Sicilian eyes, scatto di Stefano Mortellaro

“E una donna che reggeva un bambino al seno disse:

Parlaci dei Figli. 

E lui disse: 

I vostri figli non sono figli vostri. 

Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa. 

Essi vengono attraverso di voi,
ma non da voi,
e benché vivano con voi non vi appartengono. 

Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
essi hanno i loro pensieri. 

Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. 

Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farli simili a voi:
la vita procede e non s’attarda sul passato. 

Voi siete gli archi da cui i figli,
come frecce vive, sono scoccate in avanti. 

L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere; 

poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell’arco.”

Khalil Gibran, Il Profeta, 1923

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