Bif&st 2014. Intelligenza, onestà intellettuale, humour: l’incontro indimenticabile con Andrea Camilleri. A lui uno dei Premi Fellini per l’Eccellenza Artistica

Puglia - Lo scrittore Andrea Camilleri, ospite della 5a edizione del Bari International Film Festival – Ph. © Ferruccio Cornicello

Puglia – Lo scrittore Andrea Camilleri, ospite della 5a edizione del Bari International Film Festival – Ph. © Ferruccio Cornicello

di Enzo Garofalo

Se esistesse una categoria di Patrimonio Unesco a cui ascrivere quegli esseri umani che attraverso il loro pensiero e le loro opere danno oggi un alto contributo di valore alla società, certamente collocherei fra i primi posti lo scrittore siciliano Andrea Camilleri. La sua scrittura densa di inventiva e di sincera umanità, la sua passione civile alimentata dalla straordinaria capacità di analizzare lucidamente e con profonda onestà intellettuale la storia del passato ed il mondo in cui viviamo, la carica di simpatia e di cordialità che traspare dal suo temperamento, ne fanno certamente uno degli intellettuali italiani contemporanei di maggior ”impatto” su quella parte di società che ancora crede nei valori della cultura e della libertà di pensiero. Da quando nel 1994 pubblicò con la palermitana Sellerio La forma dell’acqua, primo romanzo della lunga serie con protagonista il Commissario Montalbano, la mia ammirazione incondizionata verso questa figura di artista e di uomo è andata via via crescendo in maniera esponenziale. Ciò è accaduto soprattutto con la scoperta degli altri suoi romanzi (alcuni dei quali scritti già diversi anni prima) che esulano dal genere poliziesco e trasportano il lettore in una Sicilia di altre epoche e pur tuttavia pervasa di tipi umani che travalicano il loro tempo e il contesto in cui agiscono per assurgere a modelli universali. Del resto è questa la prerogativa della vera letteratura a cui – a dispetto dell’opinione contraria di qualcuno – io ritengo appartenga la maggior parte delle opere di Camilleri. Ed ecco allora scorrere una meravigliosa sequenza di titoli come Il birraio di Preston, La concessione del telefono, La mossa del cavallo, Il gioco della mosca, Il re di Girgenti, La presa di Makallé, solo per citarne alcuni; opere di un autore nel quale convivono spessore letterario e capacità di essere popolare come raramente accade nel panorama della letteratura italiana contemporanea.

C’è poi il Camilleri giocoliere della lingua che è riuscito a far diventare popolarissimo, dalle Alpi alle Piramidi, il siciliano – sia pure nella misura sapientemente somministrata nei suoi romanzi – lanciando indirettamente una vera e propria sfida ai traduttori che in oltre 40 paesi si cimentano con le sue storie. Del dialetto ci mostra tutta l’icastica potenza di antidoto alla globalizzazione linguistica e mediatica, una potenza espressa nello “scolpire” in modo fulmineo caratteri, costumi, sentimenti umani. E c’è infine il Camilleri straordinario “analista” di pagine di storia celebri o poco conosciute di cui è capace di indagare i più reconditi risvolti, oppure l’osservatore senza peli sulla lingua della più incandescente attualità.

Questi i motivi principali per i quali anelavo da anni di incontrarlo prima o poi di persona unendo il piacere della parola letta con quello della parola percepita dalla sua viva voce. E finalmente quel momento è arrivato, offerto dalla 5a edizione del Bari International Film Festival che proprio ieri ha chiuso i suoi battenti nel capoluogo pugliese. Camilleri ha incontrato il pubblico nel corso di una mattinata tutta “siciliana” dopo la proiezione del film di Elio Petri “A ciascuno il suo”, uno dei titoli di punta della retrospettiva dedicata all’attore Gian Maria Volontè, un coinvolgente lungometraggio del 1967 tratto dall’omonimo romanzo giallo di Leonardo Sciascia, autore conterraneo legato al Nostro da antico e intenso rapporto di amicizia. Camilleri è stato protagonista di una delle più gremite “Lezioni di Cinema” fra quelle che hanno costellato i giorni del Bif&st, tenute da prestigiosi addetti ai lavori. A coordinarla c’era il critico Enrico Magrelli con la irriverente “spalla” di Pif alias Pierfrancesco Diliberto, conduttore, autore, regista e attore palermitano.

