Visioni di Trapani, della turca Ayse C.

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Sicialia – Trapani – Ph. Ayse C. – All rights reserved – FdS: courtesy dell’Autrice

E’ la sua città preferita…quella che riesce a commuoverla, che la spinge a prendere l’aereo da Roma per raggiungerla il prima possibile…E questo forse perchè vi ha già vissuto in un’altra vita, come lei sospetta, o forse semplicemente perchè pur essendo la città della Sicilia geograficamente più ad Occidente sembra, insieme alla vicina Marsala, l’impronta più durevole dell’Oriente sull’isola. E’ la Trapani vista con gli occhi e lo spirito sensibilissimi della nostra lettrice turca Ayse C. che di Oriente ne sa qualcosa, se non altro per ragioni di nascita.

Protesa nel punto dell’isola in cui il Mediterraneo del Canale di Sicilia si incontra col Mar Tirreno, Trapani sembra sorta dalle nebbie del Mito, tanti e tali sono i fiabeschi racconti intorno alle sue origini. Uno di questi vuole che una falce caduta dalle mani di Cerere oppure di Saturno – quest’ultimo l’antico nume tutelare del luogo – si mutò in una lingua di terra arcuata sulla quale sorse poi la città, per tale forma detta appunto Drepanon (“falce” in greco antico). Nell’Eneide, Virgilio racconta invece che il padre di Enea, Anchise, morì a Drepanon e, dopo la fuga dell’eroe troiano da Didone, questi vi ritornò per celebrarvi dei giochi, i ludi novendiali. Se guardiamo poi allo strettissimo rapporto che questa città ha col mare, non possiamo non ricordare la leggenda dei fratelli Calamareonti: è credenza in Trapani, che nelle lunghe navigazioni s’incontrino qualche volta sette giovani belli e robusti che dritti vanno galleggiando fra le onde del mare immersi fino alla cintola. Sono appunto sette fratelli chiamati Calamareonti, il cui apparire annuncerebbe la tempesta ormai prossima.

 IL LUOGO

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