Puglia: individuato a Castro il basamento del tempio di Athena

Puglia – Ricostruzione del frontone del tempio di Atena/Minerva, a Castro (Lecce) – Ph. Colar | CCBY-SA3.0 |

Puglia – Ricostruzione del frontone del tempio di Atena/Minerva, a Castro (Lecce) – Ph. Colar | CCBY-SA3.0

di Redazione FdS

Lo scavo del tempio di Athena a Castro (Lecce), al quale gli archeologi stanno ormai lavorando da diversi anni, ha tutte le caratteristiche di un mosaico le cui tessere vanno via via ritrovando la loro giusta posizione, definendo un “disegno” che ha tutta la suggestione del Mito. Siamo in uno dei luoghi più affascinanti del Mediterraneo, lungo la costa di una terra, la Puglia, meta di un turismo sempre più internazionale, dove le bellezze naturali fanno da prezioso scrigno a una storia plurimillenaria, ancora troppo poco raccontata; una storia che spesso si giova, come in questo caso, di quelle magiche atmosfere che solo la grande poesia e la grande letteratura sanno evocare. Nel parlare di Castro e del suo tempio ritrovato, vediamo entrare in gioco Virgilio, il vate dell’Eneide, poema che celebra le gesta dell’eroe troiano Enea, il cui viaggio verso le italiche sponde mirò a risarcire il suo popolo della patria perduta, e lo fece gettando le basi per la costruzione di una nuova città e di una nuova civiltà, quella di Roma. Ebbene, nel libro III del poema leggiamo di un porto che “si curva in arco contro il mare d’oriente”, con due promontori che “schiumano sotto l’urto delle onde e il porto vi sta nascosto”, mentre “gli scogli come torri proiettano due braccia che sembrano muraglie” e “il tempio è lassù in alto, ben lontano dal mare”. La lettura incrociata di fonti letterarie, dati topografici e recenti scoperte archeologiche, è andata accreditando in modo insistente l’ipotesi che il primo approdo di Enea coincida con Castro (Lecce) e che il cuore di Castrum Minervae – tale fu il nome dell’insediamento in età romana – altro non fosse che il più antico Athenaion probabile ispiratore dei versi virgiliani.
 

Vista dell'Adriatico da Castro (Lecce) – Ph. © Alesssandro Romano

Vista del mare Adriatico da Castro (Lecce) – Ph. © Alessandro Romano

Le scoperte archeologiche, entrate nel vivo dell’attenzione mediatica nel 2015 con il ritrovamento di un monumentale busto acefalo di Athena datato al III secolo a.C., parlavano infatti da tempo di frequentazioni molto più arcaiche di questo stesso luogo. Poco dopo è stata la volta del recupero di una delle mani della vergine guerriera e, nel 2017, del rinvenimento dell’altare della dea, unica mensa sacra monumentale di tipo greco presente in Puglia. Nel 2020 è riemerso l’imponente muro di terrazzamento del tempio e nel 2021 parti dei piedi e un pezzo di una seconda statua colossale gemella del busto della dea rinvenuto nell’estate del 2015, oltre a frammenti riferibili ad una quindicina di statue, realizzate sia in calcare sia in marmo proveniente dalle isole greche Cicladi, e a diversi vasi con iscrizioni dipinte in lingua greca e messapica;  il tutto preceduto e intervallato dal ritrovamento di numerose altre tracce che sicuramente andranno in futuro a comporre il quadro, si spera completo, della storia di questo luogo. Ad aggiungere  un nuovo rilevante particolare a tale quadro è ora la individuazione del basamento del tempio dedicato ad Athena, la cui presenza è stata rilevata da recenti indagini geofisiche.
 

Scorcio dell'area archeologica di Castro riferibile al tempio di Athena - Courtesy of Soprintendenza Archeologica della Puglia

Scorcio dell’area archeologica di Castro riferibile al tempio di Athena – Courtesy of Soprintendenza Archeologica della Puglia

La notizia è stata resa nota da Francesco D’Andria, professore emerito dell’Università del Salento nonché coordinatore dell’équipe di studiosi e archeologi impegnati da tempo a Castro in località Capanne, sede dei numerosi ritrovamenti. L’individuazione – che dovrà essere confermata da una apposita campagna di scavo – è avvenuta  in un terreno di proprietà privata di circa 300 metri quadrati, nei pressi della preesistente area archeologica. Sono ora in corso le trattative col proprietario per l’acquisizione del terreno, trattative che vedono coinvolti la Soprintendenza all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio e il Comune di Castro più che mai deciso a far riemergere l’intera area sacra, della quale – come già accennato – è stata riportata alla luce una parte significativa con l’altare e il muro di terrazzamento del tempio definito dagli esperti “un capolavoro della tecnica muraria del quarto secolo avanti Cristo”. Nell’attesa i lavori proseguono grazie al rilevante contributo economico del professor Francesco De Sio Lazzari, figlio del geologo Antonio Lazzari a cui è intitolato il Museo cittadino, e dell’associazione femminile Inner Wheel Tricase-Capo di Leuca, che ha raccolto tra le iscritte una somma considerevole. Ora – ha spiegato D’Andria – si attende la risposta della Regione Puglia alla quale è stata avanzata richiesta di un milione di euro per realizzare a Castro un grande parco archeologico, così come si confida nelle risorse del PNRR per valorizzare una realtà già diventata di grande richiamo turistico grazie al Museo e ai preziosi reperti in esposizione provenienti dall’area del tempio. In programma anche una collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Taranto per l’organizzazione di una mostra e di un convegno sui rapporti tra Castro e la celebre colonia magno-greca affacciata sullo Jonio.

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