Carditello e il mistero dei 74 pini secolari abbattuti. Avviati un accesso agli atti e un’interrogazione parlamentare

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Facciata principale della Reale Tenuta di Carditello, San Tammaro (Caserta) - Ph. Gennaro Mirra | CCBY-SA3.0

Facciata principale della Reale Tenuta di Carditello, San Tammaro (Caserta) – Ph. GMSLMF | CCBY-SA3.0

di Kasia Burney Gargiulo

I lettori ricorderanno senz’altro le vicende occorse fra il 2013 e il 2014 in relazione alla Reale Tenuta di Carditello, uno dei 22 siti appartenuti alla dinastia reale dei Borbone di Napoli, una fra le più belle testimonianze dell’architettura settecentesca, realizzata su progetto dell’architetto Francesco Collecini, allievo e collaboratore del grande Luigi Vanvitelli, autore della Reggia di Caserta. Ubicata a San Tammaro (Caserta), la tenuta è stata a lungo al centro delle cronache culturali (e non solo) del nostro Paese a causa dello stato di degrado in cui versava e del rischio che, messa in vendita all’asta dal soggetto proprietario, potesse finire nelle mani della camorra. Rischio, quest’ultimo scongiurato grazie all’acquisto – fortemente caldeggiato dall’allora Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray – compiuto dal Mibact, che ne ha assicurato la proprietà allo Stato attraverso l’esborso di 11,5 milioni di euro.

Reale Tenuta di Carditello: itronchi mozzati di parte dei 74 pini secolari abbattuti

Reale Tenuta di Carditello: itronchi mozzati di parte dei 74 pini secolari fatti abbattere dalla Soprintendenza

Tra la fine di maggio e gli inizi di giugno 2015 si è però tornati a parlare della Reggia di Carditello a causa di un evento che ha dell’incredibile. In un Paese come l’Italia la cui normativa contempla l’articolo 9 della Costituzione, che vuole fra  i principi fondamentali della Repubblica la tutela del paesaggio, la legge 157/1992 che protegge le specie di uccelli nidificanti sugli alberi, la legge 10/2013 che tutela gli alberi monumentali posti all’interno di beni culturali, siti di interesse storico ecc., ecco che una serie di pini della Reggia di Carditello, 74 esemplari presenti nel parco della Reggia da oltre un secolo, sono stati abbattuti con il nulla osta della Soprintendenza di Caserta. Il taglio di questi alberi ha suscitato una forte reazione di sdegno da parte dei cittadini e delle associazioni, nonché del Movimento Cinque Stelle che, presente alle mobilitazioni concomitanti al taglio, si era già attivato mesi prima con una interrogazione in occasione della caduta spontanea di un albero all’interno della Reggia, proprio temendo che quell’episodio casuale offrisse il pretesto per abbattimenti in serie. Vista la fine poi fatta dagli alberi, a poco sono servite le rassicurazioni che in quella circostanza aveva espresso il sottosegretario ai Beni Culturali. Ironia della sorte, l’abbattimento di quegli alberi, è risultato come uno sfregio alla memoria del povero Tommaso Cestrone, scomparso nel 2013 ad appena 48 anni e soprannominato l’Angelo di Carditello per la cura con cui per anni aveva cercato di salvaguardare i giardini della Reggia.

Avvenuto il taglio fra lo sconcerto di tutti, i Cinque Stelle hanno quindi deciso di fare un accesso agli atti per provare a ricostruire i vari passaggi (e le possibili omissioni) che hanno portato all’abbattimento e così individuare eventuali responsabilità. L’interesse verso questa iniziativa è stato condiviso anche dal Circolo Legambiente Casapesenna che lo scorso 8 luglio, sul proprio profilo Facebook, ha però segnalato il “tentativo di dissuasione” che in proposito la Soprintendenza di Caserta avrebbe messo in atto richiedendo “quasi 350 euro come rimborso dei diritti d’accesso e di estrazione di semplici copie fotostatiche. Vogliono nascondere  – sostiene il locale circolo di Legambiente – tutte le irregolarità commesse che, puntualmente la nostra piccola associazione ha denunciata alla Magistratura.”  E pubblica una nota della Soprintendenza con la relativa controrisposta della associazione ambientalista di Casapesenna (Caserta).

Intanto subito dopo il taglio vari esposti e denunce sono stati presentati alla Procura della Repubblica da parte di associazioni e singoli cittadini, mentre lo scorso 9 luglio a Roma, presso il Senato della Repubblica, i Cinque Stelle hanno depositato un’interrogazione parlamentare per avere chiarimenti dal Ministro Franceschini in ordine a quanto accaduto nel parco della Reggia di Carditello. Sul blog della Senatrice M5S Vilma Moronese si racconta inoltre come durante le proteste contro l’abbattimento vi sia stato un incontro pubblico – con presenti anche numerosi cittadini –  durante il quale il Soprintendente, l’arch. Salvatore Buonomo e l’arch. Giuseppina Torriero avrebbero spiegato le motivazioni degli abbattimenti.

Ecco come la Senatrice Moronese ricostruisce quell’incontro, anche per spiegare le ragioni della interrogazione parlamentare appena depositata: “A quell’incontro – sostiene Moronese – il Soprintendente ha dichiarato che gli alberi sono stati abbattuti anche perché c’è l’interesse di un privato, un imprenditore che vorrebbe realizzare un Country Club; ora noi pretendiamo di sapere dal Ministro se era al corrente di quanto dichiarato dall’arch. Buonomo e dunque se era consapevole della nuova destinazione d’uso della Reggia di Carditello, che ricordiamolo è stata di recente riacquisita al patrimonio pubblico per oltre 10 Milioni di € e non pensavamo affatto che dopo tante battaglie potesse finire così in mano ad un privato, che di fatto ha già causato l’abbattimento di alberi sani, secolari e che appartenevano al paesaggio storico di tutto quello che è il quadro d’insieme della tenuta borbonica. Ritengo grave tutto quel che è accaduto, come grave ritengo sia il fatto che il Soprintendente nella risposta al Ministero per la precedente interrogazione abbia omesso di riferire che il blocco del taglio dei pini non era possibile considerato che era previsto già nel progetto esecutivo dei lavori che si stanno facendo già a far data dal dicembre 2014. Spero in un intervento del Ministro che ha molte cose da spiegarci“.

Pare che la questione degli alberi non sia l’unica patata bollente che sta per finire sulla scrivania del Ministro Franceschini: “oltre alla questione degli alberi – si legge sul blog della Senatrice Moronese – un’associazione ed un cittadino hanno mosso dubbi per iscritto anche sul rispetto delle norme che regolano i lavori di restauro, ed in merito a queste denunce la soprintendenza ha risposto con una prima nota direttamente alla Procura. Sappiamo per certo che la Procura ha aperto un’indagine ed ha dato mandato al Corpo Forestale dello Stato per la questione dell’abbattimento degli alberi,  mentre per le questioni riguardanti le norme edili, stiamo preparando un’interrogazione dedicata che a breve invieremo al Ministro”.

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