Xylella. A Oria forze dell’ordine in assetto antisommossa per il taglio degli ulivi: sconcerto per sindaco e popolazione

Puglia - Proteste in Salento contro il taglio degli ulivi - Ph. Valerio Saracino – FdS: courtesy dell’Autore

Puglia – Proteste in Salento contro il taglio degli ulivi – Ph. Valerio Saracino – FdS: courtesy dell’Autore

di Kasia Burney Gargiulo

I cittadini di Oria (Brindisi) sono ancora sotto shock dopo l’intervento delle forze dell’ordine che, in assetto antisommossa, hanno fatto cordone intorno agli agenti addetti al taglio di ben 45 alberi secolari d’ulivo in attuazione di un’ordinanza firmata dal “commissario straordinario per l’emergenza”, Giuseppe Silletti. Neanche si trattasse di eseguire un mandato di cattura, l’ordinanza è stata consegnata ai proprietari dei terreni dagli uomini della Forestale intorno alle 5.00 del mattino cogliendo tutti di sorpresa. Neppure il Sindaco Cosimo Ferretti era al corrente dell’iniziativa, circostanza che getta ombre inquietanti sul grado di interazione fra organi dello stesso Stato. E ciò è accaduto nonostante il primo cittadino avesse chiesto al Prefetto e alla Regione, dopo i primi tagli dello scorso aprile, di essere coinvolto insieme alla sua amministrazione. “Stamani – ha dichiarato Ferretti –  ho perfino avuto estrema difficoltà a entrare nell’area di intervento. Non è normale che dei comuni cittadini abbiano dovuto avvertirmi di un dispiegamento di forze adatto a casi di attentato terroristico. Il mio Comune non è stato minimamente coinvolto, mentre i proprietari dei terreni non hanno avuto alcuna spiegazione circa il risarcimento dei danni. Non possiamo tollerare tutto questo. Gli ulivi sono per noi un bene prezioso!”. Dopo questo episodio il Sindaco ha dato mandato ad un legale per impugnare davanti al TAR del Lazio le nuove disposizioni del Commissario Silleti mentre un esposto degli ambientalisti alla Procura di Brindisi ha finalmente avviato una indagine conoscitiva condotta dal Procuratore della Repubblica Marco Dinapoli.

Ad aprile scorso erano stati abbattuti ad Oria i primi ulivi ed ora come allora a nulla sono valse le urla e le proteste di chi si è trovato a subire il provvedimento coatto senza alcun preavviso. Questa nuova incursione è l’effetto della richiesta europea di rimuovere e distruggere le piante infette e tutte le piante ospiti (a prescindere dal loro stato di salute) in un raggio di 100 metri lungo i 20 chilometri di terreni al confine fra Brindisi e Taranto, la cosiddetta ‘fascia cuscinetto’ la cui vegetazione è stata condannata a morte per impedire – così dicono i provvedimenti – la diffusione del batterio verso Nord. Valutazioni che non convincono associazioni di cittadini e di agricoltori, in quanto non ancora supportate da ricerche scientifiche serie, circostanza che va alimentando in modo esponenziale il clima di sospetto sulle vere ragioni degli interventi di taglio o eradicazione degli alberi presumibilmente infetti.

Lo scorso maggio, ad esempio, gli agricoltori del comitato salentino Voce dell’Ulivo hanno lanciato una sfida a Bruxelles opponendosi al divieto di reimpianto, imposto dall’UE, di tutte le specie ritenute ospiti del batterio Xylella fastidiosa. Gli agricoltori, supportati anche da ricerche del CNR di Bari,  hanno infatti messo in evidenza come le varietà olivicole di leccino e frantoio, abbiano una buona, se non addirittura ottima, capacità di resistenza al batterio, per cui non ci sarebbero ragioni valide per non coltivarle. I motivi di tale resistenza dovrà stabilirli la scienza, senza peraltro dimenticare che la responsabilità finora posta a carico del batterio Xylella non è stata accertata in modo sicuro, sebbene sia indubbia la sua presenza sugli ulivi con sintomi di disseccamento. Manca però una seria verifica del rapporto causa-effetto. Ecco perchè gli agricoltori chiedono un monitoraggio attento del territorio, al momento assente, ed affermano che in mancanza di una deroga europea al reimpianto, hanno tutta l’intenzione di prendersela forzosamente, per salvaguardare il futuro del comparto olivicolo pugliese.

