Gli artisti viennesi TEAM reinterpretano l’erotismo di Pompei ed esplode la polemica

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Un gruppo di immagini fra quelle che gli artisti viennesi TEAM hanno prodotto manipolando i reperti originali pompeiani a soggetto erotico

di Redazione FdS

Per essere un museo che ama definirsi “politicamente scorretto” era il minimo che ci si potesse aspettare. Parliamo del Casoria Contemporary Art Museum, meglio noto come CAM,e della bagarre che sta suscitando in queste ore l’ultima mostra in cartellone, quella del trio di artisti viennesi TEAM. La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli dopo aver autorizzato la rilettura artistica della raccolta di opere a soggetto erotico custodite nel “Gabinetto Segreto” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – rilettura che ha affiancato alle antiche scene venticinque pose “hard” contemporanee – ha improvvisamente deciso di negare il permesso di esporre nella città di Napoli dove la mostra era prevista. Abbattutasi la censura, il progetto artistico sarà ora esposto al Cam di Casoria, in via Duca d’Aosta 63/A, dal 28 novembre (vernissage ore 18.30) al 15 gennaio con il titolo “ErotiCAM Gabinetto Segreto II”. Antonio Manfredi, direttore del CAM, si è ovviamente detto in disaccordo con un diniego che – per non meglio precisate ragioni di opportunità – va a colpire l’arte come “strumento di riflessione, indagine e comprensione”, valido anche quando applicato ad opere d’arte “eterne” come quelle di Pompei con la volontà di attualizzarne in una nuova chiave “la indiscutibile valenza estetica e sociale”.

Le opere pompeiane scelte dagli artisti di TEAM sono per noi di FDS argomento quanto mai attuale essendoci occupati proprio oggi del Gabinetto Segreto del Museo Archeologico Nazionale di Napoli in attuazione di un’idea coltivata da tempo. Per cui vi rinviamo all’articolo relativo, nel quale il testo è corredato di un’ampia selezione di immagini delle antiche opere erotiche che, collezionate sotto i Borboni, fanno discutere da secoli per la loro carica di sensualità – a volte sfociante nell’osceno –  alla quale riteniamo, lasciatecelo pur dire, null’altro aggiunge l’operazione del CAM e dei suoi artisti ospiti, se non quella dose di provocatorietà che avrebbe ironicamente fatto sorridere i nostri antenati vesuviani abituati a vivere il sesso liberamente e senza tanti clamori, laddove per noi, dopo duemila anni,  parlarne o rappresentarlo continua ad essere motivo di scandalo. Ma proprio perchè le cose stanno così, operazioni come quella del CAM appaiono come un tentativo di scardinare i rigidi baluardi di un moralismo mascherato da libertinaggio che ancora tiene in assedio la società contemporanea, almeno in alcuni luoghi del mondo come l’Italia.

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Un “patchwork” degli originali pompeiani ‘riletti’ dal collettivo di artisti viennesi TEAM nelle immagini presentate a Casoria dal 28 novembre

Fra gli interpreti di questo nuovo progetto artistico proposto dal CAM compaiono Hermann Nitsch, lo stesso Antonio Manfredi e Carl Djerassi, padre della pillola anticoncezionale, che si sono messi “a nudo”. Il museo di Casoria non è nuovo alle provocazioni visto che già l’anno scorso aveva dato fuoco alle opere per richiedere alle istituzioni attenzione e sostegni in una terra “occupata” dalla camorra.

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Una delle “rielaborazioni” di originale pompeiano (il celebre affresco della Villa dei Misteri, a sin nella foto) realizzata dal collettivo di artisti viennesi TEAM

Tra gli altri contributi artistici che saranno in mostra a Casoria dal 28 vi sono quelli di Veronika Bayer, Betty Bee, Manuel Werner Bräuer, Alberto Del Genio, Claudia Feyerl, Daniel Feyerl, Mauro Paparo Filomarino, Tone Fink, Patrick Gerdenits, Petra Holasek, Caterina Flor Gümpel, Patricia Iosif, Lorena, Marialaura Matthey, Conchita Wurst, Ronald Zöttl, Pluto Pompom e Anonymous Beauty.

Il CAM è un progetto museale nato nel 2003, per iniziativa del Comune di Casoria e della Regione Campania, al fine di realizzare una struttura in cui custodire opere artistiche e allo stesso tempo promuovere l’incontro e lo scambio culturale tra gli artisti e i visitatori. Il museo, inaugurato nel maggio del 2005, è diretto da Antonio Manfredi, presidente dell’associazione culturale onlus International Contemporary Art Center.

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