La trepidante attesa, al termine della proiezione del film, si è infine sciolta in una calorosissima standing ovation all’ingresso sul palco del “grande vecchio”, testimonianza di un affetto guadagnato in punta di penna presso il pubblico di ogni età. Il passo è lento ed incerto sotto il peso dei quasi 89 anni, ma lo spirito, la verve dialettica sono quelle di sempre. Il suono rauco dell’inconfondibile voce, “forgiata” da un incalcolabile numero di sigarette e modulata da quell’accento siculo che lo accomuna immediatamente ai protagonisti dei suoi romanzi, è qualcosa che scalda il cuore. E’ il padre o il nonno saggio ed illuminato che in tanti avrebbero voluto avere. E’ impressionante pensare come quest’uomo sia riuscito a concentrare un successo incommensurabile e senza confini geografici in un lasso di tempo relativamente breve, sebbene preceduto da decenni di costante impegno: come lui stesso ha dichiarato in altra occasione “Io sono stato povero e ho conosciuto il successo in tarda età. Tutto è arrivato tardi nella mia vita, e questa è una fortuna: mi sento come di aver vinto alla lotteria. Il successo fa venire in prima linea l’imbecillità. Se avessi ottenuto da giovane quel che ho oggi, non so come sarebbe finita. Non conosco il mio livello di imbecillità”. [l’articolo prosegue dopo la photogallery]

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Incontro a Bari con Camilleri

FDS al Bif&st, Bari International Film Festival 2014 – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il palco del Bif&st attende l'arrivo di Andrea Camilleri, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il pubblico dell Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Il regista, attore e conduttore palermitano PIF, alias Pierfrancesco Diliberto, al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il regista, attore e conduttore palermitano PIF, alias Pierfrancesco Diliberto, al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il regista, attore e conduttore palermitano PIF, alias Pierfrancesco Diliberto, al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

I registi Giuliano Montaldo (in primo piano) e Ugo Gregoretti al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

I registi Giuliano Montaldo (in primo piano) e Ugo Gregoretti al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Omero Antonutti al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014,Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014,Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014,Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

Incontro a Bari con Camilleri

Andrea Camilleri intervistato dal critico Enrico Magrelli e dal regista, attore e conduttore PIF al Bif&st, Bari International Film Festival 2014,Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Lo scrittore Andrea Camilleri saluta il pubblico del Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

Incontro a Bari con Camilleri

Puglia - Lo scrittore Andrea Camilleri saluta il pubblico del Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Puglia - Lo scrittore Andrea Camilleri saluta il pubblico del Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il regista Ettore Scola al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il regista Giuliano Montaldo al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

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L'attore Massimo Dapporto al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Ennio Fantastichini al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Il regista Giuliano Montaldo al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Massimo Ghini al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Massimo Ghini al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Massimo Dapporto al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, al Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Massimo Dapporto con Giovanna Volontè figlia degli attori Gian Maria Volontè e Carla Gravina, Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

L'attore Massimo Dapporto al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Incontro a Bari con Camilleri

Da sin. gli attori Massimo Ghini, Ennio Fantastichini e Massimo Dapporto al Bif&st, Bari International Film Festival 2014, Teatro Petruzzelli di Bari – Ph. © Ferruccio Cornicello

Più che di letteratura sic et simpliciter, Camilleri è però a Bari per parlare di cinema, sebbene di cinema legato alla letteratura, come quello ispirato alle opere del suo amico Leonardo Sciascia. E’ inevitabile quindi che una delle prime domande cada sulla sua esperienza con Gian Maria Volontè, indimenticato attore e grande protagonista di questa edizione del Festival come del film appena proiettato. Camilleri ricorda come il loro primo incontro risalga al periodo immediatamente successivo al termine degli studi accademici di Volontè all’Accademia “Silvio D’Amico”: “Lo coinvolsi subito in alcune produzioni radiofoniche fra cui una riduzione di “I vecchi e i giovani” di Pirandello. Fu straordinario. Capii subito che il suo talento era fatto di una impressionante capacità vocale, non meno importante di quella forte presenza fisica che avrebbe rivelato nel cinema. Aveva una capacità incredibile di adeguare la voce al personaggio che interpretava. Diventammo presto amici e un giorno venne a casa mia con una delegazione degli studenti che in quei giorni stavano occupando il Centro Sperimentale di Cinematografia. Mi chiesero di insegnare nel Centro occupato…cosa che feci per due anni.”

