Voci intime e suoni magici al Bari International Music Festival. Sherezade Panthaki e Liya Petrova “astri” sfolgoranti nella notte barese

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Da sin. il violoncellista Jonah Kim, la violista Molly Carr e i violinisti Dennis Kim e Liya Petrova, al Bari International Music Festival, Chiesa di Santa Teresa dei Maschi – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

di Enzo Garofalo

Da tre anni nella notte barese risplende una nuova costellazione che ogni volta si rinnova. È quella dei giovanissimi organizzatori e musicisti del BIMF – Bari International Music Festival che, fra presenze fisse e nuovi arrivi, sono riusciti a creare uno dei Festival di musica da camera più belli d’Italia. Ho parlato di loro in occasione del debutto all’Auditorium Vallisa, lo scorso 24 maggio, e torno ad occuparmene all’indomani del secondo mirabile concerto tenutosi ieri sera nella chiesa barocca di Santa Teresa dei Maschi, sede del festival fino alla sua conclusione il prossimo 7 giugno. La formula, molto semplice, di questo festival, è quella di avere tutti gli ingredienti per appassionare il pubblico, cosa che puntualmente accade da tre anni con il tutto esaurito a ogni data: proposte musicali di grande ricercatezza e bellezza; artisti giovanissimi ma di riconosciuto talento; desiderio di creare un legame con la comunità in cui si esibiscono e tengono stage nei giorni della manifestazione; il loro vivere la musica non come una semplice professione ma come un momento di gioia e arte da condividere con gli altri.

Ieri sera le “voci intime” che danno il titolo alla rassegna di quest’anno, si sono manifestate in tutta la loro suggestione con una selezione di pezzi ad alto tasso di coinvolgimento emotivo, come sempre presentati da Stefania Gianfrancesco, management director del Festival. Hanno aperto il concerto quattro celebri lieder di Richard Strauss (Ständchen, Morgen, Die Nacht, Amor) affidati alla voce del soprano Sherezade Panthaki che abbiamo ascoltato anche nel concerto d’esordio del Festival. Nonostante il diverso contesto acustico, per certi versi più ‘’difficile’’ data la ridondanza sonora dell’ambiente, fortunatamente attenuata dalla presenza del pubblico, l’artista ha confermato le sue eccellenti qualità vocali: morbida rotondità e nitidezza dei suoni, omogeneità nei cambi di registro, acuti sicuri e sonori, fraseggio elegante, perfetta intonazione e pronuncia chiara e scolpita.

I lieder di Strauss presentati sono tratti da una lunga serie di composizioni dedicate a testi poetici di evocativa bellezza, di cui il compositore riesce a delineare l’intimistico immaginario in pennellate sonore che hanno l’efficacia espressiva delle sue opere più complesse. Sherezade Panthaki li ha resi con rimarchevoli doti di immedesimazione espressiva, sebbene il risultato possa essere ulteriormente affinato sottraendo un po’ di dolcezza “cullante” a vantaggio di una maggiore austerità, più coerente con il romanticismo straussiano. L’accompagnamento, per solo pianoforte, è stato affidato alle abilissime mani del pianista australiano David Fung che è anche direttore artistico del Festival. Fung è ormai da tre anni una garanzia di qualità artistica, profusa nelle sue personali esecuzioni come nella scelta degli artisti e dei programmi che animano questo Festival. Nei lieder di Strauss ha reso con tocco sensibile ed elegante le atmosfere ora rarefatte ora passionali di questa straordinarie poesie musicali.

Niente testi da declamare, ma una sola vocale da modulare sulle note di una struggente melodia, quella scritta da Sergei Rachmaninov in Vocalise, il brano composto nel 1912 e dedicato ad Antonina Nezhdanova, grande soprano di coloratura dell’epoca. Un’esaltazione della bellezza della voce umana che ha trovato in Sherazade Panthaki l’interprete perfetta, così come eccellente e calibratissimo è stato l’accompagnamento al pianoforte affidato a Fernando Altamura, che è anche direttore esecutivo del Festival. Il sognante lirismo del pezzo ha letteralmente rapito il pubblico trasportandolo in una dimensione eterea, nella quale ciascuno avrà certamente sentito riecheggiare le proprie “voces intimae”. In fondo la musica non è che questo, un mezzo per entrare in contatto con il nostro mondo interiore prima ancora che con quello dell’autore.

Ancora più rarefatta l’atmosfera è diventata con il brano Spigel im Spiegel (Specchio nello Specchio) per violino e pianoforte del celebre compositore estone Arvo Pärt, esempio raro di autore contemporaneo dalla profonda conoscenza musicale posta al servizio di un’estetica personale assolutamente originale, nel suo caso troppo semplicisticamente da taluno ascritta alla categoria del minimalismo. Rifuggendo ogni forma di linguaggio involuto ha preferito muoversi nella direzione di una semplicità densa di emozioni e significati, come in questo straordinario “ritratto” musicale dell’Infinito, nel quale suoni ed accordi si ripetono come il riflesso di uno specchio in un altro specchio, dando la sensazione che la musica possa continuare per sempre. L’esecuzione del brano è stata l’occasione per scoprire la solista bulgara Liya Petrova che ha portato il “canto” del suo violino a vertici di inusitata bellezza, mostrando un controllo assoluto dello strumento in un pezzo che esige il massimo dell’intonazione e dell’espressione, entrambe perfettamente garantite. Impeccabile l’intesa con il pianista Fernando Altamura che ha dato un’ulteriore prova delle sue ottime qualità di interprete.

Abbiamo ritrovato Liya Petrova anche nell’ultimo pezzo in programma, il lungo e complesso Quartetto in re minore, Op. 56, Voces Intimae, del compositore finlandese Jean Sibelius, nel quale la violinista ha mostrato una forza espressiva e un temperamento assolutamente sbalorditivi. Ha eseguito il pezzo insieme ad altri tre pregiatissimi interpreti come Dennis Kim al violino, Molly Carr alla viola e Jonah Kim al violoncello. Il gruppo ha raggiunto un’intesa perfetta che ha permesso di cogliere tutte le sfumature più sottili di questo brano, compresi quei tre accordi minori isolati – denominati appunto dall’autore ‘’voces intimae’’–  volti a rivelare un piccolo frammento del mondo interiore di Sibelius, peraltro mai del tutto esplorabile come non lo è quello di qualsiasi essere umano.

Prossimi concerti: 31 maggio, 4 giugno, 7 giugno, Chiesa di S. Teresa dei Maschi (via Lamberti 4, Borgo Antico di Bari, zona Cattedrale)

 

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