Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento, specchio di un Sud fra luci e ombre

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Uliveto salentino – Ph. © Ferruccio Cornicello

“Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su sé stessi.”

(Massima tradizionale dei nativi americani)

di Enzo Garofalo

Oggi ho conosciuto un pezzo di Puglia che non conoscevo ancora e che mi ha davvero emozionato. Il Salento estraneo alle rotte più battute dal turismo…quello dei piccoli paesi separati gli uni dagli altri da ettari ed ettari di uliveti e di macchia profumata, costellati di tracce storiche d’ogni tempo immerse nei colori di una primavera che qui è già esplosa, vivida, lussureggiante. Un territorio che ha l’arcaica armonia della più autentica natura mediterranea. Ma al tempo stesso un territorio pieno di ferite che rivelano tutta l’imbecillità e la pochezza di chi non ha capito o non ha voluto (e non vuole ancora) capire che la vocazione di questi, come di altri luoghi italiani, sarebbe dovuta essere quella di “giardino del mondo”, un “premio” per il corpo e per lo spirito da regalarsi una o più volte nella vita per poter ripetere a se stessi che vivere su questa terra è davvero un bel regalo, e non una iattura.

Non ho potuto fare a meno allora di pensare agli obbrobri che nessuna ”mano” è mai intervenuta a fermare, al sacrilegio insito anche nel solo pensiero di poter disseminare di veleni luoghi come questi, alla sciagurata idea di un “progresso” privo di umanità, che ha posto il denaro (per pochi) al primo posto e gli esseri umani all’ultimo…un “progresso” che presto ci porterà fisicamente su Marte ma che è incapace, almeno qui in Italia, di gestire le proprie scorie, sommergendo intere regioni di spazzatura, nella colpevole indifferenza di chi fa tintinnare i propri bicchieri di champagne fra cristalli e dorature acquistati al prezzo di vite umane intossicate.

Non ho potuto fare a meno di pensare a Taranto, all’umiliazione inflittale da chi se l’è svenduta ai demoni del profitto costruendole intorno una gabbia di morte. Ed ho pensato a Crotone (entrambe, ironia della sorte, antiche e rinnegate patrie del più alto Pensiero umano) e ai veleni della Pertusola Sud, seconda ILVA d’Italia, che stanno uccidendo di cancro un’intera generazione. Un “progresso” che genera mostri ma che – per nostra estrema fortuna, e forse salvezza – non è riuscito ancora a spegnere la profonda poesia racchiusa in una lucertola che guizza fra i sassi sottratti al suolo dissodato dal sudore di intere generazioni di contadini, in un asparago che occhieggia fra l’intrico spinoso della sua stessa pianta, in una quercia che – unico esemplare al mondo sopravvissuto in Salento – ci racconta di come la Natura sia capace ancora di dare lezioni di eleganza a noi che siamo Maestri di Orrore.

Sud Italia, Sud Italia, Sud Italia

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Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La rara Ginestra bianca (Retama raetam) a Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Edicoletta votiva ad un crocevia di campagna, Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Antichi viali murati a secco di campagna, Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La Torre colombaia di Carpignano Salentino (Le) n. 1 – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Torre colombaia, Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Resti di cisterne accanto alla Torre colombaia di Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La Torre colombaia di Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La Torre colombaia di Carpignano Salentino (Lecce) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La Torre colombaia di Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Stemmi nobiliari sull'ingresso della Torre colombaia di Carpignano Salentino (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Portale Chiesa di S. Maria della Grotta, XVI secolo n. 2 – Ph. © Ferruccio Cornicello

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Scorcio della chiesa di S. Maria della Grotta, a Carpignano Salentino (Le), XVI sec. – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La primavera è già qui...sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Lecce) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Capre al pascolo fra gli ulivi, sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Capre al pascolo fra gli ulivi, sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La primavera è già qui...sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Lumaca, sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Uliveto sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Uliveto sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Uliveto sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Uliveto sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Uliveto sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La primavera è già qui...sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

La primavera è già qui...sulla via fra Carpignano Salentino e Borgagne (Le) – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Quercia elegante (Quercus elegans Caroppoi), unico esemplare al mondo di una bellissima varietà sconosciuta, scoperta nel 2012 da Oreste Caroppo a Carpignano Salentino – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Quercia elegante (Quercus elegans Caroppoi), unico esemplare al mondo di una bellissima varietà sconosciuta, scoperta nel 2012 da Oreste Caroppo a Carpignano Salentino – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Villa ottocentesca in stile eclettico nei pressi di Lecce – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Una meritata pausa con rustico leccese e arancina al Bar Alvino di Lecce – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Una meritata pausa con pasticciotto leccese al Bar Alvino di Lecce – Ph. © Ferruccio Cornicello

Il paradiso non può attendere. Visioni di Salento

Una meritata pausa con caffè alla leccese e pasticciotto al Bar Alvino di Lecce – Ph. © Ferruccio Cornicello

Note alle immagini 4 e 11:
1) Torre colombaia di Carpignano Salentino (Le) – Detta “palumbaru” in dialetto, è un’ampia struttura cilindrica dotata di cellette interne che ospitano i volatili (soprattutto colombe). Nel paese se ne contano tre, una delle quali, vicina al Santuario della Madonna della Grotta (zona Cacorzu) è la più grande del Salento (nella foto). Fu fatta costruire nel corso del Quattrocento dagli antichi nobili del posto come si evince dagli stemmi dei Del Balzo e dei Del Balzo-Brienne.

2) Portale principale della Chiesa di S. Maria della Grotta. Il Santuario venne edificato nel XVI secolo come ricorda una iscrizione sulla facciata della chiesa “1575”. Sorge sui resti della cripta bizantina dedicata a San Giovanni Battista. Secondo la tradizione il 2 luglio 1568, un cieco, per ripararsi da un violento temporale, si rifugiò in una grotta abbandonata. Mentre pregava, si addormentò ed avvenne il miracolo dell’apparizione della Vergine, la quale chiese di edificare in quel luogo una chiesa. Inoltre nella grotta fu rinvenuto un dipinto della Madonna. L’edificio sacro presenta al suo interno la cripta in cui è custodito il dipinto ritrovato nel 1568. Lungo le pareti del transetto, di notevole valore artistico sono gli affreschi di fine Cinquecento raffiguranti alcuni santi. Inoltre sono conservate diverse tele, fra cui si distinguono quelle dei Santi Pietro e Paolo e quella raffigurante la Madonna in gloria, opera di Ippolito Borghese, datata 1601

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