Galle delle piante: quel bizzarro capriccio della natura

facebook twitter instagram vimeo youtube google+ linkedin

Andricus caput medusae su quercia (Quercus pubescens) - Ph. © Domenico Puntillo

Andricus caput medusae su quercia (Quercus pubescens) – Ph. © Domenico Puntillo

di Domenico Puntillo

Quante volte passeggiando nei boschi e nelle siepi abbiamo notato delle strane escrescenze sulle foglie o sui rami delle piante senza coglierne il significato. Queste escrescenze sono note come galle. Dette anche cecidi (dal gr. κηκίδιον, dim. di κηκίς -ῖδος = galla) sono delle escrescenze anomale provocate da insetti o da altri organismi come batteri, funghi e acari. Sembrano delle formazioni “tumorali” (proliferazione anomale dei tessuti) che colpiscono vari organi delle piante: fiori (calice), foglie (epidermide), fusto, radici e rametti: in sostanza possono formarsi galle in tutte le parti di una pianta. Gli insetti responsabili delle galle delle piante sono da ascrivere ai Cinipidi, famiglia degli Imenotteri o a ditteri della famiglia dei Cecidomini (che tradotto dal greco vuol dire “creatori di galle”) ma non mancano anche Acari (Aracnidi) Afidi, Curculionidi (Coleotteri), Psillidi (Omotteri). Ve ne sono di molli, legnose, spinose, a testa di chiodo, cotonose ecc.

Ma perché si formano? Quando questi insetti o aracnidi iniettano nell’organo delle piante (foglie, rami ecc.) delle particolari sostanze chimiche per deporre le loro uova inducono le cellule vegetali ad ingigantirsi e a riprodursi rapidamente formando tali escrescenze. Le galle possono contenere una o diverse uova dalle quali successivamente nascono le larve che se ne nutrono. L’intruso quando completa il suo ciclo pratica un buco e vola nella sua forma adulta (imago).

Tante sono le piante che producono galle ed ognuna di essa le produce in modo esclusivo nella forma, nel colore, nella grandezza. Per esempio la galla della Rosa canina L. è opera dell’imenottero Rhodites rosae L. che inietta le sostanze chimiche in una gemma. Alla sua completa maturazione la galla si presenta in ammassi di forma rotondeggiante dai quali emergono sottili, lunghi e morbidi filamenti di un colore verde rossastro.

Galla della Rosa canina - Ph. © Domenico Puntillo

Galla della Rosa canina – Ph. © Domenico Puntillo

Le Querce (Quercus pubescens Willd., Q. frainetto Ten., Q. cerris L.) ne producono almeno tre. La prima è di forma sferica, sugherosa e leggera alla sua maturazione e prolifera come conseguenza della puntura dell’Imenottero Andricus quercustozae Bosc. (Hymenoptera, Cynipidae).

Andricus quercustozae su Quercus pubescens - Ph. © Domenico Puntillo

Galla (Andricus quercustozae) su Roverella (Quercus pubescens) – Ph. © Domenico Puntillo

La seconda è di forma irregolare con tozze ramificazioni e al tocco è appiccicosa. Anch’essa si forma a causa della puntura dell’insetto Imenottero Andricus dentimitratus Rejto (Hymenoptera, Cynipidae).

Andricus dentimtratus su Quercia (Quercus pubescens) - Ph. © Domenico Puntillo

Andricus dentimtratus su Quercia (Quercus pubescens) – Ph. © Domenico Puntillo

Il nome della terza galla è Andricus caputmedusae Hartig (Hymenoptera, Cynipidae). L’aggettivo caput medusae (in latino “testa di Medusa” ) evoca i capelli trasformati in serpenti da Atena. E’ forse la galla più bizzarra e pittoresca. Si presenta come un intreccio di escrescenze capillari che formano un ammasso subgloboso (v. prima foto in alto). Ma tante altre piante ospitano galle. Le foglie del Faggio (Fagus sylvatica L.), quelle più alte della chioma, quando vengono punte dal Dittero fitofago Mikiola fagi Hartig (Famiglia Cecidomyiidae) ne producono in abbondanza. Esse si presentano con delle escrescenze scure e piriformi.

