata e divorziata Schlessinger, proprietario terriero, un secondo matrimonio non acclarato, moglie e poi vedova del miliardario telefonico Harrison Williams, consorte attuale del conte Eddie von Bismarck, ci ha raccontato la sua vita tra le rose dell’immenso giardino al Fortino, la sua straordinaria residenza sulla strada di Marina Piccola. Le abbiamo regalato un piccolo cane bastardo di pelo rosso perché ci ricevesse. È ancora bella e di fascino irresistibile. Vive d’estate a Capri da quasi vent’anni, d’inverno a Parigi da dove torna con gli ultimi abiti disegnati per lei dal sarto Balenciaga, fa qualche salto in America regina incontrastata del jet-set. A tanto è arrivata, con indubbia capacità e con grande fascino, la figlia dello stalliere Strader del Kentucky”. Seguiva l’intervista-racconto della sua vita da rotocalco. Cinque cartelle, 3900 parole, un successo.

Rientrando al giornale, la domanda del redattore capo fu semplice, immediata, attesa e scontata: “Ma come avete fatto a parlare con lei?”. Secca e irreprensibile la risposta: “Non ci ho mai parlato”. Pausa personale. “Ho raccolto da fonti sicure le notizie che ho scritto”. Sorpresa del redattore capo: “Gesù, sembra tutto vero”. Soddisfazione e orgoglio del promettente giornalista, ma condanna conseguente: “Per tre mesi andate a raccogliere notizie negli ospedali, poi si vedrà se potete fare questo mestiere”. Dalle stelle alle stalle, il nostro percorso obbligato.

Mona Bismarck, alla morte del conte, sposò il quinto marito della sua ricca vita matrimoniale, il dottor Umberto De Martino nominato conte da Umberto di Savoia. Mona Bismarck è morta a Parigi a 86 anni, nel 1983.

* Mimmo Carratelli: giornalista napoletano, è stato inviato speciale e caporedattore al “Roma” di Napoli, a “La Gazzetta dello Sport”, a “Il Mattino”, oltre che vicedirettore del “Guerin Sportivo”. Vincitore del Premio Unione Stampa Sportiva Italiana per il libro “Monaco 1972” e Premio CONI per la storia della nazionale di calcio pubblicata sul “Guerin Sportivo”.

FdS – Courtesy of L’ISOLA
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(FINE – V. Puntata precedente)

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Capri – Ritratto di Mona Williams Bismarck – by Cecil Beaton per Vogue, 1959 – Image source

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