Nasce a San Mauro Forte il museo dedicato al Viaggio in Basilicata e ispirato a Cesare Malpica

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Il Palazzo Arcieri Bitonti, sede del Museo "In viaggio in Basilicata", XVIII sec. - Ph. © Francesco La Centra

Il Palazzo Arcieri Bitonti, sede del Museo “In viaggio in Basilicata”, XVIII sec. – Ph. © Francesco La Centra

“La Basilicata: il più bel paese d’Italia”
Cesare Malpica

di Alessandro Novoli

Paesaggio lucano - Ph. © Francesco La Centra

Paesaggio lucano (Mt) – Ph. © Francesco La Centra

La Basilicata è una regione che è impossibile non amare, una terra che ti prende l’anima col suo fascino arcaico, la bellezza e la varietà dei suoi paesaggi, il senso antico di ospitalità della sua gente, il gusto ancora autentico della sua gastronomia. Un angolo prezioso ma anche poco conosciuto della nostra Penisola che nel corso dei secoli ha attirato viaggiatori da ogni dove, le cui orme – spesso impresse su pagine oggi dimenticate – qualcuno ha deciso di ripercorrere, per offrire al visitatore odierno ulteriori sensibili prospettive secondo cui guardare a questa terra straordinaria. Un modo per amplificare il proprio sguardo attraverso l’altrui sguardo. Uno di questi viaggiatori fu Cesare Malpica, scrittore, giurista, storico e giornalista campano, non nuovo alle pagine di Famedisud che ospitano alcuni stralci di suoi popolari reportage di viaggio in Basilicata (Matera) e in Calabria (Cosenza) pubblicati verso la metà dell’Ottocento. Torniamo a parlare di lui perchè domenica 15 novembre, alle ore 17.30, aprirà al pubblico il Museo di Palazzo Arcieri Bitonti “In Viaggio In Basilicata”, nel borgo lucano di San Mauro Forte (Matera). Un museo che intende riproporre le suggestioni del viaggio effettuato nel 1847 da Cesare Malpica approdato, tra i vari paesi lucani toccati, anche a San Mauro Forte dove fu ospite del barone Francesco Arcieri.

L’idea di realizzare un museo all’interno della storica dimora di origine settecentesca, nasce dalla consapevolezza del crescente interesse che il territorio più interno della Basilicata suscita nei viaggiatori che la raggiungono, attratti dalle bellezze paesaggistiche dei luoghi e dalla loro importante storia. Attraverso l’installazione di modernissimi video proiettori e di appositi touchscreen, il visitatore potrà ritornare indietro nel tempo e ripercorrere virtualmente il viaggio di Malpica immortalato nel volume “In Basilicata. Impressioni”, oltre a scoprire gli altri innumerevoli “tour” di personaggi che nel corso dei secoli hanno raggiunto questa terra: un modo alternativo per essere introdotti alla conoscenza della Basilicata, l’inizio di un viaggio che da virtuale può trasformarsi in reale.

UN PERCORSO MULTIMEDIALE

Calanchi lucani - Ph. © Francesco La Centra

Calanchi lucani – Ph. © Francesco La Centra

Il percorso di visita multimediale – circa 300 mq articolati tra la vecchia stalla del palazzo, che conserva l’aspetto di un tempo, ed il locale attiguo in origine forse destinato a rimessa di carrozze – ruota intorno a tre punti focali: l’origine del moderno concetto di viaggio, la cui fonte risiede nel noto fenomeno del “Grand Tour”; la rievocazione del viaggio lucano effettuato nel 1847 dallo scrittore Cesare Malpica; il suggerimento di alcuni itinerari tematici alla scoperta di luoghi d’interesse, di opere d’arte, di eventi, di tradizioni, tutti strettamente legati al territorio circostante il borgo di San Mauro Forte e la città di Matera. Nella Sala ‘Grand Tour’ un complesso di pannelli didascalici consente di ripercorrere origini, storia e sviluppi di una tradizione che portò alcuni viaggiatori a spingersi fino alle terre lucane. Un dispositivo touch-screen integra la trattazione del “Grand Tour” segnalando i nomi degli intellettuali che durante il loro viaggio in Italia raggiunsero la Lucania, e le relative opere letterarie ispirate all’esplorazione della Basilicata. Nella Sala ”Malpica” si rievoca invece il viaggio dello scrittore campano attraverso una sintesi multimediale del suo libro “La Basilicata. Impressioni”.

