Prosegue il Grand Tour in Calabria di Silvio Gatto. Quarta giornata

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di Redazione FdS

Quarta giornata per Calabria Grand Tour l’iniziativa che per 30 giorni sta portando in giro per la Calabria il giovane reporter Silvio GattoIl tour è partito dalla stazione di Palizzi Marina, lido dell’omonimo borgo aspromontano di poco più di duemila abitanti in provincia di Reggio Calabria,. Per un mese Silvio attraverserà la sua regione alla scoperta dei tesori nascosti, ma anche delle tante ferite inflitte al territorio soprattutto nell’ultimo cinquantennio.

Il percorso di Silvio si sviluppa per tappe, non troppo definite, lasciando così spazio anche all’inatteso. Si concentrerà sui singoli territori provinciali, portando il giovane viaggiatore a visitare i luoghi più suggestivi e le maggiori opere, interrogandosi sulla loro fruibilità e sulle loro condizioni. Silvio racconterà ed illustrerà parti importanti del suo viaggio con immagini e testi condivisi sui social network Facebook e Instagram, sul suo Blog personale e anche su Fame di Sud che darà gli aggiornamenti in tempo reale. Un modo per tentare di infrangere i tanti ed inveterati stereotipi su una regione che solo in pochi conoscono davvero e che Silvio intende raccontare con gli occhi di chi ne vive la quotidianità nei suoi aspetti positivi e negativi. Lo farà percorrendola a piedi, in macchina o in treno a seconda della situazione e della meta da raggiungere. Pernotterà a casa di amici lì dove gli sarà possibile, oppure ricorrerà a B&B situati in punti strategici lungo il suo percorso.

> rivedi la terza giornata (18 giugno)

CALABRIA GRAND TOUR – 19 GIUGNO

L’area archeologica dedicata alla villa romana del Naniglio, a Gioiosa Ionica, è chiusa. Entro da una vistosa lacerazione della recinzione. La prima impressione è quella di trovarmi all’interno di un cantiere abbandonato. Non c’è nessuno.

Villa del Naniglio, Gioiosa Ionica (RC)

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Come si può lasciare incustodito un mosaico del II secolo?

Villa romana del Naniglio, Gioiosa Ionica (RC)

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Un grosso cartello annuncia il progetto cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, con un importo di 600.000 euro: “Investiamo nel vostro futuro”

Sembrerebbe tutto fermo.

Le cisterne del Naniglio, un edificio termale caratterizzato da colonne e arcate in muratura.

Villa romana del Naniglio, Gioiosa Ionica (RC)

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L’apparire di Pentedattilo è perfettamente magico, e ripaga qualunque sacrificio fatto per raggiungerla. Selvagge sommità di pietra spuntano nell’aria, aride e chiaramente definite in forma (come dice il nome) di una mano gigantesca contro il cielo, le case di Pentedattilo sono incuneate all’interno delle spaccature e dei crepacci di questa piramide spaventosamente selvaggia, mentre tenebre e terrore covano sopra l’abisso attorno alla più strana abitazione umana.

Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1847

Pentedattilo (RC)

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La nuova centrale a carbone doveva sorgere sulle ceneri della ex Liquichimica di Saline Joniche. Lo stabilimento che produceva bio-proteine per mangimi animali venne chiuso dopo 48 ore. Solo dopo aver speso circa 1300 miliardi delle vecchie lire, le Istituzioni conclusero che la produzione era “altamente inquinante”. Spero, vivamente, che quest’area venga presto ripristinata.

Presso Saline Joniche (RC)

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Il castello di Sant’Aniceto sorge su un’altura rocciosa. Venne edificato, nel XI secolo, dai Bizantini come punto strategico e fortezza contro le insidie dei Saraceni. Poi, passato sotto il dominio dei Normanni, venne ampliato. Da poco ristrutturato, si mostra in tutto il suo splendore, avvolto da un paesaggio tetro e misterioso.

Motta San Giovanni (RC)

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La strada si snoda ripida, aggrappata a un fianco a picco di Capo dell’Armi, e la vista diventa splendida. Questo tratto della costa jonica calabrese è certamente il più africano d’Italia, quello in cui l’aria selvaggia è la più decisa e pungente. Greti sabbiosi dove fioriscono gli asfodeli, campi di narcisi dal cuore giallo e di grandi anemoni di velluto viola. […] E, come se non bastasse, montagne corrose, rocce aride e caotiche; un paese di frane e di catastrofi, dove gli dei degli inferi dovevano ossessionare l’immaginazione degli abitanti e dove si comprende la ragione dei templi innalzati da Locri alla temibile Persefone.

Hélène Tuzet, In Calabria durante il fascismo, 1928

Presso Motta San Giovanni (RC)

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…WORK IN PROGRESS > segui la quinta giornata

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