Da Volontè a Sciascia il passo è breve. Lo conobbe negli anni ’50, poco dopo la pubblicazione del suo romanzo ‘Le parrocchie di Regalpetra’: “Come funzionario Rai scrissi a Sciascia perché volevamo fare un lavoro televisivo sugli intrecci tra mafia, banche e politica, tenuto conto anche dell’omicidio mafioso del direttore del Banco di Sicilia. Sciascia però rifiutò la proposta di collaborazione perché gli parve un lavoro troppo complesso. Presto però ci ritrovammo e scoprimmo di avere una serie di cose in comune. Lui era stato allievo di Vitaliano Brancati all’Istituto magistrale di Caltanissetta e Brancati era un mio idolo. Inoltre eravamo cresciuti entrambi sotto il segno di Pirandello. A Leonardo devo molto. Fu lui a portarmi da Sellerio, che è ancora il mio editore. Ancora oggi quando mi sento scarico, e alla mia età succede spesso, leggo qualche pagina di Sciascia e mi ricarico. E’ come portare la macchina dall’elettrauto…l’elettrauto Sciascia.”

Di fronte alla riflessione di Pif su quanto la generazione di Camilleri sia stata fortunata nell’aver vissuto in un’epoca di grandi figure di riferimento, soprattutto se raffrontata con il ‘’vuoto’’ attuale, lo scrittore risponde: “io non farei paragoni…In fondo le situazioni cambiano ed è giusto che ognuno viva nel proprio tempo…”

Ma ecco che Sciascia torna subito protagonista in una domanda sui suoi rapporti con la politica. E’ noto come alle elezioni comunali di Palermo nel 1975 lo scrittore si fosse candidato da indipendente nelle liste del PCI, venendo eletto con un alto numero di preferenze che gli valsero il secondo posto dopo Achille Occhetto, allora segretario regionale del partito, e lo posero in vantaggio su un altro illustre candidato, il pittore Renato Guttuso. Camilleri ricorda come gli avesse sconsigliato con forza l’entrata in politica: “Leonardo era un uomo “irredimibile”, nel senso che era difficile fargli cambiare idea su qualcosa di cui fosse estremamente convinto; inoltre aveva la propensione a spaccare il capello in diciotto oltre ad una rara libertà interiore…quindi mi chiesi cosa c’entrasse lui con la politica…D’altro canto sentiva l’istinto di voler contribuire come cittadino al miglioramento della cosa pubblica, ma non si rendeva conto che all’interno di un partito la sua sarebbe stata una “libertà condizionata”. Sarebbe stato come un pesce fuor d’acqua” [non a caso due anni dopo Sciascia si dimise dalla carica di consigliere del PCI. La sua contrarietà al compromesso storico e il rifiuto per certe forme di estremismo lo portarono infatti a scontri molto duri con la dirigenza del Partito – NdR]. “Anni dopo – ricorda Camilleri – accettò la proposta dei Radicali di candidarsi in Parlamento, anche perché sperava, da deputato, di poter accedere a documenti sul caso Moro altrimenti inaccessibili ad un cittadino comune” [Sciascia, che nel ’78 aveva scritto l’ “Affaire Moro”, si occupò infatti quasi esclusivamente dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia – NdR].