Galle delle foglie del faggio (Fagus sylvatica) - Ph. © Domenico Puntillo

Galle delle foglie del Faggio (Fagus sylvatica) – Ph. © Domenico Puntillo

Le galle dell’Olmo [Eriosoma lanuginosum Hartig dell’ordine Rhynchota, famiglia Aphididae, Homoptera] vengono prodotte dall’insetto Afide fitomizo (1) che si nutre cioè della linfa succhiandola direttamente dai vasi e deponendo le sue uova negli organi della pianta. A primavera sulla pagina inferiore delle foglie punte dall’Afide compaiono delle galle verde-rossastre ricoperte di peluria e nell’interno delle quali si forma un liquido considerato, fra l’altro, dalla medicina popolare come medicamentoso.

Galle dell'olmo (Ulmus minor) - Ph. © Domenico Puntillo

Galle dell’Olmo (Ulmus minor) – Ph. © Domenico Puntillo

La galla del Salice, prodotta a seguito della puntura di un Acaro, l’Eriofide del Salice (Stenacis triradiatus Napela, Artropodi della classe Aracnidi) provoca su queste piante la comparsa di neoformazioni molto caratteristiche. Al posto delle infiorescenze maschili fuoriescono dalle gemme ammassi di foglioline, arruffate che formano una massa rotondeggiante molto compatta. A maturità diventano coniche e assumono una colorazione brunastra che rimangono attaccate ai rami ormai privi di foglie. Anche il Lentisco (Pistacia lentiscus L.), arbusto della macchia mediterranea , produce delle galle che sono causate dalla puntura di un Afide (Aploneura lentisci Passerini).

Galla del lentisco (Pistacia lentiscus L.) - Ph. © Domenico Puntillo

Galla del Lentisco (Pistacia lentiscus L.) – Ph. © Domenico Puntillo

Quella del Pioppo (Populus nigra L.) viene prodotta da un Afide (Pemphigus bursarius L.) le cui femmine in primavera vanno alla ricerca di un picciolo di foglia dove depongono le uova. Da questa puntura nasce una galla otriforme dove vivono le femmine che nel giro di pochi giorni perforano la galla per emigrare.

Galla del pioppo (Populus nigra L.) - Ph. © Domenico Puntillo

Galla del Pioppo (Populus nigra L.) – Ph. © Domenico Puntillo

C’è anche quella dell’Artemisia (Artemisia campestris L. subsp. variabilis (Ten.) Greuter). Si tratta di una galla prodotta dalla puntura in un Dittero (Rhopalomyia baccarum Wachtl) sugli steli della pianta. La galla, carnosetta, uniloculare, da verde a rossiccia, simula una bacca tanto da farla sembrare il frutto della pianta.

Galla dell'artemisia (Artemisia campestris L. subsp. variabilis (Ten.) Greuter) - Ph. © Domenico Puntillo

Galla dell’Artemisia (Artemisia campestris L. subsp. variabilis [Ten.] Greuter) – Ph. © Domenico Puntillo

Fin qui abbiamo trattato di galle che, pur provocando queste escrescenze tumorali, non sono alla fine così virulente. Vorrei chiudere questo breve ma non esaustivo excursus con una galla che sta causando gravi danni alle colture del Castagno. Recentemente, infatti, è stato introdotto nel 2002, involontariamente dalla Cina, il Cinipide del Castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), un insetto fitofago dell’ordine degli Imenotteri, originario dalla Cina, che induce con le sue deposizioni ingrossamenti (galle) sui germogli e le foglie di questo albero arrestandone la crescita vegetativa con conseguente riduzione della produzione di frutti fino all’ottanta per cento della loro produzione. Visto il danno economico così rilevante è stata intrapresa la lotta biologica per ridurre drasticamente i danni. E’ stato scelto un altro imenottero parassitoide, il Torymus sinensis Kamijo che parassita l’insetto che causa le galle e pare che questa grave piaga stia scemando di anno in anno.

