Nuovo progetto SS106 jonica. L’architetto Silenzi Viselli spara a zero contro le amministrazioni di Cassano e Villapiana favorevoli al tracciato

Anas nuova-nuova 106 su Sybaris arcaica

La carta elaborata dall’architetto Silenzi Viselli che segnala la presunta sede della Sibari arcaica

di Redazione FdS

I nostri lettori hanno sentito parlare per la prima volta dell’architetto Maurizio Silenzi Viselli sulle pagine del nostro magazine in occasione della interessante conferenza da lui tenuta lo scorso gennaio al museo di Sibari nella quale ha esposto le sue teorie in merito alla reale ubicazione della prima Sibari, ossia la colonia edificata nell’VIII sec. dagli Achei e poi distrutta dai Crotoniati nel 510 a.C., dopo una guerra durata 70 giorni; città al cui crollo fece seguito, nel 444-443 a.C., la fondazione panellenica di Thurii, successivamente assoggettata dai Lucani e quindi trasformata dai Romani, nel 193 a.C., in una colonia denominata Copia.

In occasione di quella conferenza, del tutto disertata dagli addetti ai lavori evidentemente contrari all’intervento controcorrente di un outsider su un argomento dato per analizzato a sufficienza, una platea gremitissima ha avuto modo di apprendere che secondo l’architetto l’attuale area archeologica, appartenente alla colonia di Thurii, non celerebbe alcunchè negli strati di terreno sottostanti e che il sito della prima Sibari sarebbe da cercare in un punto più discosto dal litorale jonico, sebbene a non molta distanza dagli scavi attuali. In questi giorni si è appresa notizia dell’uscita del volume edito dalla Pro Loco di Trebisacce, dal Rotary Club di Rossano-Corigliano-Sybaris e dalla Sybaris Tour e contenente il testo di quella conferenza, ora a disposizione di chiunque. Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, lo scorso mercoledì 9 aprile, ha ricevuto nel suo studio la dott.ssa Rita Tagliati che, a nome dell’arch. Maurizio Silenzi Viselli, gli ha consegnato il libro “Sibari, questa sconosciuta?” nella sperata prospettiva che qualcuno nelle alte sfere si decida a promuovere un qualche saggio di scavo. La faccenda sembrerebbe assumere una certa rilevanza soprattutto nella ormai imminente costruzione del nuovo tracciato della Statale 106 jonica che andrebbe ad attraversare proprio l’area sospettata di celare i preziosi resti della Sibari primigenia.  Ed è proprio in merito a questo progetto, e ad altre questioni, che l’architetto Silenzi Viselli ha diffuso nei giorni scorsi tre lettere aperte, in due delle quali critica duramente, sia pure sul filo dell’ironia, l’atteggiamento, a suo dire, acriticamente favorevole al progetto da parte delle amministrazioni di Cassano allo Jonio e Villapiana, mentre nella terza attacca il recente stanziamento di 500 mila euro per l’area archeologica di Broglio a Trebisacce. Abbiamo deciso di pubblicare queste lettere perchè in un dibattito come quello apertosi intorno al 3° Megalotto Roseto-Sibari della SS106, che sta coinvolgendo in modo acceso amministrazioni e progettisti, o come quello in corso sulla perenne penuria di fondi destinabili alla gestione dei beni culturali, ci pare giusto dare spazio anche a voci ”non istituzionali”.

L’ANAS, a Cassano, ha messo in scena una storica rievocazione teatrale: la tragedia greca del 3° megalotto Roseto-Sibari

Informo con piacere che si è svolta una importante rievocazione storica ed artistica nel territorio della Magna Grecia, e più precisamente proprio a Cassano. Del resto, se non qui, dove? Infatti la sofisticata sceneggiatura si è rifatta addirittura alle origini del coro ciclico per il ditirambo in onore di Dioniso, introdotta da Arione (poeta e musico di Metimna) alla fine del 7° secolo a.C. Occorre ricordare che fu proprio dal ditirambo di questo arcaico artista, che sarebbe poi nata la tragedia attica.