Immagini di personaggi, oggetti e luoghi, si alternano a riprese filmate di alcune località da lui visitate, mentre la voce di attori dà vita ad alcuni passi del libro. Al termine, sulle pareti della sala vengono proiettate le immagini fotografiche di ambientazione lucana scattate da Francesco La Centra, molti dei cui lavori compaiono anche sulle pagine di Famedisud. Percorrendo a ritroso la rampa d’accesso,si accede ad un altro ambiente nel quale quattro grandi pannelli didascalici indicano altrettanti itinerari tematici da poter effettuare nel territorio circostante San Mauro Forte: dalla visita al patrimonio artistico alle bellezze paesaggistiche, dal parco letterario alle attività fruibili nei parchi naturali. La conoscenza dei luoghi e degli eventi legati ai citati itinerari è approfondibile on demand tramite contenuti di testo, immagini e video fruibili su un apposito schermo. Varcata la elegante corte del Palazzo Arcieri Bitonti, un grande portone in legno permetterà al visitatore di ritornare sulla piazza principale di S. Mauro Forte.

Il Museo è facilmente raggiungibile. Arrivati sulla bella piazza del paese, circondata dalla settecentesca facciata del palazzo, dalla Chiesa Madre e dall’imponente Torre normanna, si accede al suo ingresso aperto sulla facciata secondaria del palazzo, in via Roma, punto di snodo di una fitta serie di vicoli e strettoie che si dipanano nel cuore del centro storico del paese. Una scelta compiuta per introdurre il visitatore anche alle peculiarità urbanistiche del piccolo borgo rurale.

CESARE MALPICA, GIORNALISTA E COSPIRATORE

Cesare Malpica (1804-1848) in un'incisione d'epoca

Cesare Malpica (1804-1848) in un’incisione d’epoca

Malpica, nato a Capua da padre calabrese, scrive in un’epoca in cui è ancora viva la pratica del Grand Tour in Italia da parte dei viaggiatori stranieri, con i loro cahiers de voyage spesso destinati a diventare dei best-seller. Nel nostro Paese inizia però ad affermarsi il genere del resoconto di viaggio, una sorta di reportage ‘ante litteram’ che, soprattutto a partire dal secondo Ottocento, avrebbe cambiato il volto del giornalismo italiano alleggerendone la fisionomia e attenuandone – come ha scritto lo storico Valerio Castronovo – “il vecchio e greve schema del giornale formativo e dottrinario” e la sua immagine “grigia e austera”. Malpica si pone quindi quale precursore di autori come Edmondo De Amicis, Giovanni Faldella e altri, in un’attività da ”inviato” che – fra le sue altre destinazioni – lo ha portato a viaggiare in un Sud a quei tempi ancora universo sconosciuto ai più. Saranno pure narrazioni, le sue, non particolarmente approfondite, come ha rilevato qualche critico, ma in genere gli viene riconosciuta una capacità di racconto non priva di brio, di sapienza tecnico-stilistica, di varietà di ritmo narrativo e descrittivo.