Camilleri ricorda anche come Sciascia non sopportasse nel PCI certe forme della disciplina di partito, sentimento dimostrato proprio da un aneddoto legato al Caso Moro: “Sequestrato Moro, tutti parlavano di Brigate Rosse, per cui il nostro comune amico Guttuso gli propose di andare da Berlinguer per avere qualche notizia più precisa. Trovarono Berlinguer distrutto e convinto che dietro il sequestro Moro ci fossero, ciascuno per interessi propri, il KGB e la CIA. Intorno a questa dichiarazione Sciascia scrisse un articolo di cui purtroppo Berlinguer si vide costretto a smentire il contenuto per evitare incidenti diplomatici. La cosa indignò Leonardo che cercò conforto in Guttuso, a suo tempo presente alla conversazione privata con Berlinguer, ma Renato, che allora era nella dirigenza del partito, resse ovviamente il gioco a Berlinguer. Non vi dico la rabbia e la delusione di Sciascia…A Natale Guttuso cercò di ricucire lo strappo mandandogli un biglietto di auguri di fronte al quale Leonardo disse: “chistu voli a vutti china e a mugghieri ‘mbriaca”.

Esilarante è poi il racconto della telefonata di un redattore del quotidiano spagnolo El Pais che gli chiese quale, secondo lui, fosse il romanzo del Novecento che avrebbe traghettato volentieri nel nuovo Millennio: “Io risposi d’istinto “I Promessi Sposi” del Manzoni. Ma chiusa la telefonata, mi venne il dubbio sulla sua data di composizione. Andai da mia moglie e le chiesi: ‘Rosetta, ma quando fu scritto I Promessi Sposi?’. E lei mi rispose: ‘L’edizione definitiva è del 1842’. E io: “Miiinchiaaaa, cchi figura ca fici !!!…”. E in effetti, poco dopo mi richiamarono da El Pais per dirmi che forse c’era un errore e chiedendomi se come romanzo del Novecento non potesse magari andar meglio ‘Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. E io risposi “No…Quello è dell’Ottocento!”. E sul Gattopardo Camilleri ha spiazzato il pubblico del Bif&st definendolo “un romanzo un po’ sopravvalutato”, affermazione che però ha poi spiegato dicendo che quest’opera contiene una rappresentazione “astorica” della nobiltà, frutto di un autore nostalgico di un tempo di cui ha difficoltà ad accettare il tramonto: “Da questo punto di vista, pur appartenendo alla stessa classe sociale, il cugino di Tomasi di Lampedusa, Lucio Piccolo – uno dei più grandi poeti italiani del ‘900 – era molto più moderno di lui”.

Si torna quindi a parlare di Sciascia e del cinema tratto dai suoi romanzi per scoprire che “Leonardo è stato fra i pochi autori a non voler collaborare alle trasposizioni delle proprie opere. E a proposito di autori, da regista devo dire che solitamente è gente ‘malefica’…pronta com’è a dare filo da torcere quando devi fare una trasposizione. Ricordo una volta un tizio che mi disse “Senta Camilleri…in questo punto si deve sentire pure la virgola…”. Mo’ ditemi voi come si fa a far sentire la virgola in un film! Sciascia, al contrario, preferiva astenersi del tutto. Anche perché lui è tutto nella sua scrittura, così piena di metafore e di allusioni e quindi difficilissima da sceneggiare. E’ un’impresa titanica e si rischia sempre di banalizzare il tutto andando a spiegare troppo.

“A ciascuno il suo”, il film che avete visto questa mattina, – prosegue Camilleri – è uno dei più aderenti, ma il libro ha una struttura perfetta da romanzo giallo dove tutto funziona con la precisione di un orologio svizzero. Nel film c’è invece qualche assurdità di sceneggiatura come il passaggio in cui Volontè/Laurana riceve una lettera anonima – non si capisce spedita da chi – che lo invita ad andare al Palazzo di Giustizia di Palermo dove troverà una sorpresa, episodio del tutto assente nel libro. Oppure la scena dell’avvocato Rosello che, per tendergli un agguato, propone a Laurana di andare a puttane per strada, cosa inconcepibile per due notabili siciliani e segno evidente che lo sceneggiatore non conosceva i costumi dell’isola. Ciò che invece da’ più valore al film è soprattutto l’eccellente interpretazione di Gian Maria Volontè con quel suo sguardo che sembra sempre spingersi oltre ciò che gli sta di fronte…Diversi anni dopo ritrovai Gian Maria in un altro film tratto da Sciascia, “Una storia semplice”, nel ruolo questa volta di un professore in pensione…Quale incredibile maturità aveva nel frattempo conquistato, frutto di un intenso lavoro “a levare” fino a farsi come sasso…Anche nel caso di questo film, è soprattutto la sua interpretazione a restituire l’eco della scrittura di Sciascia. Il film “Todo modo” invece nulla ha a che vedere con Sciascia. “Cadaveri eccellenti”, tratto da ‘Il contesto’, è invece a mio avviso una buona trasposizione, sebbene Sciascia avesse qualche dubbio sul fatto che il film fosse pienamente rispettoso dello spirito del romanzo.” Camilleri conclude così la disamina del rapporto fra cinema e opere di Sciascia e il suo giudizio è talmente nitido che ogni sua parola si impone con quella plausibilità che solo l’autorevolezza vera può dare.