Promotrice e finanziatrice di questa importante celebrazione culturale è stata l’ANAS. Il teatro scelto per lo svolgimento dello spettacolo è stato quello della piana di Sibari. La tragedia rappresentata è stata quella del progetto per il cosiddetto 3° megalotto della nuova-nuova 106 Roseto-Sibari.

Personaggi ed interpreti. Arione: il poeta Fabio Pugliese (che ha già scritto numerosissime liriche in esaltazione dell’ANAS). Il Coro ciclico per il ditirambo: il Consiglio Comunale di Cassano, che ha declamato ed approvato all’unanimità il testo della tragedia.

L’unanimità ha sottolineato, se ce ne fosse stato bisogno, il perfetto accordo del coro. Se, e lo dico per assurda ipotesi, anche uno solo degli artisti, avesse espresso una qualche perplessità su alcuni aspetti del componimento lirico, che so, sempre per paradosso, sul danno ambientale e lo sperpero economico di un’ulteriore sfettucciamento della piana di Sibari con sei nuove corsie a monte delle tre già esistenti, invece di un semplice loro raddoppiamento, con questo dubbio avrebbe infranto l’armonia della rappresentazione. Che invece è stata assolutamente e magicamente perfetta.

Non oso nemmeno pensare al disastro artistico che si sarebbe potuto verificare, se solo l’Assessora alla Cultura avesse, con una stonata obiezione, sostenuto il pericolo di tranciare di nuovo, come già fatto con la nuova 106, l’area archeologica contenente l’arcaica Sybaris. Essa, giustamente, ha steso un pietoso velo sul fatto di avere assistito alla conferenza nel Museo Nazionale Archeologico di Sibari, e quindi di essere perfettamente informata della questione. Diversamente avrebbe irrimediabilmente guastato lo spettacolo.

Voglio anche sottolineare uno dei passaggi più toccanti ed apprezzati dell’ opera lirica, quello nel quale viene promesso, con note veramente commoventi, al pubblico dei cittadini, il compenso per il progettato scempio ambientale, culturale, archeologico ed economico: la realizzazione di un sottopasso pedonale (utile a molti, come sappiamo, anche per scaricare urgenze fisiche e cartacce inutili, che adesso, vedi foto, vengono disordinatamente scaricate davanti ad uno degli ingressi trionfali agli scavi costruito dall’ANAS), sottopasso che sanerà perfettamente il taglio in due parti dell’area archeologica di Thurii, perpetrato a suo tempo, come già accennato, dalla precedente arteria.

La tragedia, che possiamo definire veramente straziante, si è conclusa con le note altissime dei coristi, scandite all’unisono sulla sua solenne approvazione. C’è da tirarsi giù il cappello di fronte a tanta bravura artistica, sia di recitazione, sia di canto. Dico sul serio.

Villapiana. Il Sindaco Roberto Rizzuto ribadisce il diritto di tutti ad avere uno svincolo

Il Sindaco di Villapiana si è fatto portavoce di tutti quei cittadini che chiedono un loro svincolo personale. Basta con questa politica dei fratelli e fratellastri. Tutti i frontisti che si affacciano sul disastroso progetto della nuova-nuova 106 (3° megalotto Roseto-Sibari) hanno diritto ad uno svincolo. Del resto, diciamolo chiaramente, il proprietario di una villetta affacciata sulla progettata superstrada, deve o non deve poter accedere direttamente a casa sua? Certamente deve! La soluzione è a portata di mano. Basterà realizzare uno svincolo ogni cento metri, naturalmente su entrambe le corsie di marcia. Ognuno di essi potrà essere servito da un cancello apribile elettricamente con il telecomando (dato in dotazione agli interessati).

Ovviamente, vista l’impossibilità di creare corsie di accelerazione per l’immissione in strada (gli svincoli infatti risulteranno molto fittamente addossati gli uni agli altri), si tratterà semplicemente d’impiantare dei comodi semafori, anch’essi dotati di telecomando (dato sempre in dotazione agli interessati).

