L’INTERVISTA | Viaggiart: il patrimonio culturale a portata di click. E’ calabrese la migliore start up turistica italiana. Incontro con gli ideatori

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Naccarato-Vena

Giuseppe Naccarato (a sin.) e Stefano Vena, ideatori della start up Viaggiart

L’INTERVISTA | Viaggiart: il patrimonio culturale a portata di click. E’ calabrese la migliore start up turistica italiana. Incontro con gli ideatori

di Enzo Garofalo

Non capita tutti i giorni di ritrovarsi improvvisamente lanciati su uno dei quotidiani nazionali a maggiore diffusione, segnalati come esempio di gestione intelligente dell’informazione turistica in un paese che pur essendo il più appetibile del pianeta quanto a risorse culturali si è visto scivolare al 5° posto della classifica internazionale sui flussi turistici; un paese che non riesce a costruire occupazione e fatturato intorno a tesori inestimabili, laddove in altre nazioni lavoro e ricaduta economica fioriscono anche intorno alle pietre più insignificanti.

E’ accaduto nel 2013 a due giovani trentenni calabresi di Cosenza, Giuseppe Naccarato, ingegnere gestionale, e Stefano Vena, ingegnere informatico, entrambi laureati presso l’Università della Calabria ed entrambi Ph.D. in Psicologia della Programmazione e Intelligenza Artificiale. Oggetto dell’attenzione del giornale La Repubblica è Viaggiart, la piattaforma on line da essi creata che consente di navigare nel mare magnum del patrimonio culturale italiano offrendo all’utente la possibilità di personalizzare al meglio il proprio itinerario.

Un progetto innovativo che, come ci racconteranno, è nato da un’intuizione e in un lasso di tempo pressoché fulmineo ma che oggi va sviluppando tutte le sue potenzialità, a partire dalla instaurazione di partnership con enti pubblici e privati, nazionali e internazionali che operano nei settori della cultura e del turismo. Un servizio la cui fruizione è semplice e immediata: si va sul sito (viaggiart.com), si inserisce il nome di una località e subito appaiono le notizie essenziali che la riguardano seguite da un elenco di musei, aree archeologiche, giardini storici e tutto quanto sia suscettibile di visita, con tanto di immagini, orari, numeri di telefono, siti web, cartine ed eventi speciali in programma. Una quantità notevole di informazioni reperite e agilmente organizzate nel modo che Naccarato e Vena ci spiegheranno nell’intervista che segue. Ma non finisce qui: di ogni luogo viene anche indicato tutto ciò che di culturalmente fruibile si trova nelle vicinanze, con segnalazione anche delle distanze. Sono già diverse migliaia le località contemplate in Viaggiart, ma altre andranno ad aggiungersi progressivamente in questa straordinaria opera di disvelamento del nostro patrimonio culturale, a vantaggio anche del turista più sprovveduto.

nextviaggiart Prima di lasciare la parola ai due geniali ideatori, non possiamo non ricordare la notizia più recente che li riguarda e cioè il prestigioso riconoscimento tributato a Viaggiart quale migliore start up turistica italiana, consegnato dalla giornalista Carmen Lasorella, presidente di Rainet, nel corso della tappa materana di Next-La Repubblica delle Idee, il festival itinerante dell’innovazione condotto da Riccardo Luna, nota firma del quotidiano che il destino ha riportato sulla strada di Giuseppe e Stefano, emblemi di quel Sud ricco di giovani talenti e di straordinarie risorse umane, che hanno deciso di rendersi interpreti del cambiamento.

La loro vittoria ha giustamente entusiasmato anche l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri che in una nota stampa ha dichiarato: “Il fatto che la migliore startup del turismo culturale sia nata in Calabria è un segno evidente che le eccellenze della nostra regione sono in prima linea nello sviluppo di in un settore fondamentale per tutto il Paese”.

Stefano, ci vuoi raccontare la genesi del progetto Viaggiart?

