Linarite e Connellite: scoperti in Calabria altri due minerali rari

Cristalli di linarite - Ph. Christian Rewitzer

Cristalli di linarite – Ph. Christian Rewitzer | Image source

Si tratta della connellite e della linarite di cui per la prima volta viene comprovata scientificamente l’esistenza in Calabria

di Redazione FdS

Quando la luce ne attraversa i cristalli rivelano un colore che evoca quello del più bel mare di Calabria, terra che si conferma giacimento – fra i più ricchi e preziosi del Paese – di peculiarità naturalistiche di ogni genere, anche geologiche. E infatti stiamo parlando proprio di due minerali molto rari scoperti di recente da un team di studiosi dell’Università della Calabria, dell’Università di Bari e dell’Arpacal di Cosenza in una vecchia miniera di Barite, a Catanzaro, dove un anno fa gli stessi ricercatori avevano scoperto un altro minerale raro: la Wulfenite.

A distanza di poco più di un anno i ricercatori Andrea Bloise e Domenico Miriello (Unical), Luigi Dattola (Arpacal Cosenza), Ignazio Allegretta e Roberto Terzano (Università di Bari), firmano un nuovo articolo (pubblicato sulla rivista Data in Brief), in cui si annuncia la scoperta di altri due minerali, di cui per la prima volta viene comprovata scientificamente l’esistenza in Calabria. I due minerali, anche se di dimensioni millimetriche e sub-millimetricche, rivelano tutta la loro bellezza nell’abito, nella lucentezza e nel colore, uno splendido blu acceso. Si tratta della Linarite, un solfato di rame e piombo e la Connellite, un solfato idrato di rame.
 

Cristalli di connellite - Ph. Leon Hupperchs

Cristalli di connellite – Ph. Leon Hupperchs | image source

La Connellite prende il suo nome dal mineralogista inglese Arthur Connell che nel 1847 la scoprì in Cornovaglia e si presenta in cristalli aghiformi prismatici, talvolta in aggregati raggiati; in Italia ne era finora nota la presenza soltanto in Sardegna. La Linarite deriva invece il suo nome dalla città di Linares, in Spagna, ed è stata descritta per la prima volta nel 1822 dal cristallografo e mineralogista inglese Henri James Brooke. In natura si presenta in aggregati più o meno raggiati di cristalli aghiformi oppure in cristalli allungati isolati o raggruppati e anche in aggregati granulari; in Italia erano già noti cristalli in Lombardia, Veneto, Toscana e Sardegna.

Il rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, ha manifestato la sua soddisfazione per l’importanza della scoperta. “La nostra Università e in questo caso il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical, – ha detto Crisci – è sempre in prima linea nell’innovazione e nella produzione di nuova conoscenza; queste scoperte sono la dimostrazione di come lo studio delle Scienze della Terra, possa restituire alle nostre risorse naturali l’importanza che meritano nel panorama internazionale e rappresentano la naturale conseguenza delle ricadute che la terza missione può avere sul contesto socio-economico, mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze dall’Università al territorio”.

Domenico Miriello e Andrea Bloise, in occasione della prima scoperta, avevano dichiarato che “negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie innovative che consentono di esplorare il mondo delle micro-mineralizzazioni senza distruggere i preziosi minerali; si tratta di un filone di ricerca totalmente inesplorato in Calabria che, in un futuro assai prossimo, offrirà altre interessanti scoperte”. Così è stato e le nuove scoperte non sono tardate ad arrivare.

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