Nuove scoperte nella tomba macedone di Anfipoli. Forse vi è sepolta Olimpiade, madre di Alessandro Magno, ma potrebbe non essere sola

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Grecia – Mosaico pavimentale con Hermes e Persefone rapita da Ade, ritrovato nella tomba regale di Anfipoli, in Macedonia – Ph. Hellenic Repubblic, Ministry of Culture

di Kasia Burney Gargiulo

Agli inizi di settembre scorso ha fatto il giro del mondo la notizia delle nuove scoperte archeologiche compiute all’interno di una tomba monumentale di Anfipoli, in Macedonia (Grecia), individuata fin dagli anni ’60 del Novecento. La possibilità che possa trattarsi dell’ultima dimora di Alessandro Magno, da sempre cercata ad Alessandria d’Egitto, ha mandato in fibrillazione i media di tutto il mondo. Il responso definitivo non è ancora arrivato, ma la enorme mole del sepolcro ed un ricco corredo simbolico fanno senza dubbio ipotizzare che possa essere l’ultima dimora di un membro importante della famiglia reale macedone. Si tratta di un unico ciclopico mausoleo circolare – di quasi 500 metri di circonferenza, 87 di diametro, realizzato in marmo di Thassos –  ed è il sepolcro più grande finora scoperto in Grecia. L’importanza attribuita a questo sepolcro in rapporto alla famiglia di Alessandro Magno è da ricollegarsi soprattutto al fatto che la costruzione è circa dieci volte più grande della tomba trovata a Verghina ed attribuita a Filippo II il Macedone, padre di Alessandro. Chi sarà mai dunque sepolto al suo interno? A dirlo sarà la prosecuzione degli scavi condotti dal team di archeologi capeggiati da Catherina Peristeri, ricerche che cominciano ad offrire qualche indizio.

Il mausoleo è vicino all’antico porto dell’Egeo che Alessandro Magno utilizzava per la sua flotta e probabilmente risale al periodo di interregno successivo alla sua prematura morte avvenuta nel 323 aC. Varcata l’ingresso presidiato da due sfingi seguite da altrettante cariatidi perfettamente conservate, gli archeologi sono giunti nell’anticamera della prima di tre camere mortuarie, dove è emerso un mosaico di 14 metri quadri raffigurante Ermes accanto a una biga con Ade e  Persefone nella scena del famoso ‘ratto’. E’ proprio muovendo da questo mosaico che si sono cominciate a formulare delle ipotesi sul possibile destinatario del mausoleo.

persefone-kasta Secondo l’archeologo Andrew Chang, esperto di storia macedone intervistato da Discovery Channel, nella tomba sarebbe sepolta Olimpiade, madre di Alessandro. A suo avviso, nel mosaico col rapimento di Persefone sarebbe racchiuso il segreto di questa tomba. Premesso che la forma perfettamente circolare del mausoleo sarebbe segno di un genere di sepoltura riservata a pochi, Chang sostiene che nel volto di questa Persefone dai capelli rossi (nell’immagine precedente, di Hellenic Repubblic, Ministry of Culture) si celerebbe quello della donna sepolta nella tomba, molto probabilmente un’importante regina di Macedonia forse morta ad Anfipoli tra il 325 e il 300 a.C., presumibilmente la stessa Olimpiade o Roxane, rispettivamente madre e moglie di Alessandro Magno. Chang propende maggiormente per Olimpiade sia perchè la scena rinvenuta è collegata con i culti funerari, quello orfico relativo alla discesa nell’Ade e i riti dionisiaci – elementi culturali che secondo lo studioso ci discostano da Roxane, proveniente dall’area dell’attuale Afghanistan – sia perchè Olimpiade, in quanto originaria dell’Epiro, poteva realisticamente avere i capelli rossi, tratto fisico diffuso in quel territorio.

Rimarrebbe comunque  il mistero delle due altre camere funerarie. A chi appartengono? Ed ecco che ancora una volta Chang rimanda al mosaico su cui compaiono anche le figure maschili di Ermes e Ade, a suo dire significativamente somiglianti alle due persone più importanti della vita di Olimpiade, cioè Filippo II (suo marito, simile a Plutone) e lo stesso Alessandro (suo figlio). Chang rileva come Plutone appaia incoronato come un re e presenti il lato destro della testa un po’ anomalo (è noto infatti che l’occhio destro di Filippo era stato deformato da una freccia che lo colpì in battaglia).  Si sofferma poi sul dio Ermes, somigliante ad un giovane di circa vent’anni, l’età di Alessandro al tempo in cui suo padre Filippo fu assassinato. Nel mosaico quindi sarebbe raffigurata l’intera famiglia reale macedone. Un’ipotesi suggestiva che non mancherà di far discutere. Per il momento l’archeologa Katherina Peristeri, capogruppo dei ricercatori impegnati nella tomba di Anfipoli, restia ad argomentare su questo punto, non si sbilancia limitandosi a confermare che “il defunto era una persona estremamente importante.”

Per quanto concerne il mosaico con il ratto di Persefone, Chang non è l’unico ad attribuirgli importanza. Dal Ministero della Cultura e dello Sport greco fanno notare che la raffigurazione è molto simile a un dipinto presente nel cimitero reale di Verghina, dove ufficialmente risulta sepolto Filippo II; la scena sarebbe inoltre analoga ad una ulteriore rappresentazione del ratto di Persefone presente sullo schienale di un trono di marmo delle regina Euridice, madre di Filippo II e nonna di Alessandro. Anche Ian Worthington, uno studioso dell’Università del Missouri interprellato dal National Geographic, conferisce importanza al mosaico e al fatto che raffiguri una donna portata verso l’oltretomba, dato dal quale ricava a sua volta la possibile appartenenza della tomba a Roxane o ad Olimpiade, entrambe condannate a morte da Cassandro, uno dei generali di Alessandro, quando salì sul trono della Macedonia. In particolare alla figura di Olimpiade riporta infine il sogno di Alessandro – di cui parlano i testi classici – di fare di sua madre una dea, proprio come la Persefone del mosaico.

UPDATE 26 OTTOBRE 2014

anfipolis_sfinxOggi 26 ottobre 2014 si è appreso del ritrovamento della testa intatta di una delle due sfingi in marmo che sorvegliavano l’ingresso della tomba di Anfipoli (nella foto a sinistra, del Ministero Ellenico della Cultura). Alta una sessantina di cm. è stata rinvenuta sotto uno strato di terra nella terza sala del sepolcro. La sfinge è leggermente danneggiata solo sul naso, mentre i capelli conservano ancora tracce di colore rosso. La sala in cui è venuta alla luce la sfinge era stracolma di terra fino al soffitto per ben 5 metri di altezza. Gli archeologi stanno ora sgomberando dal terreno una quarta sala e non è dato ancora sapere di preciso quando sarà raggiunta la camera sepolcrale che dovrebbe finalmente svelare agli archeologi il nome del personaggio per il quale è stata costruita alla fine del IV secolo a.C. questa gigantesca tomba. Lo scavo procede infatti lentamente perchè occorre via via puntellare il percorso onde evitare il rischio di crolli delle volte.

 

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