Una soluzione per evitare i circa mille semafori potrebbe essere quella di creare due complanari a doppio senso di marcia affiancate alla superstrada. La ottenuta ampia larghezza dell’arteria (quattro corsie di marcia, due di emergenza, quattro di complanari più quattro di emergenza), che risulterebbe di quattordici corsie, consentirebbe anche l’atterraggio ed il decollo dei normali voli di linea nazionali ed internazionali. Finalmente vedremmo risolto anche l’annoso problema di uno scalo aereo nel territorio. Come si dice: due piccioni con una fava. Inutile precisare che avendo, in questo razionale modo, occupato tutta la fascia costiera fino alla battigia, occorrerà anche prevedere delle comode piazzole per le sdraie e gli ombrelloni dei bagnanti che d’estate affollano festosamente le spiagge.

Per le vestigia archeologiche, che verranno coperte dalla modernissima infrastruttura, la soluzione è semplice ed elegante: grandi riquadri in cristallo antisfondamento, ritagliati sull’asfalto, permetteranno di ammirarle anche solo affacciandosi al finestrino. Senza scendere (sarebbe pericoloso).

Per il doveroso rispetto all’ambiente le stazioni di servizio offriranno agli automobilisti un grazioso souvenir: un ciuffo d’erba (plastificato) ogni dieci litri di carburante. Il Sindaco ha anche sottolineato il vantaggio occupazionale per i giovani del territorio. Testualmente: “Minatori, perforatori, carpentieri, gruisti, cartellonisti, ponteggiatori, lancisti” costituiranno la squadra che realizzerà l’opera. Ora non ci sono, è vero, ma il Sindaco si è già appellato alla Regione perché organizzi dei corsi professionali (l’amministrazione regionale risponderà al grido di dolore sicuramente a breve). Naturalmente, le ditte private, che in subappalto realizzeranno la grande opera, sono già pronte, anche se non l’hanno detto, a licenziare subito tutta la loro manodopera, e si sono rese disponibili, anche se ancora non l’hanno precisato, ad assumere tutti i valorosi giovani del posto, impazienti d’impugnare pala e picco, anche solo per poi raccontare agli sbigottiti nipoti: “Io c’ero”.

Trebisacce. Broglio. Trovato finalmente il modo di buttare 500.000 euro

Nel panorama delle deprimenti notizie quotidiane è comparsa una stellina luminosa: una “buona” notizia. L’affannosa ricerca di come buttare i soldi dalla finestra senza nessun risultato apprezzabile (è uno sport nel quale non siamo secondi a nessuno), ha finalmente trovato un nuovo spiraglio operativo: 500.000 euro per arricchire il parco archeologico di Broglio.

L’imponente ed attrattiva area archeologica, visitata ogni anno da almeno tre persone (quelle che vanno a raccogliere abusivamente le olive), sarà dotata di tutte le attrezzature necessarie al suo ancora più efficace funzionamento. Il progetto prevede l’impianto di una serie di cartelloni esplicativi del nulla retrostante (frutto di ben 40 anni di scavi). Gli artisti di pittura murale avranno (era ora!) dei degni supporti sui quali tracciare con lo spray le loro variopinte firme (per esempio: sjirt, kwsr, xyfr, e, manco a dirlo, il famoso phjwrx). Oramai purtroppo scomparsi, e fuori moda, i rimpianti “w la fica”, oppure quei non rimpianti disegni di giganteschi falli completi di tutto. Chi passeggerà sui già esistenti vialetti, elegantemente piastrellati da una importante ditta di sanitari (vedi foto seguente), potrà piacevolmente svagarsi a decifrare le intriganti opere dei graffitari.

Parco archeologico di Broglio Naturalmente è previsto un costosissimo impianto televisivo di controllo su tutta l’area. Sarà garantito il suo perfetto funzionamento per almeno un intero mese dopo il collaudo. Potremo, una volta per tutte, sapere il modello di cappuccio calzato dai ladri quando asportano le telecamere, o quello usato dai vandali (sicuramente di foggia molto più chic) mentre abbattono sistematicamente tutto ciò che si erge in posizione verticale.

I reperti, accatastati misteriosamente altrove (solo tazze, calici, brocche e bicchieri votivi, visto che la zona, ma non divulgate la notizia, era un’area templare dedicata a Dioniso), saranno ora ammirabili grazie ad una serie di infantili disegni, molto espressivi, elaborati puntigliosamente da un noto pittore dilettante della domenica. L’operazione sarà resa possibile dall’eliminazione del segreto di Stato sulla loro natura.