L’incontro si conclude con una breve serie di domande la prima delle quali cade sulla piaga storica della Sicilia, la mafia. E’ giusto – chiede Pif a Camilleri – continuare a parlare di Sicilia facendo riferimento alla mafia, o sarebbe il caso di evitarlo? “A meno di non voler fare come quel cardinale che tanti anni fa definì la Mafia un’invenzione dei giornali – replica Camilleri – io direi che sì, occorre assolutamente continuare a parlarne. E’ qualcosa che esiste e sarebbe decisamente brutto cominciare a tacerne. La realtà va raccontata per come essa è, e dei mafiosi va detto esattamente ciò che sono, cioè degli assassini per natura. Il vero problema, in materia di mafia, non è ‘se’ parlarne, bensì il ‘come’. Sui mafiosi si sono creati tanti di quegli stereotipi che a volte c’è il rischio che risultino simpatici. Fra gli autori contemporanei credo che Roberto Saviano nel suo “Gomorra” sia fra i pochi che sono riusciti a raccontare la criminalità organizzata nel modo più giusto. Questa difficoltà di raccontare la mafia in modo equilibrato è il motivo per cui nei miei romanzi, pur comparendo, è soprattutto un rumore di fondo.”

Dal pubblico arriva invece la domanda su quale sia l’essenza della letteratura e la risposta non si fa attendere: “Ritengo che l’essenza della letteratura sia riuscire a comunicare al più vasto pubblico possibile ciò che si ha dentro, non assecondando però i gusti del pubblico, ma cercando il più possibile di portarselo dalla propria parte.” Immancabile una domanda su uno dei fenomeni della televisione di oggi, i reality, per sapere se Camilleri li inserisca o meno nel suo palinsesto ideale. Lapidaria e significativa la risposta dello scrittore: “Deve sapere che io ho una vista ridotta quasi a nulla…quindi vuole che sprechi la poca vista che mi rimane nel guardare questa roba?” Uno dei giornalisti presenti torna invece sulla vecchia domanda del collega di El Pais, rimasta senza risposta, e cioè quale sia un romanzo del Novecento che Camilleri traghetterebbe nel nuovo millennio. La risposta – “Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo” – ha per certi versi sorpreso il pubblico, perché si tratta di un romanzo di cui si parla sempre pochissimo ma che in realtà rappresenta uno dei più originali esempi di scrittura sperimentale del ‘900, ricco di un complesso registro linguistico. Una ragazza fra il pubblico si abbandona invece ad un’affettuosa boutade chiedendo a Camilleri se vuole sposarla: “Signorina…sono già sposato da 56 anni con la stessa persona…Credo di appartenere a una razza in via di estinzione…” – risponde lo scrittore fra gli applausi e le risate della platea.

Ancora una domanda, questa volta sulle raccomandazioni nell’ambito della Rai, riceve come risposta la breve rievocazione di una carriera televisiva da regista e funzionario, conquistata con un regolare concorso e brillantemente svolta, sebbene articolatasi sulla base di contratti che per ben 10 anni si rinnovarono di sei mesi in sei mesi, rivelando così l’immagine di un Camilleri ex precario che non poteva non attirarsi le simpatie e gli applausi scroscianti di tutto il pubblico giovanile presente in sala.

