Al Petruzzelli di Bari calorosa accoglienza per il Trovatore di Verdi diretto da Palumbo

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Una delle scene finali de Il trovatore di Giuseppe Verdi, Teatro Petruzzelli, Bari  - Ph. Immagina

Una delle scene finali de Il Trovatore di Giuseppe Verdi, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. Immagina

di Enzo Garofalo

Fra le sue opere più ispirate, per intensità drammatica ed espressiva della pagina musicale, Il Trovatore di Giuseppe Verdi ha nei giorni scorsi debuttato al Teatro Petruzzelli di Bari dove rimarrà in scena fino al 1° marzo con la direzione musicale di Renato Palumbo e la regia di Joseph Franconi Lee. Opera centrale della cosiddetta ‘’trilogia popolare” che include Rigoletto e Traviata ed è ascrivibile al periodo di piena maturità artistica e fama internazionale del compositore emiliano, il Trovatore è forse una delle più ‘’dark’’ seguendo uno sviluppo narrativo di crescente tensione fra ambientazioni notturne, malefici, roghi e vendette.

L’opera è basata sulla riduzione librettistica, in quattro parti e otto quadri, che Salvadore Cammarano ricavò dall’omonimo dramma dello spagnolo Antonio Garcia Gutiérrez e si ambienta parte nella Biscaglia e parte nell’Aragona d’inizio ‘400. La vicenda ruota fondamentalmente intorno al dramma personale della zingara Azucena, personaggio di forte attrazione per Verdi che dell’ossessivo bisogno di vendetta da parte della donna fece il tema centrale dell’opera. Azucena è infatti ricercata per il rapimento e il presunto omicidio del figlio minore del vecchio Conte di Luna, atti compiuti per vendicare la madre giustiziata anni prima dal Conte con l’accusa di maleficio. In realtà la vendetta non si è ancora del tutto consumata e quel bambino, mai morto, altri non è che l’ignaro Manrico, il Trovatore, cresciuto dalla donna come un vero figlio. Un destino beffardo lo vorrà rivale del nuovo Conte di Luna (suo inconsapevole fratello) nell’amore per la nobile Leonora, rivalità da cui la vicenda prende l’abbrivo verso un ineluttabile e tragico finale, secondo i canoni del romanticismo più cupo.

Il Trovatore, Teatro Petruzzelli, Bari - Ph. Immagina

Il Trovatore, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. Immagina

Insomma un’opera dai sentimenti forti, a tratti brutali, capace dopo oltre un secolo e mezzo – soprattutto grazie alla potenza espressiva con cui Verdi ha scolpito musicalmente i personaggi –  di parlare ancora alla sensibilità dello spettatore. Contenuti di grande impatto emotivo sapientemente sostenuti da una scrittura vocale a tratti impervia che da sempre richiede interpreti di notevole padronanza tecnico-espressiva. Nell’allestimento barese, pur con innegabili distanze da performance diventate quasi paradigmatiche, orchestra solisti e coro hanno dato buona prova di sé consentendo al ricco chiaroscuro della partitura verdiana di prender corpo senza incorrere nel rischio di eccessiva enfasi a cui un’opera così traboccante di passioni è inevitabilmente esposta. In particolare si è dimostrata molto a suo agio nella parte di Leonora il soprano calabrese Maria Teresa Leva, sicura nel districarsi fra il lirismo e il pathos di un personaggio complesso, reso con notevole controllo del mezzo vocale. Slancio e impeto ben calibrati per il Manrico del tenore albanese Giuseppe Gipali. Molto efficace sulla scena, non ha convinto del tutto sul piano vocale il Conte di Luna del baritono sassarese Alberto Gazale. Si è prodigata al massimo, ripagata da un personale successo di pubblico, la romena Carmen Topciu, mezzosoprano dalla voce penetrante e sicura, calata con i giusti accenti in un personaggio come la zingara Azucena per il quale il rischio di caricare eccessivamente i toni è sempre dietro l’angolo. Di buon livello gli altri interpreti: Alessandro Spina (Ferrando), Elisabetta Farris (Ines), Blagoj Nacoski (Ruiz), Dario Lattanzio (Un vecchio zingaro), Raffaele Pastore (Un messo).

Apprezzabile il lavoro di concertazione e direzione svolto dal M° Renato Palumbo sul podio dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli, così come la performance del Coro, il cui ruolo di primo piano nell’economia dell’opera è stato sapientemente valorizzato dal M° Fabrizio Cassi che ne cura la preparazione. Impeccabile nelle sue equilibrate dinamiche la regia di Joseph Franconi Lee che ha fatto agire protagonisti e comprimari sullo sfondo scenografico, molto tradizionale ma non privo di suggestione, curato da Tito Varisco per lo storico allestimento milanese di Sormani Cardaropoli. I sobri costumi di Pasquale Grossi, il disegno luci di Claudio Schmid e le coreografie di Francesco Annarumma hanno aggiunto discreto fascino a questo Trovatore che ha conquistato l’approvazione del pubblico prodigo di applausi, anche a scena aperta. Si replica il 25 alle ore 18.00, mentre il 27 e 28 febbraio e il 1° marzo l’opera torna in scena alle 20.30 [la presente recensione si riferisce al primo dei due cast in cartellone].

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Il Trovatore, Teatro Petruzzelli, Bari - Ph. Immagina

Il Trovatore, Teatro Petruzzelli, Bari – Ph. Immagina

 

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