Se muore il Sud. Il nuovo libro di Rizzo e Stella attacca la classe dirigente inetta e corrotta ed auspica una possibile svolta

rizzo stella

di Redazione FdS

Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, due nomi alla ribalta del giornalismo d’inchiesta italiano (sono gli autori del grande successo de “La Casta”)  arrivano in libreria a partire dal prossimo 27 novembre con il loro nuovo libro Se muore il Sud, edito dalla Feltrinelli (320 pp. – 19,00 euro). Il volume si annuncia come una riflessione ad ampio spettro su un territorio fatto di luoghi meravigliosi, di tesori di arte e cultura, ma anche di risorse economiche e imprenditoriali dimenticati, sprecati, polverizzati. Una terra che potrebbe trainare lo sviluppo del Paese e che invece è stata occupata dalla malavita e dalla malapolitica.

In diverse dichiarazioni rilasciate dagli autori in prossimità dell’uscita del volume, essi raccontano Se muore il Sud  come un libro a favore del Mezzogiorno, un lavoro di inchiesta che non si limita ad enumerarne gli aspetti negativi, sebbene siano questi ad occupare il più ampio spazio. “Il nostro – dice Stella – è un libro sul Mezzogiorno, con particolare attenzione ai suoi problemi, alla sua disperazione,  e contro la sua classe dirigente. Un libro sui meridionali traditi da una classe dirigente assolutamente scarsa, corrotta e incapace, anche se ovviamente ci sono luminose eccezioni”. I due giornalisti credono tuttavia che ci sia ancora una speranza nonostante le cose peggiori che abbia potuto ‘regalare’ al Sud una classe dirigente inetta e corrotta. La consapevolezza principale che mira a trasmettere questo libro è che il Sud è stato totalmente abbandonato, anche culturalmente, e non soltanto economicamente. “Questa è una cosa gravissima – dicono –  bisogna a tutti i costi che si recuperino le cose più importanti e più virtuose che ha il Mezzogiorno, le sue tante energie formidabili, che possono essere gli elementi da cui ripartire. Abbiamo infatti voluto anche raccontare delle storie che ci danno una speranza e soprattutto la consapevolezza che il Sud non può morire, perchè se muore il sud muore l’Italia.” Ripartire  da quelle energie formidabili e dalla consapevolezza che il Sud ha arricchito il mondo intero con l’azione di grandi uomini è l’idea chiave sulla cui base costruire una svolta, una sterzata, senza la quale “si rischia davvero che il Sud sprofondi. E se sprofonda trascina giù anche l’Italia.

Stella e Rizzo stigmatizzano inoltre l’illusione coltivata da qualcuno che fosse il Nord a dover fare da traino al Sud, un sogno che non ha avuto riscontri. “Pertanto qui o ci si salva insieme o si affonda insieme”. I due giornalisti non trascurano le responsabilità enormi avute dal Nord nel processo di degrado del Sud, ed evocano il discorso di Salvemini del ’22 in cui lo storico e politico meridionale dice che “la peggiore classe dirigente del Nord si è alleata con la peggiore classe dirigente del Sud.”  E a tal proposito citano cosa sta avvenendo con il dilagare della criminalità organizzata al Nord, tema a cui è dedicato un capitolo doloroso del libro nel quale si mette a fuoco un fenomeno macroscopico che  sembra ignorato del tutto dalla classe politica nazionale.

Nel  libro si racconta anche di come le imprese del Nord “hanno sfruttato il Sud, saccheggiato le provvidenze pubbliche come la Cassa per il Mezzogiorno”, e di come la classe dirigente del Nord abbia “strumentalizzato certe nefandezze per pure questioni di consenso elettorale…”. Dal libro emerge quindi un Nord dalle responsabilità enormi, “e chi fa finta di non vederle – dice Rizzo – ha una colpa gravissima.” Naturalmente quest’opera non fa sconti a tutti gli errori ed orrori commessi dalla classe dirigente meridionale “con la ‘ricattata’ complicità di molti cittadini del Mezzogiorno che messi nella condizione di inserirsi in questo sistema o di esserne esclusi, si sono lasciati tirar dentro questo meccanismo di puro ricatto, del tipo “io ti distribuisco delle briciole e tu mi dai in cambio il voto”.

Il pensiero degli autori corre poi all’ambiente nel Mezzogiorno “questo paradiso autentico che forse immeritatamente ci è stato tramandato in eredità.  Alcuni dei luoghi più belli sono stati distrutti: pensiamo all’agro casertano e a quello che sta accadendo con la vicenda dei rifiuti nella Terra dei Fuochi. Lì sono stati commessi dei crimini contro l’umanità” per i quali nessuno ancora è stato chiamato a pagare.

Gli autori rilevano infine come tali condizioni abbiano talvolta alimentato un disinteresse penetrato a livello sociale verso il proprio territorio e la propria stessa esistenza (e citano il caso dei due camorristi intercettati, l’uno dei quali sembra farsi scrupolo del grado di inquinamento provocato anche all’acqua da bere, mentre l’altro lo invita a fregarsene ricorrendo all’acquisto dell’acqua minerale).

Un libro così intensamente ed emotivamente partecipato dai due autori non poteva che essere nato di getto, “muovendo – conclude Stella – dal fatto che il Sud in qualche modo sembra essere dato per perso dalla politica nazionale, dai cui orizzonti è effettivamente scomparso. E viene dato per perso anche dal Nord, così come da tanti meridionali che si sono in qualche modo rassegnati. Noi invece ci rifiutiamo di darlo per perso ed abbiamo ritenuto essenziale fare il punto della situazione attuale per capire cosa ancora si può fare per determinare una svolta”.

 

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