Il senso dei Calabresi per la Calabria. Se ne parla al Jamu Summer Festival

Le colline di S. Filippo di Pellaro (Reggio Calabria)

Le colline di S. Filippo di Pellaro (Reggio Calabria)

di Redazione FdS

In una congiuntura non facile per il Sud Italia, prende sempre più corpo nei pubblici dibattiti il tema della ‘restanza’ ossia della scelta di non abbandonare la propria terra, ma di cercare in essa, nelle sue risorse, naturali e culturali, la materia prima per la costruzione di un futuro sostenibile. A questo stesso tema si ispira la prima edizione del Jamu Summer Festival, organizzato a S. Filippo di Pellaro (Reggio Calabria) dall’omonima associazione. Jamu in dialetto calabrese significa ‘andiamo’ ma è un andare che non necessariamente si traduce in una fuga, avendo la stessa espressione anche l’ulteriore significato di ‘muoviamoci’ ossia di ‘diamoci da fare’. In tal senso il Festival ha avviato i suoi eventi, lo scorso 27 luglio, proprio con una riflessione a più voci sul restare come scelta possibile e sul partire come inizio di un viaggio che non recida il legame con il luogo delle origini e non escluda la possibilità di un ritorno. Proseguendo sullo stesso filo del discorso, le condizioni del restare o ritornare, per costruire una Calabria “altra”, sono il tema del secondo e ultimo appuntamento, Il senso dei sensi per la Calabriaprevisto per il 3 Agosto 2019, alle 21.30, sul sagrato della Chiesa di San Filippo, a S. Filippo di Pellaro (Area metropolitana di Reggio Calabria). All’incontro partecipano: Filippo Ambroggio, agronomo e scrittore; Carmelo Maria Musarella, docente Università Mediterranea (RC); Angelo Ventimiglia, scultore e direttore del MaVI, Museo Identitario all’Aperto di Villapiana (Cosenza).

Perché per riflettere sulle condizioni del restare o del tornare ci si interroga sui sensi?

Perché la conoscenza di noi stessi e del mondo avviene a partire da essi – spiegano gli organizzatori. Sin dal primo momento della Vita, stare al mondo è possibile grazie all’intreccio tra mente, corpo e ciò che ci circonda. Così come è una questione di sensi anche prendersi cura del bambino armonizzando parole, silenzi, sguardi, carezze; mettendosi in ascolto attento, sentendo gli odori che emana. Accade in quella relazione partecipe che si instaura con la madre e anche con le altre figure accudenti, che aiutano il bambino, durante la crescita, a dare senso a ciò che accade dentro e fuori di sé. È dentro questo lungo e faticoso processo che è possibile, sin da subito, con gradualità, educare al Bello. Le cose belle hanno crescita faticosa, sono fragili, soggette a cadute anche rovinose e sono possibili ovunque ci sia passione per la vita, “allenamento” allo stupore e alla meraviglia, capacità di valorizzare il meglio del passato, di immaginare il futuro restando saldi nelle difficoltà del presente. Ma se occorre essere consapevoli dei problemi che viviamo, delle difficoltà più o meno grandi che affrontiamo, abbiamo bisogno anche di conoscere bene ciò che può aiutarci a superarle, partendo da una narrazione delle esperienze positive. Per aiutare i nostri territori a guardare avanti, ad avere speranza.

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Sagrato della Chiesa di S. Filippo, S. Filippo di Pellaro (Reggio Calabria)

ore 21.30

Accesso libero

IL LUOGO

 

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