La sua frenetica attività giornalistica, svolta in una vita brevissima (morì a 44 anni), si svolse soprattutto in periodici come Poliorama pittoresco, Lucifero, e altri, che a Napoli proliferavano nei primi anni del regno di Ferdinando II di Borbone, in un vago clima di libera stampa, permettendogli così di imporsi come l’esponente più rappresentativo del romanticismo napoletano. Ma a quanto pare i suoi viaggi in Puglia, Molise, a Roma, negli Abruzzi, in Toscana, Umbria, Calabria e Basilicata, non furono solo motivati dalla volontà di conoscere meglio e descrivere le Province dell’allora Regno delle Due Sicilie, ma – stando a quanto argomentano Giuseppe Settembrino e Michele Strazza nel libro “Viaggiatori in Basilicata (1777-1880)” – ebbero anche “lo scopo di tessere le fila e di tenere informati quanti operavano nelle diverse Province, in attesa degli eventi riformatori che i diversi cospiratori e sostenitori di una politica costituzionalista auspicavano”. Insomma un ritratto di Malpica cospiratore di idee liberali che sembra peraltro confermato dall’arresto subito a Salerno nel 1828 in quanto coinvolto nei preparativi di insurrezione messi in atto dalla setta dei Filadelfi, oltre che dalle figure con cui si relazionò nei suoi spostamenti. Arrestato insieme con altri cospiratori, fu trasferito nel carcere napoletano di S. Maria Apparente e poi in quello di Castelnuovo, esperienza dalla quale uscì assolto per aver, pare, deciso di collaborare con gli inquirenti.

Nel suo viaggio in Basilicata visitò  e descrisse luoghi come Vietri, Potenza, Albano di Lucania, Accettura, Salandra, Ferrandina, Miglionico, Matera, Palazzo San Gervasio, Venosa, Melfi, Rionero e i Laghi di Monticchio, Lagopesole, Avigliano e naturalmente San Mauro Forte dove, insieme al suo amico Pasquale Amodio, gran maestro della vendita carbonara “Giovane Italia”, fu ospite del barone Francesco Arcieri. Era primavera inoltrata e Malpica visitò la chiesa ammirando “la decenza con cui è custodita la casa del Signore, i nuovi abbellimenti onoran voi cittadini e la patria vostra”. Percorrendo le vie del paese notò le antiche mura “alzatesi in mezzo a deliziosi campi”, apprezzò la ricchezza dell’agricoltura e  la bellezza dei palazzi oltre a quella di una maestosa torre (appartenuta alla celebre famiglia Brancaccio) di cui scrisse “la serbano come memoria di un tempo che fu, come trionfo di mutate civiltà, come monumento del paese e fan bene”.

PALAZZO ARCIERI BITONTI, CUSTODE DELL’IDENTITA’ LUCANA

Portone di Palazzo Arcieri Bitonti, San Mauro Forte (Mt) - Ph. © Francesco La Centra

Portone di Palazzo Arcieri Bitonti, San Mauro Forte (Mt) – Ph. © Francesco La Centra

Il Palazzo Arcieri Bitonti in cui ha sede il Museo è stato dichiarato ufficialmente dal 2004 bene di interesse storico e artistico, grazie al suo impianto architettonico settecentesco di ispirazione napoletana, in parte influenzato dalle tendenze stilistiche del tardo barocco, per quanto alcuni elementi del fabbricato rivelino la presenza di una più antica dimora signorile. L’edificio si sviluppa su tre livelli secondo lo schema classico dei palazzi nobiliari di epoca borbonica, con piano terra in parte seminterrato destinato a deposito, stalle e rimesse, un piano rialzato per la servitù e il primo piano adibito a residenza gentilizia. Sul portale è ancora possibile ammirare lo stemma araldico con le parole FORTITUDO FIDELITAS GENEROSITAS, memore di una famiglia, quella degli Arcieri, che nel ‘700 riscattò dalla Corona il feudo di San Mauro, all’epoca non ancora insignito dell’appellativo di Forte. La creazione del museo “In Viaggio In Basilicata”, voluta dal dott. Pietro Bitonti, diretto discendente degli antichi proprietari, ha puntato al recupero e alla valorizzazione di un immobile di pregio storico ed artistico, alla sua fruizione in funzione della conservazione dell’identità culturale lucana, all’implementazione dell’offerta turistica regionale, e ad una moderna forma di sinergia con le altre iniziative culturali già presenti sul territorio.

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