L’iperrealismo del calabrese Diego Fazio, in arte DiegoKoi, ‘cantore’ dell’inquietudine contemporanea

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Diego Fazio, in arte DiegoKoi, accanto alla sua opera “Sono tutti bravi tranne me”, grafite su carta 100×70 cm – Ph. Diegokoi | Photogallery a fondo pagina

di Enzo Garofalo

Se a tutta prima le sue opere colpiscono per una perfezione tecnica che trae in inganno l’osservatore facendo scambiare i suoi disegni a matita o pastello su carta per immagini fotografiche (effetto sfocato compreso), a ben osservare la serie di lavori da lui prodotti a partire dai primi anni 2000, ci si rende conto che il prodigioso virtuosismo esecutivo è solo un dettaglio, certo significativo ma non totalizzante, di un’esigenza espressiva che affonda le proprie radici nella complessa sensibilità di un ragazzo di 24 anni. Parliamo di Diego Fazio, in arte DiegoKoi, calabrese di Feroleto Antico, un borgo in provincia di Catanzaro che difficilmente sarebbe venuto alla ribalta se non fosse stato per il giovane artista, che attraverso la biografia riportata sul suo sito web ne ha catapultato il nome in ogni angolo del pianeta.

Ebbene sì, la grande Rete ha giocato e sta giocando un ruolo determinante nella vita e nella carriera di questo artista. A partire dalla sua stessa formazione tecnica, come leggerete nell’intervista seguente, per arrivare a una circolazione talmente “virale” della sua arte da farne uno degli esempi più eclatanti di successo conseguito attraverso Internet. Galeotto è stato soprattutto il lancio della sua opera Sensazioni, un ritratto di ragazza col volto inondato d’acqua, che si fa davvero fatica a credere un disegno a matita su carta. Se solo si leggono i dati della sua notorietà su Internet – oggi nel bene e nel male diventata indiscutibile indice di popolarità per un personaggio – c’è da rimanere stupefatti. Se provate a digitare la parola “Diegokoi”, Google vi segnalerà ben 189 mila risultati, una cifra stratosferica se paragonata ai 685 mila di Maurizio Cattelan, conosciutissimo artista italiano contemporaneo presente da diversi anni sulla scena dell’arte internazionale. Ciò significa poco, direte giustamente: quello che conta nell’arte è la capacità di sviluppare un linguaggio personale che sia riconoscibile e di proporre una originale visione della realtà. Sacrosante verità con le quali l’esperienza artistica di DiegoKoi mostra chiari segni di coerenza. La sua è certamente una “poetica” in via di maturazione, ma già sembra riconoscersi nelle sue opere lo stigma di una personalità molto forte e consapevole di sè.

Se la capacità di mimesi rispetto alla realtà o alle immagini fotografiche a cui a volte fa riferimento è davvero impressionante – lo si nota in particolare nel controllo assoluto di chiaroscuri, proporzioni e prospettiva – dalle sue opere emerge comunque la capacità di andare oltre la superficie delle cose mettendo in atto una ricerca espressiva che finisce col conferire al soggetto rappresentato una “vita” autonoma rispetto alla fonte di ispirazione originale, oltre ad una particolare attenzione dell’artista verso tematiche sociali come l’inquietudine interiore che affligge sempre più il mondo contemporaneo e che si traduce ad es. nella paura dei giovani di non farcela, in un annichilente senso di vuoto, oppure il deprecabile fenomeno della violenza sulle donne. Senza trascurare il valore assegnato dall’artista allo sguardo umano, potente rivelatore di stati d’animo, oppure ad oggetti o elementi naturali che si fanno simbolo o metafora di qualcos’altro. A soli ventiquattro anni DiegoKoi ha certo ancora il tempo necessario per individuare più compiutamente e metabolizzare le proprie fonti di ispirazione, se solo saprà continuare a mettere il suo straordinario talento al servizio della curiosità, dell’esperienza e della conoscenza della vita e degli esseri umani, aspetti che per un artista risultano imprescindibili più che per chiunque altro.