Galle del Castagno (Castanea sativa M.) - Ph. © Domenico Puntillo

Galle del Castagno (Castanea sativa M.) – Ph. © Domenico Puntillo

Esaurita questa breve disamina seppure non esaustiva sulle più importanti galle, necessaria è qualche notizia storica. Le galle sono note da tempo immemorabile. Dioscoride duemila anni fa ne scrive sotto il nome di Omfacite. Nel Cinquecento Donzelli così scrive: “Sono notissime le Galle per il continuo uso di tingere, e per l’inchiostro; sono, com’è noto, uno de i frutti della Quercia; dovranno pigliarsi qui le picciole, crespe, e non pertuggiate, che Dioscoride chiama Omfacite, le quali bisogna raccogliere presto, perché dimorando più del dovere in su gl’alberi, senza dubio, si trovaranno tutte pertuggiate, imperciò: che è cosa molto curiosa da sapere, che hanno le Galle una proprietà di produrre, dentro di loro, diversi animaletti, che poi forano la Galla, & escono via; ma se rompendosi prima, che fuggano, si trovarà dentro di esse alcuni animali, come le Mosche, significa, che in quell’anno sarà guerra, se Ragni, peste: e se vermi carestia, e di ciò afferma il Matthioli haverne più volte veduto l’esperienza. Le Galle sono materia principale dell’inchiostro, del quale ogni virtuoso tiene bisogno, e perciò soddisfacendo al gusto di essi, dirò qui, come si può fare perfetto […]. Le Galle hanno tutte virtù grandemente costrettiva secondo, che dice Dioscoride trite in polvere, risolvono le soperfluità della carne, ristagnano i flussi delle gengive, dell’uvola, e saldano l’ulcere della bocca: sedendosi nella loro decottione, sono rimedico efficace, à far ritornare la matrice dislocata, & à ristagnare i flussi di quella. Macerate con aceto, ò acqua, e posta sopra i capelli, li fanno negri. Applicate trite con vino, ò acqua, in forma di linimento, ò pure bevute, giovano à li flussi dissenterici, ò stomacali. Debbonsi queste meschiare con i cibi, ò cuocere intiere con acqua, insieme con qualche altra cosa, conveniente, in simili malattie” (2).

Alcune galle vengono adoperate ancora oggi per produrre inchiostri per scrivere, definiti ferro-gallici. I tannini, di cui le galle sono ricchissime, vengono fatti reagire con del solfato ferroso. L’inchiostro da scrivere in sostanza è una soluzione di solfato di ferro calcinato e di gomma del Senegal in una infusione acquosa di noce di galla.

Queste brevi righe inducono ad una riflessione. In natura niente è inutile. Tutti gli esseri viventi meritano attenzione: anche le galle che pur essendo nocive per la pianta ospite sono ricovero di insetti di vario tipo e aracnidi che al loro interno vivono e si nutrono per una parte cospicua della loro vita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTE:

(1) In tutto il mondo sono noto 4.000 specie di afidi a almeno 700 producono galle su alberi di conifere e di latifoglie decidue (Blackman & Eastop. 1994. Aphids on the World’s Trees. An Identification and Information Guide. Cab International, London, 986p; Forrest, 1987. Galling Aphids (in): Minks & Harrewijn. Aphids their biology, natural enemies and control. Elsvier, vol. A, 341-353.)

(2) Giuseppe Donzelli, Teatro farmaceutico, dogmatico, e spagirico. Napoli, per Gio. Francesco Paci, Geronimo Fasulo, e Michele Monaco, MDCLXXV, terza parte, pp. 188b-189a.

FAME DI BIODIVERSITA’ Blog
 
latuapubblicita2
 

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su