VENA – Con Giuseppe ci occupiamo da diversi anni di valorizzazione di beni culturali attraverso tecnologie digitali. A Novembre del 2012 eravamo in Campania, alla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum per presentare un lavoro basato su realtà aumentata realizzato con l’Università della Calabria e nel tempo libero non sapevamo come raggiungere i beni culturali presenti sul posto, quindi abbiamo pensato ad un’applicazione per risolvere il problema. Tuttavia non era semplice mettere a punto la nostra idea, perché le informazioni da reperire erano tante e difficili da trovare. Avevamo quasi mollato quando, a maggio del 2013, durante una sessione del ForumPA a Roma abbiamo scoperto gli open data messi a disposizione dagli enti che operano nel settore. Ci siamo messi subito al lavoro e durante il viaggio di ritorno in macchina nacque la prima versione di Viaggiart.

A proposito di Open Data,  nei contenuti offerti da Viaggiart occupano un posto fondamentale. Vuoi spiegare meglio ai nostri lettori cosa sono e come vengono utilizzati?

VENA – Provo a spiegare cosa sono gli open data senza usare termini complicati. Open data è un termine inglese che significa letteralmente “dati aperti”. Sono delle informazioni che le amministrazioni pubbliche decidono di rendere accessibili a tutti in modo gratuito, trasparente e riutilizzabile. Le informazioni sono relative a spese comunali, trasporto pubblico, qualità dell’aria e dati demografici. Noi in Viaggiart usiamo la banca dati più bella tra le disponibili in italia, quella che descrive il nostro patrimonio artistico. Il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo attraverso la rete delle soprintendenze mette a disposizione schede multilingua con foto e descrizioni di alcuni dei luoghi della cultura più belli presenti sul nostro territorio e lo fa rilasciandoli con una licenza d’uso tale da permetterci di reimpiegarli. In questi mesi ci siamo resi conto che non tutti i beni sono presenti, quindi abbiamo avviato un dialogo con amministrazioni ed enti al fine di ottenere le autorizzazioni per il caricamento e l’uso del patrimonio mancante.

Giuseppe, raccontaci come si articola il ruolo di ciascuno di voi due nello sviluppo di questo progetto…

NACCARATO – Stefano è il responsabile tecnico di Viaggiart e ne segue lo sviluppo con gli altri programmatori che collaborano con noi, mentre io penso alla parte commerciale e alle relazioni con l’esterno. Ho sempre pensato alla nostra complementarietà professionale e Viaggiart è un risultato. La mia più grossa fortuna è stata quella di conoscere Stefano, instancabile lavoratore notturno e competente come pochi.

Fra applicazioni per smartphone e siti di vario genere, i servizi di informazione turistica certo non mancano sulla Rete. Quali sono a vostro avviso il punto di forza e l’elemento discriminante della vostra start up?

VENA – La maggior parte delle piattaforme esistenti offrono troppe funzionalità che disorientano gli utenti, ne rallentano la fruizione. Alcune delle applicazioni che abbiamo esaminato le abbiamo rimosse dopo 10 minuti (5 dei quali spesi per il download). Noi ci sforziamo di mantenere la piattaforma pratica, veloce e di facile consultazione. Vogliamo che chiunque sia in grado di usare Viaggiart e che gli utenti ci scelgano per questo. Mettiamo da parte la vanità e miriamo al sodo, ascoltando molto i consigli che ci vengono dati.

Che spazio occupa invece il lavoro più tradizionalmente redazionale?

NACCARATO – Impiegando dati già revisionati e pubblicati da enti pubblici, il lavoro redazionale è minimo. Tuttavia stiamo selezionando delle figure specifiche per delle nuove sezioni che stiamo per introdurre. Ma questa è una sorpresa che non possiamo ancora svelare.

Quante sono le località al momento già coperte dal vostro servizio?

NACCARATO – Viaggiart copre tutto il territorio nazionale e i Luoghi della Cultura sono circa 18.000. Ovviamente ci sono ancora piccoli comuni per i quali abbiamo pochissimi beni culturali e per ampliare il nostro database ci siamo attivati con gli enti locali.

Allo stato attuale della sua evoluzione, quante persone sono quotidianamente impegnate nella gestione della vostra start up?

NACCARATO – A noi due si sono aggiunti Giovanni d’Orio che ci supporta nelle strategie di mercato, Fabio Tarantino il nostro responsabile commerciale, Laura Cerzosimo ideatrice del nostro logo e che ci da una mano a 360 gradi con la grafica ed Ezia Campise che ci aiuta con la comunicazione e i social. Completano il team due sviluppatori web molto bravi con i quali però siamo ancora in trattativa.