Intanto, la sua presenza sul web tramite il sito ufficiale e profili personali sui principali social network, ha fatto sì che i media (da L’Huffington Post Usa e Italia, a Sky, a Deejay TV, alla giapponese Nottv, a centinaia fra siti e blog della Rete) si ‘impossessassero’ delle sue opere che stanno letteralmente facendo il giro del mondo, mentre richieste piovono da ogni dove, al punto da spingere Diego a mettere in diffusione più abbordabili digigrafie numerate, mentre le quotazioni degli originali su carta lievitano a vista d’occhio. Molti di tali originali si trovano già in collezioni di tutto il mondo (USA, Italia, Germania, Francia, Colombia, Singapore). Diversi e importanti sono i premi già vinti, fra cui quello conseguito nel 2012, quando tra circa 7000 partecipanti provenienti da ogni dove, DiegoKoi si è aggiudicato la selezione del Premio Internazionale Arte Laguna di Venezia con l’opera “Sentenza”; nello stesso anno ha vinto la selezione ed è arrivato finalista al prestigioso premio Cairo di Milano, con l’opera Raptus. Per cercare di scoprire qualcosa in più sulla sua storia personale e artistica lo abbiamo raggiunto per rivolgergli alcune domande.

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DiegoKoi in maschera veneziana mentre lavora alla sua opera Il nichilista, matita su carta 73×70 cm – FdS: courtesy DiegoKoi

DiegoKoi, a che età ha cominciato a disegnare e in che modo è iniziato il suo approccio al disegno?

Ho iniziato a disegnare fin da piccolo, quando mi dedicavo a riprodurre personaggi di alcuni cartoni animati. Poi con il passare del tempo sono passato a realizzare schizzi per tattoo, ispirandomi all’arte giapponese e soprattutto alle opere del pittore Katsushika Hokusai. Circa 4 anni fa, invece, ho fatto un ritratto a mia sorella e il risultato che sono riuscito ad ottenere mi ha stupito talmente tanto da spingermi sempre di più verso l’iperrealismo, cercando al tempo stesso di migliorarmi in ogni modo.

Che tipo di studi ha svolto in ambito artistico?

Sono un autodidatta. Tutto ciò che ho imparato lo devo a internet. Ho sempre studiato seguendo tutorial e acquisendo informazioni che trovavo in giro sul web.

A cosa si ispira il ‘suffisso’ Koi di chiara derivazione giapponese che compare nel suo nome d’arte?

Deriva dal nome della carpa Koi, la tipica carpa orientale. Ho scelto questo nome perché su questo pesce si narra una leggenda cinese secondo la quale c’era un tempo una carpa che riusciva a risalire il corso di una grande cascata, usando tutto il suo coraggio. Gli dei sorpresi dalla sua forza di volontà, decisero di trasformarla in un potente drago. Io voglio essere proprio come lei, nonostante le difficoltà voglio raggiungere il mio sogno e voglio che le persone riconoscano i miei sforzi e successi.

Perché proprio la scelta dell’iperrealismo? Ha avuto dei modelli in particolare che l’hanno ispirata?

Amo la ritrattistica in generale. Sono una persona che ricerca il bello e lo trova nell’iperrealismo. Semplicemente è la tecnica che trovo più affine a me. C’è un iperrealista molto famoso dal quale ho tratto ispirazione che è Gottfried Helnwein [pittore, scenografo e fotografo austriaco di origine irlandese – NdR].

Qualcuno ritiene che l’iperrealismo in arte sia solo un mero esercizio di virtuosismo grafico. Diverse sue opere sembrano invece dimostrare il contrario, concedendo ampio spazio ad una sua personale lettura della realtà. Lei cosa si sente di dire in proposito?

Credo che ognuno sia libero di pensare quello che ritiene più giusto. Io penso che dietro ogni opera iperrealista non ci sia solo virtuosismo tecnico, ma si nascondano le emozioni dell’artista, cosi come nelle mie opere sono racchiuse tutte le mie sensazioni, i miei pensieri e i miei stati d’animo.

A quali tematiche si sente più particolarmente sensibile come artista?

Ultimamente mi sento particolarmente toccato dalla tematica del femminicidio; infatti di recente ho realizzato due opere, Non c’è buio senza Luce e Implosione, che sono proprio centrate ad esprimere la mia condanna di questi atti, anche se diverse persone, travisando il messaggio, le hanno interpretate come una sorta di incitazione alla violenza.

Ci dice quali sono gli artisti, del passato e del presente, che ama di più?

Del passato amo soprattutto Caravaggio e la mia opera preferita è “Giuditta e Oloferne”, mentre degli artisti del presente ammiro soprattutto Gottfried Helnwein, dal quale ho tratto insegnamento e ispirazione.

Immagini delle sue opere spopolano sul web ed hanno un notevole seguito presso il pubblico straniero. Ha avuto già modo di tenere delle mostre all’estero o ne ha qualcuna in programma?

