Trasformate in museo, tornano a vivere in Calabria le antiche Ferriere Borboniche

Fabbrica_d'armi_di_Mongiana

La Reale Fabbrica d’Armi di Mongiana (Vibo Valentia) dopo il restauro – Ph. marcuscalabresus – License

di Redazione Fds

Trasformate in museo dopo un accurato restauro, riaprono oggi (22 ottobre 2013), alle ore 10.00, le Reali Ferriere Borboniche di Mongiana, piccolo borgo delle Serre in provincia di Vibo Valentia. Ci troviamo in uno degli angoli più verdi della Calabria, ricchissimo di boschi e di acque, in un centro abitato che nacque nel 1771 proprio intorno alle Reali Ferriere e alla Fabbrica d’Armi qui impiantate dai Borbone, sovrani del Regno delle due Sicilie. Il nome del luogo pare sia da ricondursi al latino Montis Janua ovvero Porta della montagna oppure a Mons Janui ovvero Monte del Dio Giano, dio romano-italico del mutamento. Qui per circa un secolo operai, artigiani, impiegati, dirigenti e guarnigioni militari furono impegnati a svolgere un’attività produttiva che arrivò ad impiegare fino a 2800 persone. Appena dopo l’impianto di questa struttura industriale, un gruppo di studiosi fu mandato a studiare in Europa centrale gli altri centri siderurgici, il che permise di migliorare la combustione negli altiforni, di razionalizzare il ciclo produttivo e di aprire anche nuove miniere nel comune di Pazzano.

Con la cacciata dei Borboni e l’avvento del decennio francese, la situazione andò ancor più migliorando: si ammodernarono i forni fusori, vennero emessi regolamenti per lo sfruttamento boschivo, il polo venne restaurato e raddoppiato in dimensioni e la costruzione di un complesso più moderno fu dislocato nell’area delle Vecchie ferriere di Stilo. Nella zona si costruirono nuove ferriere tra cui la Robinson (alla confluenza tra le fiumare Allaro e Ninfo), una fonderia di cannoni e una fabbrica di fucili nella quale se ne fabbricavano solo i componenti. Fu anche potenziato il collegamento stradale tra le miniere di Pazzano e Mongiana. Migliorarono anche le condizioni dei lavoratori grazie ad un orario ridotto lavoro, assistenza medica, pensione e istruzione pubblica. Innovazioni che garantirono crescita e sviluppo al polo siderurgico calabrese e a tutti i suoi abitanti.

Grazie ai cambiamenti apportati durante il governo francese di Gioacchino Murat, si passò a una fase di produzione anche ad usi civili: dalla produzione del ferro per la ferrovia Napoli-Portici, prima ferrovia d’Italia, al ponte Real Ferdinando sul Garigliano e al Maria Cristina sul Calore. Alcuni funzionari a conoscenza delle evoluzioni della siderurgia francese nel 1838 iniziarono a modernizzare il complesso calabrese con l’utilizzo di carbone di Faggio ed altre tecniche innovative impiegate nelle fusioni a partire dalla metà del 1841. La fonderia di Mongiana, intanto, in quel periodo, con i 3 altiforni Santa Barbara, San Ferdinando e San Francesco sfornava ghisa in quantità che qualcuno ha paragonato a quelle di produzione inglese. Nel 1852 viene fatta costruire ad opera dell’Ingegnere e Architetto Domenico Fortunato Savino, una nuova fabbrica d’armi in sostituzione alla fabbrica di fucili del periodo francese: la Fabbrica d’armi di Mongiana. L’armeria è caratterizzata da 2 colonne doriche in ghisa di 4,80 metri d’altezza (v. immagine sopra nella photo gallery), volute dall’ingegnere come elemento di distinzione e di forza. Qui fu progettato un nuovo tipo di fucile a molla indietro, denominato Mongiana che andò a sostituire il vecchio modello francese 1842.

La presenza di tali industrie attirò in quest’area, dal XVI sec. (epoca delle Ferriere Fieramosca già appartenute a Carlo V) fino al XIX secolo, numerosi tecnici specializzati e imprenditori, provenienti dai distretti minerari europei (in particolare da Francia, Belgio, Austria, Spagna) e italiani (dalla Toscana, bergamasco e bresciano). Ma in realtà la presenza di insediamenti minerari risale già all’epoca romana, con attività riprese anche in epoca bizantina, normanna, sveva, aragonese, francese e da ultimo borbonica.

Parte integrante del complesso industriale e militare del Regno delle Due Sicilie e impianto di base per la produzione di materiali e semilavorati ferrosi poi rifiniti sia sul posto, che presso il polo siderurgico di Pietrarsa (Napoli), le Reali Ferriere di Mongiana vennero però alla fine travolte dalle vicende legate al processo di unificazione politica della penisola italiana, per cui furono messe in secondo piano da parte del governo sabaudo, ed iniziò un rapido declino che le portò a cessare le proprie attività nel 1881.

Il Museo delle Reali Ferriere che si inaugura oggi a Mongiana, va ad inserirsi in un progetto di Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria che copre l’intera vallata dello Stilaro e coinvolge diversi centri della zona. Lo scopo del progetto è quello della ricerca, studio, salvaguardia e promozione culturale del patrimonio dell’archeologia industriale calabrese, ed in particolare di quello esistente nella vallata dello Stilaro, definita “culla della prima industrializzazione meridionale”. Un’iniziativa che intende valorizzare tutte le risorse presenti sul territorio da quelle forestali a quelle minerarie, dalle paesaggistiche alle monumentali, anche per un recupero delle radici culturali degli stessi abitanti del luogo.

L’inaugurazione delle Reali Ferriere Borboniche di Mongiana sarà introdotta dal Presidente della Commissione Straordinaria del Comune di Mongiana Maria Carolina Ippolito, dopodiché interverranno il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, il progettista architetto Gennaro Matacena, il Presidente della Fondazione “Napoli Novantanove’ Mirella Barracco, il Direttore della Sovrintendenza dei Beni Culturali della Calabria Francesco Prosperetti e l’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri. Sono previste anche le testimonianze scientifiche di Vittorio Daniele dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro e Nicola Ruggieri dell’Universita’ della Calabria, per collocare i siti borbonici nel contesto storico. La manifestazione si svolge nell’ambito delle iniziative “Napoli e la Calabria attraverso i secoli” promosso dalle Regioni Calabria e Campania e realizzate dalla Fondazione “Napoli Novantanove”. “E’ il tentativo del recupero dell’identità di un popolo e della grande storia del Sud”, ha commentato l’Assessore Caligiuri, evidenziando che “si tratta di un tassello di un’importante operazione culturale”.

QUI un VIDEO di OUTDOORTV dedicato alle Reali Ferriere di Mongiana

 

IL LUOGO

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Un commento

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