Al momento Viaggiart si occupa solo di località italiane. Avete in programma di trattare anche località internazionali?

VENA – Certo, a maggio partiremo con un esperimento su Malta. Abbiamo avuto il permesso di caricare tutto il patrimonio artistico dell’isola. Se avremo una buona risposta passeremo a delle località più grandi.

Diteci qual è la tipologia di investitori a cui si rivolge il vostro servizio e qual è, allo stato attuale, il grado di interesse che avete registrato da parte di soggetti privati e pubblici…

NACCARATO – Proprio ieri abbiamo saputo di aver superato un bando regionale promosso da Calabria Innova e che ci consentirà di sviluppare il nostro piano aziendale. Abbiamo fatto la scelta sofferta di non ricorrere subito ad investitori privati e di provare ad entrare nel mercato con le nostre forze. Probabilmente per scalare il progetto negli altri paesi avremo bisogno di capitali importanti, ma per il momento preferiamo farci le ossa sulle nostre spalle. Crediamo più di ogni altra cosa in Viaggiart e siamo sicuri che nel medio periodo raccoglieremo i frutti di tanti sacrifici.

Di recente si è appreso che sarà possibile accedere ai servizi di ViaggiArt direttamente su 1200 Taxi nella città di Roma. Ci spiegate in che modo avverrà esattamente la fruizione a bordo di un taxi…?

VENA – E’ una sorpresa che sveleremo con l’imminente uscita dell’app. Però posso anticipare che sui taxi saranno presenti delle speciali tabelle che interagendo con i dispositivi mobili suggeriranno itinerari e altro con un click o meno.

Il Sud Italia, ogni giorno che passa, si sta rivelando terreno fertile per l’innovazione. Segno del fatto che le idee e i talenti per realizzarle non mancano. Quali sono, a vostro avviso, gli ulteriori elementi necessari perché al Sud le possibilità imprenditoriali nel campo dell’innovazione spicchino definitivamente il volo?

ENTRAMBI – In alcuni contesti locali è presente una forte autoreferenzialità che spesso limita il successo delle idee e dei progetti che sono davvero importanti. Spesso i giovani sono demotivati perchè manca un vero supporto da parte delle istituzioni più importanti e, purtroppo, per essere ascoltati devi ottenere prima i successi altrove. Molti talenti fanno poi l’errore di accontentarsi, di non pensare in grande e di non investire sul proprio lavoro. Quest’ultima cosa è stata la nostra scelta più importante, difficile da sostenere, ma siamo stati sempre consapevoli che alla fine avrebbe pagato. Ancora la strada è lunga, ma siamo determinati come non mai.

Volendo dare un consiglio a dei giovani che vogliano creare una start up con buone possibilità di successo, ci dite quali sono, a vostro avviso, gli ingredienti fondamentali, ossia gli aspetti assolutamente da non trascurare?

ENTRAMBI – La prima cosa è studiare: la cultura apre la mente e prepara alle sfide. Poi bisogna mettersi in gioco e lavorare sodo procedendo per passi, senza avere fretta e senza avere paura di sbagliare. Inoltre servono costanza, tenacia e un pò di fortuna che non guasta mai.

L’11 aprile scorso siete stati ospiti a Matera di Next-La Repubblica delle Idee, festival dell’innovazione curato dal giornalista Riccardo Luna. Una giuria ha decretato che Viaggiart è la migliore start up italiana in ambito turistico. Cosa si prova nel ricevere un verdetto del genere provenendo da una regione come la Calabria che è fra quelle maggiormente in ritardo nella valorizzazione turistica del proprio patrimonio culturale e ambientale?

ENTRAMBI – Per noi è stato importante, perché la giuria che ha votato non era formata solo da tecnici ma da tutti i presenti in teatro e da coloro che seguivano in diretta streaming. Vuol dire che siamo riusciti a comunicare il senso del progetto. La Calabria non è molto diversa dal resto d’Italia. Bisogna che ognuno di noi faccia qualcosa per cambiare le cose. Noi nel nostro piccolo ci stiamo provando.

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