Cibo e archeologia: siglato accordo fra Parco di Paestum e Slow Food Cilento

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Paestum_tipici

A sin. il tempio di Nettuno, a Paestum, V° sec. a.C. [Ph. Kārlis Dambrāns | ccby2.0]. A destra la tradizionale mozzarella cilentana con il mirto

di Redazione FdS

Far avvicinare il pubblico all’archeologia attraverso il cibo e viceversa: è questo l’intento del protocollo di intesa stipulato ieri tra il Parco Archeologico di Paestum e Slow Food Cilento, coordinamento territoriale dell’associazione internazionale Slow Food, fondata in Italia ma dotata di 100.000 iscritti, volontari e sostenitori in 150 Paesi, con 1500 Condotte e una rete di 2000 comunità che praticano una produzione di cibo su piccola scala, sostenibile, di qualità. Sulla base di questo protocollo saranno avviati, nel corso del 2018 nel Parco archeologico di Paestum – museo autonomo del MiBACT – percorsi di Educazione del Gusto, anche attraverso la conoscenza diretta di prodotti e produttori presenti nel territorio cilentano.  Storie e racconti, tra antico e contemporaneo, si alterneranno con l’obiettivo di rafforzare sempre più il rapporto di collaborazione fra il sito archeologico e gli altri attori del territorio e di avvicinare sempre più i giovani alla storia, all’archeologia e al mito attraverso il cibo. Guardando al passato e riscoprendo la storia dei cibi, soprattutto quelli legati al territorio, si punterà a far acquisire la consapevolezza di quanto sia importante salvaguardare gli ancora numerosi cibi tradizionali di qualità presenti nell’area cilentana.

Il progetto naturalmente seguirà il motto di Slow Food che è “buono, pulito e giusto”: tre aggettivi che definiscono in modo semplice e diretto le caratteristiche che deve avere il cibo. Buono, relativamente al senso di piacere derivante dalle qualità organolettiche di un alimento, ma anche alla complessa sfera di sentimenti, ricordi e implicazioni identitarie derivanti dal valore affettivo del cibo; Pulito, ovvero prodotto nel rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente; Giusto, che vuol dire conforme ai concetti di giustizia sociale negli ambienti di produzione e di commercializzazione.

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