Adam’s Hand ®: nata in Puglia la prima mano bionica adattativa

Il team di BionIT Labs, la startup che ha ideato la mano bionica

di Redazione FdS

Adam’s Hand ®, un nome suggestivo che evocando il “primo uomo” sembra evocare anche l’inizio di una nuova ”era” per le persone con disabilità oltre che il primato della startup pugliese che ha ideato e realizzato la prima mano bionica al mondo in grado di adattarsi automaticamente alla forma e alle dimensioni degli oggetti impugnati. Parliamo di BionIT Labs, azienda medtech salentina (ha sede a Soleto, Lecce) che, dotata di una consolidata conoscenza scientifica e tecnologica e di spiccate sensibilità valoriali, è impegnata da nello sviluppo di dispositivi medici in grado di migliorare concretamente la qualità della vita delle persone con oggettive limitazioni fisiche.
 

Adam’s Hand® è una protesi mioelettrica che utilizza un solo motore per muovere tutte le dita e la cui capacità di presa – a differenza di altri dispositivi bionici presenti sul mercato – non richiede più all’utente di compiere difficili co-contrazioni, doppi o tripli impulsi per scegliere uno schema di presa pre-impostato, ma semplicemente decidere se aprire o chiudere il dispositivo, che si conformerà autonomamente all’oggetto impugnato. La protesi è composta da quattro componenti base: la “mano” vera e propria, i sensori EMG necessari per controllarla, un sistema di alimentazione necessario per far funzionare tutti i componenti e un invaso realizzato dal tecnico ortopedico su misura per ogni utente. A monte del funzionamento della protesi c’è la contrazione muscolare prodotta dalla persona. Dalla naturale attività elettrica delle fibre muscolari deriva infatti il cosiddetto segnale elettromiografico (EMG) che, grazie ad elettrodi di superficie, cioè elettrodi non invasivi posizionati sulla cute dell’utilizzatore, si traduce in un comando eseguibile dalla protesi. Nel caso della mano gli elettrodi sono posizionati all’interno dell’invaso a contatto con la muscolatura residua del braccio o dell’avambraccio.

Il percorso di BionIT Labs, azienda nata e cresciuta anche grazie ai finanziamenti della Regione Puglia PIN – Pugliesi Innovativi e Tecnonidi, sostenuti dalla Programmazione Operativa Regionale (POR) 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo (FSE) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), è iniziato nel 2018 quando il progetto per la Adam’s Hand® è stato selezionato dalla Regione Puglia tra le più interessanti giovani idee imprenditoriali, riconoscimento al quale ha fatto seguito l’assegnazione  dello “SME instrument phase I”, di “Brevetti +” e per due volte di “Tecnonidi”, chiudendo, infine, a ottobre 2021 un seed round di investimento di 3.5M euro con CDP venture Capital ed Equiter attraverso il fondo RIF. Nel 2022 infine è arrivato il lancio sul mercato europeo attraverso il primo distributore ufficiale, Uniprox, che si occupa della distribuzione del dispositivo nell’area DACH (Paesi europei che compongono l’area linguistica tedesca).
 

 
Diversi i riscontri su quanto la Adam’s Hand® stia cambiando la vita delle persone a cui è stata applicata: emblematico è il caso di Michele, nato con agenesia dell’arto superiore destro, che essendo rimasto colpito dalla presentazione della protesi bionica, ha avuto modo di testarne con entusiasmo tutte le potenzialità. Un successo per la scienza medica, per il mondo dell’innovazione tecnologica e anche per quegli enti pubblici che, come la Regione Puglia, scelgono di sostenerlo offrendo alle startup opportunità di finanziamento che si traducono in un vantaggio per l’intera comunità; e ciò nella misura in cui quanto viene prodotto, oltre ad assicurare all’azienda importanti risultati sul mercato internazionale, è concretamente in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. “Chiunque oggi presenti una disabilità – ha dichiarato Giovanni Zappatore, CEO e founder di BionIT Labs – è continuamente costretto ad adattarsi ad un ambiente non progettato considerando le sue necessità, ma seguendo i bisogni e i desideri della maggior parte della popolazione “normodotata”. Poche e poco adeguate, quando presenti, sono le interfacce che permettono a persone con disabilità motorie, visive, uditive o di qualsiasi altro tipo di rapportarsi in modo autonomo ed efficace con l’ambiente che le circonda e con gli altri individui. Il nostro compito è quindi quello di dare vita a delle tecnologie innovative che possano migliorare concretamente la qualità della vita di chi ne ha più bisogno, creando quindi un mondo più equo.”/em>

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