Intanto l’intera area olivicola, in provincia di Brindisi, rimane transennata e blindata da forestali, carabinieri e poliziotti per evitare l’accesso agli ambientalisti e ad eventuali altri contestatori.

L’OPINIONE DI LEGAMBIENTE SULLA VICENDA

La nostra Redazione ha sentito Antonella Gigliola Palazzo, responsabile del Circolo Legambiente ”Piaroa” di Oria, al fine di raccogliere il punto di vista di una delle più importanti assiciazioni ambientaliste italiane su questa complessa e a tratti drammatica vicenda. Lo trovate espresso nel comunicato che vi proponiamo integralmente:

L’intervento di abbattimento di alcuni alberi di olivo a causa del CoDiRo (complesso del disseccamento rapido degli olivi) realizzato dal Commissario Silletti e dal Servizio fitosanitario regionale a Oria, in contrada Frascata, nella mattina del 7 luglio suscita grande preoccupazione, anche per le modalità ed i criteri seguiti. Le immagini trasmesse dai mezzi di informazione regionali documentano l’impiego di ingenti mezzi e di un notevole spiegamento di forze dell’ordine. La violenza complessiva dell’operazione ha suscitato e suscita sdegno e condanna.

L’intervento è stato effettuato in ossequio alla decisione di esecuzione del 18 maggio 2015 della Commissione Europea. Purtroppo, però, permane la confusione che fin dall’inizio ha caratterizzato la gestione del problema Xylella. E’ significativo che siano stati emanati, a distanza di pochi giorni, due provvedimenti provenienti da istituzioni che, almeno apparentemente, si ignorano reciprocamente (la Determinazione del Dirigente servizio agricoltura della Regione Puglia del 1 giugno 2015, pubblicato sul BUR del 18 giugno 2015 e il Decreto 19 giugno 2015 del Ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali, pubblicato sulla GU del 29 giugno 2015). Ed è significativo che le misure adottate siano state attuate senza alcuna attenzione al coinvolgimento della cittadinanza e delle autorità locali.

A questo proposito occorre ricordare che la determinazione del dirigente regionale dava incarico al dirigente dell’osservatorio fitosanitario di trasmetterne copia, oltre che al Commissario Silletti, ai Presidenti delle Province ed ai Sindaci dei Comuni interessati, alle organizzazioni di categoria ed agli altri soggetti interessati. Peccato che il Sindaco di Oria abbia dichiarato in una intervista di non avere avuto alcuna notizia degli interventi programmati ad Oria. La confusione permane anche sulla utilità degli interventi di eradicazione, che non è provata sul piano scientifico, così come sulla natura esatta della patologia indicata come “complesso del disseccamento rapido degli olivi” e sul ruolo che al suo interno possano giocare fattori patogeni (tra i quali la Xylella) e ambientali (questi ultimi completamente trascurati).

L’intervento attuato ad Oria ripropone un approccio sbrigativo e semplificato al problema, basato su uno stile autoritativo che probabilmente intende soddisfare le aspettative di una Europa percepita, a sua volta, in termini solo autoritativi, o che forse semplicemente mira ad eliminare il problema in quanto questione della quale discutere. Ma che, ciò facendo, semplifica, in modo ancor più sbrigativo e verosimilmente dannoso, la complessità e le enormi implicazioni del problema Xylella. Una semplificazione che riguarda aspetti legati al livello della conoscenza scientifica disponibile, in particolare per quanto concerne i rimedi possibili e la valutazione comparativa dei costi e dei benefici a loro associati: aspetti che sono in parte ancora da verificare e da affinare; che rinvia alla dimensione economica, ed ai costi diretti e indiretti associati ad interventi che non potranno che avere effetti negativi sull’agricoltura e sul turismo; che coinvolge la dimensione sociale e culturale, fortemente segnata dall’abbattimento di un simbolo da secoli riconosciuto come tale nell’accidentato e assolato paesaggio salentino e pugliese.

In questo scenario, è urgente che l’intero sistema delle Autonomie Locali (Regione, Province e Comuni) affronti il problema secondo criteri di ragionevolezza e pacata considerazione degli elementi di criticità che emergono o che potrebbero emergere, coinvolgendo i cittadini anche attraverso le loro espressioni organizzate, con il fine di pervenire ad una soluzione che, oltre che condivisa al più alto grado possibile, possa riportare al centro del dibattito la questione, ineludibile, del futuro del territorio pugliese e salentino.

 

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