Gola di Gorropu: in Sardegna uno dei canyon più spettacolari d’Europa. Le sue rarità botaniche e faunistiche

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Sardegna – Due scorci della Gola di Gorropu, l’enorme canyon del Supramonte. Ph. a sinistra di Martin Michálek | CCBY2.0; ph. a destra di Pigiosu | CCBY3.0

di Redazione FdS

Se la Sardegna è celebre soprattutto per le sue straordinarie coste dalle spiagge e dai fondali caraibici, non meno degne di nota sono le sue parti più interne, molto spesso ricche di sorprendenti realtà geologiche, botaniche, faunistiche e storiche. Una di queste realtà si trova nella zona del Supramonte, uno straordinario complesso di altopiani dotati di un’altezza media che si aggira intorno ai 900 m. sul livello del mare. Qui l’azione erosiva, condotta sulle rocce calcaree dai fiumi ha creato, nel corso dei millenni, gole e voragini molto profonde. Una di queste è la Gola di Gorropu un profondo canyon che demarca il confine tra i comuni di Orgosolo (Nuoro) e Urzulei (Ogliastra). Si è originato grazie all’intensa azione erosiva provocata delle acque del Rio Flumineddu e con i suoi oltre 500 mt. di altezza ed una larghezza che varia da poche decine a 4 metri, è considerata uno dei canyon più profondi e spettacolari d’Europa [di seguito nel video di Daniele Macis].
 

 
La più facile via d’accesso alla Gola, che si estende dal golfo di Orosei al Supramonte, è quella nei pressi di Urzulei, in località Genna Sìlana, lungo la strada statale 125 all’altezza del km 183. Il canyon si raggiunge percorrendo un percorso escursionistico (il sentiero Sedda ar Baccas – Gorropu B-502) per il quale è necessaria un’adeguata attrezzatura ed un tempo di percorrenza è di tre ore. Il sentiero si sviluppa infatti per una lunghezza di 12 chilometri, superando un dislivello di 200 metri, fino a raggiungere la Gola di Gorropu, in fondo alla quale scorre il Rio Flumineddu. Ad Urzulei è possibile contattare la guida escursionistica Luciano Murgia che insieme a Fabrizio Vella ha fondato la società “Chìntula” (“arcobaleno” nel dialetto locale), la quale cura il sito “Gorropu” (www.garropu.info) con lo scopo di promuovere la conoscenza e la tutela di questa meraviglia della natura.

aquilnur Il canyon è l’habitat naturale di una numerosa varietà di specie faunistiche come mufloni, lepri sarde, volpi, ricci, martore, volpi e cinghiali. Le alte pareti rocciose lo rendono in particolare ambiente ideale per uccelli rapaci come l’astore, la poiana, il falco pellegrino e alcuni esemplari della rara aquila reale che si mostra ai visitatori con molta parsimonia. La Gola di Garropu oltre a tali presenze naturalistiche che la accomunano ad altri luoghi della Sardegna, è sede anche di alcuni straordinari endemismi come, in ambito botanico, l’Aquilegia nuragica (nella foto sopra, di jillyspoon | CCBY-ND2.0), una rarissima erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae ma geneticamente distinta dalla altre specie del genere Aquilegia presenti in Sardegna; la pianta ha un areale ridottissimo proprio fra gli strapiombi del canyon di Gorroppu, dove compare con pochissime decine di esemplari.

Euproctus_platycephalus01 In ambito faunistico, troviamo invece il Tritone sardo (nella foto a sin. di Franco Andreone | CCBY-SA2.5) considerato l’anfibio più raro d’Europa, oltre al Geotritone del Supramonte, presente nella vicina grotta Su Palu. Altre rarità sono la Biscia dal collare e tra i pesci la trota sarda.

Trekking, canyoning e arrampicate sono le principali attività che questo straordinario luogo offre soprattutto fra primavera ed estate quando le condizioni climatiche sono più favorevoli. Non mancano le suggestioni storiche, come alcune costruzioni nuragiche risalenti al XVI sec. a.C. , e diverse leggende popolari (v. sotto) che accrescono il fascino del luogo. Eppure la Gola di Garropu,  nota a numerosi stranieri che la visitano ogni anno, risulta pressochè sconosciuta a tantissimi italiani.

PHOTOGALLERY (Images by Pino Panzarella | CCBY2.0 e Marco Ghitti | CCBY2.0)

Gola di Gorropu, in Sardegna

Sardegna - Nella Gola di Gorropu - Ph. Pino Panzarella | CCBY2.0

Gola di Gorropu, in Sardegna

Sardegna - Il Rio Flumineddu nella Gola di Gorropu - Ph. Marco Ghitti | CCBY2.0

Gola di Gorropu, in Sardegna

Sardegna - Nella Gola di Gorropu - Ph. Pino Panzarella | CCBY2.0

Gola di Gorropu, in Sardegna

Sardegna - Nella Gola di Gorropu - Ph. Pino Panzarella | CCBY2.0

Gola di Gorropu, in Sardegna

Sardegna - Nella Gola di Gorropu - Ph. Pino Panzarella | CCBY2.0

 
LE LEGGENDE DELLA GOLA DI GORROPU

Il nome Gorropu in sardo significa “dirupo” o “voragine”, evidente allusione alle aspre connotazioni geologiche del luogo, che si prestano a fare da ambientazione ideale a molte leggende popolari. Gli anziani della zona parlano di Sa mama de Gorropu (La madre di Gorropu), una spaventosa creatura che abiterebbe nel fondo del canyon; suggestione mitica di tipo quasi nordico che ritroviamo anche nei Sos drullios esseri descritti come creature malvagie che  nelle notti tempestose escono dal canyon per trascinare via uomini, animali e costruzioni del Supramonte. Come in ogni gola che si rispetti, anche a Garropu, non poteva non abitare anche il Diavolo (Sa Tantassione) dal quale la tradizione vuole che molti si recassero per incumandare (affidare) la propria anima in cambio di sas richesas mundanas (le ricchezze terrene), votandosi quindi ad un amaro destino di disperazione e morte. Un’altra bizzarra credenza legata a questo luogo è quella secondo la quale, in un certo periodo dell’anno e ad una certa ora, dal punto più stretto ed oscuro della gola, dove le pareti si ergono verticali superando i 450 metri, sia possibile vedere le stelle in pieno giorno. Un’altra leggenda dice infine che, nelle scoscese pareti della Gola, sboccino di notte, i magici fiori della “felce maschio” che solo i più coraggiosi potranno cogliere, calandosi dal Supramonte di Orgosolo. Un fenomeno che invece non ha nulla di misterioso, ma che non manca di sorprendere i visitatori che si ritrovano ad assistervi, riguarda gli interi stormi di uccelli abbattuti al suolo dopo essere finiti contro le pareti della Gola, trascinati da un vento che a volte qui si incunea velocissimo.

IL LUOGO

 

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