Sciascia torna infine ad aleggiare nell’ultima domanda di un ragazzo che chiede l’opinione di Camilleri su uno dei momenti di maggiore tensione vissuti dallo scrittore di Racalmuto, quando il 10 agosto 1987 scrisse sul Corriere della Sera l’articolo intitolato “I professionisti dell’antimafia”, un testo che stigmatizzava quanti, a suo dire, traevano profitto personale dalla lotta alla delinquenza organizzata, esibendo a parole il loro impegno contro le cosche e trascurando i propri doveri amministrativi. Uno dei bersagli dell’articolo fu il giudice Paolo Borsellino, anni dopo barbaramente assassinato dalla mafia. Questa presa di posizione di Sciascia provocò una durissima reazione di buona parte del mondo della cultura e delle maggiori forze politiche. “Certamente la sua – commenta Camilleri – fu un’uscita poco opportuna. Ma non scrisse quel pezzo in mala fede. Semplicemente fu un esprimere quello che pensava – era fatto così, era uno sincero – e in quel momento era convinto che alcuni giudici, fra cui Borsellino, dovessero le loro carriere a certe loro amicizie piuttosto che a reali meriti. Quando capì di avere sbagliato, rimase molto mortificato. Infatti ebbe poi modo di incontrare Borsellino e di avere un pacifico chiarimento con lui.”

Saremmo rimasti ad ascoltarlo ancora per ore, ma i ritmi del Festival impongono di chiudere il bellissimo incontro con Andrea Camilleri, non prima però che Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, abbia comunicato in anteprima al vincitore e al pubblico presente le motivazioni del Fellini Platinum Award for Artistic Excellence* poi ritirato da Camilleri nel corso della serata di gala che ha suggellato l’ennesimo grande successo di un Festival che in otto giorni ha richiamato più di 70 mila persone.

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*LA MOTIVAZIONE DEL FELLINI PLATINUM AWARD FOR ARTISTIC EXCELLENCE AD ANDREA CAMILLERI

“Siamo profondamente onorati di avere qui con noi stasera uno dei più grandi e popolari scrittori italiani di tutti i tempi, tradotto in oltre quaranta lingue in tutto il mondo. All’estero i suoi libri sono stati venduti in oltre dieci milioni di copie mentre in Italia le sue oltre 60 opere sono state vendute in più di 20 milioni di copie. Fino ad oggi. Un fenomeno letterario, editoriale e televisivo che discende dalla forte personalità autoriale di Andrea Camilleri: un artista colto e raffinato che con sguardo talora insolente e divertito ha inventato personaggi indimenticabili, affiancando le sue personalissime creazioni alla rilettura di grandi classici del teatro e della letteratura del Novecento. Un impegno a tutto tondo, quello di Andrea Camilleri, romanziere e sceneggiatore, regista e produttore radiofonico e televisivo, autore di una delle più longeve serie televisive di successo, di immenso successo, come quella del Commissario Montalbano. Ma Camilleri è anche un intellettuale attentissimo alle questioni socio-politiche e fortemente impegnato – da sempre – nello sforzo di cambiare questo nostro Paese per contribuire a farne un Paese normale. Camilleri – che si è formato con Orazio Costa, come Gian Maria Volonté, all’Accademia d’Arte Drammatica Silvo D’amico, dove poi è diventato egli stesso docente di regia e di recitazione – è stato anche un regista teatrale molto lungimirante. E’ stato il primo a portare in scena in Italia un testo di Samuel Beckett e uno dei primi registi ad adattare le opere di Ionesco o di Thomas S. Eliot. Un’attività molto attenta al dettaglio artistico, animata da una grande cura nel disegno dei personaggi, una cura che si riflette perfettamente nel suo lavoro di scrittore capace di utilizzare il genere per donare una dimensione esistenzialista a racconti e personalità indimenticabili. Andrea Camilleri riceve il Federico Fellini Platinum Award for Artistic Excellence per il suo immenso lavoro culturale e per il suo essere un architetto della parola, unico ed originale. Anzi: magico.”

 

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