Molte tettoie; per proteggere gli strazianti forni (già esistenti) per la cottura dell’argilla, ricostruiti sulle indicazioni dello stesso pittore (si è ispirato al modello perfettamente funzionante, anche se usato solo per le pizze, piazzato nel suo giardinetto). Ora, all’aperto, questi manufatti rischiano di essere demoliti dalle implacabili e giustizialiste intemperie.

C’è da augurarsi che vengano anche ripristinate le pericolanti capanne in polistirolo realizzate (e bruciate) a suo tempo. Davano veramente l’idea di come potesse essere anche malvagia una mente primitiva (e disturbata).

Una cifra considerevole verrà impiegata per transennare le due voragini (definite scavi archeologici); opere indispensabili per non incoraggiare gli aspiranti suicidi a recarsi fin sul sito per porre in essere la loro malsana idea gettandosi di sotto. Del resto, tali balaustre, non potrebbero certo servire a proteggere i visitatori, vista la loro assoluta latitanza, e visto anche che il contenuto di una delle voragini è stato prontamente incartato (vedi foto seguente) onde evitare che si potesse scorgere il palmento per la pigiatura dell’uva in onore di Dioniso. E l’altra sembra un semplice scapicollo.

Palmento a Broglio Ma il vero punto di forza del sito sarà l’affaccio panoramico, infatti dalla sua quota si potrà, speriamo nel prossimo futuro, ammirare in un solo colpo d’occhio: l’uscita dalle gallerie, proprio sotto l’estasiato osservatore, della nuova-nuova 106 in tutto lo splendore delle sue sei corsie, il grandioso svincolo a quadrifoglio realizzato, con incredibile e finissima audacia progettuale, esattamente sopra alla oggi fatiscente fiumara del Saraceno (che finalmente risulterà invisibile); più a sinistra si godrà la vista dell’imponente viadotto della nuova 106, ed ancora più a sinistra quello della vecchia 106 affiancato, con ritmo veramente incalzante e mozzafiato, dal ponte della ferrovia. Già solo questo scenario varrà, per il turista, mentre vagherà smarrito alla ricerca del Museo di Sibari (mimetizzato benissimo), la deviazione e la salita sulla collina di Broglio.

Fare degli scavi degni di questo nome? C’è tempo. La gatta presciolosa fa i gattini ciechi. Del resto, se facessimo tutto adesso, cosa farebbero i nostri nipoti? Non dobbiamo essere egoisti, lasciamo almeno loro la gioia di scoprire il tempio della più importante divinità arcaica; o quello di andare a trovare Sybaris, la più grande città dell’occidente arcaico. A noi, questo piacere, è per ora negato: “Nun so’ pe’ l’asini i confetti”. Invece ringraziamo il cielo che anche questa volta si sia scongiurato il finanziamento di qualcosa che potesse essere di una qualche utilità concreta.

Secondo l’appena pubblicato Index of Economic Freedom 2014 siamo la nazione che è cresciuta di meno al mondo negli ultimi vent’anni, e per mantenere fermamente questo primato da Guinness dovremo evitare, ad esempio, di prendere spunto dalla città francese di Lens (estremo nord al confine con il Belgio). Zona depressa (qui ne sappiamo qualcosa), posti di lavoro zero (idem), che con un progetto di valorizzazione di un semplice Museo, reso operativo in dieci anni, ha attratto, già nel primo anno di apertura, un milione di visitatori, e creato circa 500 posti di lavoro (di cui è previsto il raddoppio). Usando, tra l’altro, l’organizzazione di mostre sugli Etruschi (esportate anche in Italia! “Les étrusques et la méditerranée, la cité de Cerveteri”). Da scompisciarsi.

Per carità! Alla larga. E dove li mettiamo un milione di visitatori? E che gli proponiamo? La Magna Grecia? Sybaris? Non sia mai. Restiamo tranquilli, teniamoci i nostri pochi, pochissimi, quattro visitatori l’anno: stiamo bene così. Ce lo suggerisce anche il Vangelo: “Beati gli ultimi…”.

Maurizio Silenzi Viselli

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