Si, ho già avuto la fortuna di esporre all’estero, precisamente a Singapore e ad Hong Kong. Ho altre mostre in programma fra cui la prossima che si terrà a New York.

In Italia per un giovane artista può essere particolarmente difficile riuscire a farsi notare e le difficoltà si moltiplicano se l’artista è del Sud. Da questo punto di vista ci piacerebbe sapere come sono stati i suoi inizi. Ha trovato ostacoli?

Ho trovato molti ostacoli, ma non perché io provenga dal sud Italia. Certamente non vengo da un paese in cui l’arte è al primo posto, ma alla fine ho trovato molte persone appassionate che mi hanno aiutato ad emergere. Probabilmente se fossi stato al nord avrei trovato le stesse difficoltà.

Considerato che le sue opere vengono a primo impatto scambiate per fotografie, ci spiega qual’è il suo rapporto personale con l’arte fotografica?

Il fatto che le persone scambino le mie opere per fotografie lo ritengo per me un onore, in quanto significa che la mia tecnica è perfetta e posso dire di aver lavorato molto per renderla tale. Quindi quando una persona si mostra incredula davanti ai miei lavori ed afferma che sono delle fotografie, non posso fare altro che esserne compiaciuto e prendere la cosa come un complimento e non come una critica. La fotografia mi piace, ma non è la mia arte.

A parte il disegno e la pittura, quali altre forme d’arte la affascinano?

Mi affascina la scultura moderna iperrealista, in particolare amo le opere di Ron Mueck.

Da novembre è in corso una sua mostra a Lamezia Terme presso la galleria Be Cause (Art Space). Ha già in programma altri imminenti progetti espositivi?

Come le dicevo prima ho già alcune mostre in programma. La prossima è ormai imminente ed inizierà la prima settimana di gennaio 2014 a New York. Per altre, invece, dobbiamo ancora scegliere le date ma sono già previste esposizioni in Messico, a Montecarlo, e sto cercando di organizzarne di nuove anche in Italia.

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DiegoKoi - Inconsistenza, matita su carta/legno 35x50 - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi al lavoro sull'opera 'Inconsistenza' - FdS: courtesy of DiegoKoi

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DiegoKoi - Diego-centrico, matita su carta, 21x23 - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Guerra e pace, matita su carta, 52x70 - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - L'artista al lavoro sull'opera 'Guerra e Pace', - FdS: courtesy of DiegoKoi

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DiegoKoi accanto all'opera 'Guerra e Pace', - FdS: courtesy of DiegoKoi

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DiegoKoi - Apparenza, grafite su carta, 50x25 - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Mosca, matita su carta - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Non c'è buio senza luce, matita su carta - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Implosione, matita su carta/legno 70x78 - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Raptus, grafite su carta 55x70 - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - DarKoi, matita su carta 55x79 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Presenza, matita su carta/legno 35x50 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Grace Kelly, matita su carta, 70x59 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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L'Artista al lavoro sull'opera 'Grace Kelly' - FdS: courtesy dell'Autore

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Ritratto fotografico dell'Artista - FdS: courtesy of DiegoKoi

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DiegoKoi - Sensazioni, matita su carta, 63x77 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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L'Artista mentre lavora sull'opera 'Sensazioni' - FdS: courtesy of DiegoKoi

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L'Artista mentre lavora sull'opera 'Sensazioni' - FdS: courtesy of DiegoKoi

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Gli attrezzi del mestiere - FdS: courtesy of DiegoKoi

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Lavorando al nuovo quadro, fotomanipolazione - FdS: courtesy of DiegoKoi

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DiegoKoi - Il vuoto, matita su carta 35x50 - FdS: courtesy dell'Autore

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L'Artista al lavoro sull'opera 'Nessuno mai' - FdS: courtesy DiegoKoi

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DiegoKoi - Nessuno mai, rafite su carta 55x70 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Rancore, serie 'Squilibri Interiori' - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Mi sento osservato' - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Sentenza, serie 'Squilibri Interiori' - FdS: courtesy dell'Autore

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L'Artista al lavoro sull'opera 'Sentenza' - FdS: courtesy DiegoKoi

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DiegoKoi - Sgravo, serie 'Squilibri Interiori' - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Trapasso, matita su carta/legno 69x77 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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L'Artista mentre lavora all'opera 'Trapasso' - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Virus, pastello su carta 34,5x23 cm - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Tanto nessuno mi accetterà, grafite su carta - FdS: courtesy dell'Autore

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DiegoKoi - Sono tutti bravi tranne me, grafite su carta 100x70 - FdS: courtesy dell'Autore

 
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