Bari International Music Festival: con giovani talenti da tutto il mondo ritorna in Puglia la grande musica da camera

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Puglia – I tre direttori del Bari International Music Festival: da sin. David Fung (direttore artistico), Stefania Gianfrancesco (direttore amministrativo) e Fernando Altamura (direttore esecutivo) – Ph. © Ferruccio Cornicello – All rights reserved Feart ®

di Enzo Garofalo

Presentata questa mattina a Bari in conferenza stampa, presso la sede dell’associazione Il Circolo di Beethoven, la terza edizione del BIMF-Bari International Music Festival (24 maggio-7 giugno), fiore all’occhiello della programmazione musicale cittadina e regionale. Un festival che riesce a distinguersi per raffinatezza dei programmi, qualità dell’esecuzione affidata a giovani e talentuosissimi solisti provenienti da tutto il mondo, capacità di creare attenzione popolare intorno a un genere solitamente considerato da intenditori o comunque per ‘palati’ musicali particolarmente raffinati. Motore pulsante di un festival che fin dalla sua prima edizione – eccettuato il sostegno della Provincia di Bari – si avvale prevalentemente di mecenatismo privato, è il trio di giovani organizzatori formato dal pianista barese Fernando Altamura (direttore esecutivo), dal suo collega australiano David Fung (direttore artistico) e dalla giornalista e musicista Stefania Gianfrancesco (direttore amministrativo). Sono stati loro ad accogliere la stampa e ad illustrare il programma di quest’anno che prevede una serie di cinque concerti in cartellone presso i suggestivi contesti dell’Auditorium Vallisa (24 maggio) e della Chiesa di S. Teresa dei Maschi (altre date), nel borgo antico di Bari.

“Nella scelta del titolo di questa edizione, “Voces Intimae”, – ha spiegato il M° David Fung, reduce dal concerto di gala dell’Arthur Rubinstein Piano International Masters Competition di Tel Aviv, di cui è stato vincitore assoluto nel 2008 – ci siamo ispirati alle due parole poste dal compositore Sibelius su tre accordi, nel manoscritto del suo Quartetto. Lo abbiamo fatto per dare espressione al rapporto più intimo che la musica riesce a instaurare con l’animo umano, contribuendo in vario modo alla formazione della persona, ed avendo quindi anche un importante riflesso sociale. Preciso che nel parlare di musica non mi riferisco solo alla musica classica. A mio avviso non esistono grosse differenze fra musica classica e musica pop, esistono solo la musica di qualità e la brutta musica; quest’ultima la possiamo trovare nell’uno come nell’altro campo. Più in generale direi che la grande forza della musica è quella di riuscire a comunicare l’ineffabile.” “Non a caso – ha aggiunto Stefania Gianfrancescoil nostro motto di quest’anno è “Là dove non arrivano le parole, arriva la musica”.

David Fung è quindi passato ad illustrare il programma: “Apriremo il 24 maggio con un concerto-omaggio alla musica dell’età barocca, proponendo brani di autori antichi come Haendel e Biber, senza però escludere autori moderni e contemporanei come Shnittke, di cui eseguiremo una Suite in stile antico per violino e clavicembalo, e un brano commissionato al compositore statunitense Daniel Schlosberg, giovanissimo ma già salutato dalla critica americana come un formidabile talento. Un lavoro nel quale il tema di un preludio di Bach viene proposto in modo circolare con sovrapposizioni dello stesso Schlosberg, in una combinazione davvero particolare.”

Quest’anno il festival contempla la novità di una presenza vocale, che troveremo nei primi due concerti: si tratta del soprano indiano Sherazade Panthaki, una delle giovani voci emergenti più apprezzate fra quelle impegnate nel repertorio barocco sulla scena internazionale.

“Il 28 maggio – ha proseguito David Fung – sarà la volta del concerto che dà il titolo al festival di quest’anno, Voces Intimae: quattro lieder di Strauss, il Vocalise di Rachmaninov, la famosissima Spiegel im Spiegel di Arvo Part e il Quartetto per archi di Sibelius, che ancora una volta ci portano a combinare musica strumentale e vocale, antico e moderno, secondo una cifra che abbiamo volutamente scelto per proporre qualcosa di diverso, che in qualche modo ci distinguesse”.

Il 31 maggio il Festival prosegue con un concerto dedicato a Clara Schumann e a uno dei triangoli più ambigui della storia della musica, quello fra Robert Schuman, sua moglie Clara e l’allora giovane Johannes Brahms, che di Robert fu allievo devoto. “Proporremo – anticipa  – una Sonata per violoncello e pianoforte e un Quintetto di Brahms e Tre romanze per violino e pianoforte di Schumann.”

Sarà quindi la volta, il 4 giugno, delle tre Sonate Op. 30 per violino e pianoforte di Beethoven – composte nel 1802 ad Heiligenstadt, vicino Vienna, parallelamente alla Seconda Sinfonia e ad altre importanti composizioni strumentali – “scelte in questo festival come esempio – concentrato in pochi minuti – della fusione in Beethoven di intimismo e furore espressivo: “Intimacy and excess” è infatti il titolo scelto per il programma della serata.”

“Il concerto finale – ha concluso Fungsarà il nostro omaggio a due grandissimi compositori russi, Tchaikovskij e Schostakovic. Del primo proponiamo il Trio il la min. op. 50 per violino, violoncello e pianoforte, un omaggio al suo amico Nikolai Rubinstein, pianista compositore e direttore d’orchestra; un brano che fonde virtuosismo e uno straziante lirismo per la morte del dedicatario, e che è diventato una sorta di paradigma per molta musica commemorativa. Di Schostakovic sarà eseguito invece il Trio in mi minore per violino, violoncello e pianoforte, op. 67; anche questo un brano scritto per la morte di un amico, il critico musicale e studioso ebreo Ivan Sollertinskij.”

Oltre allo stesso David Fung e a Fernando Altamura, presenze fisse fin dalla 1° edizione ed il cui valore artistico è ormai notorio, ricordiamo i nomi degli altri giovani artisti (il più ‘anziano’ è il quarantenne violinista coreano Dennis Kim, primo violino nella Tampere Philharmonic Orchestra in Finlandia e la Sinfonietta Jonkoping in Svezia , che suonerà il suo prezioso Stradivari) che si esibiranno quest’anno: dalla violinista australiana Holly Piccoli membro dello Yale Baroque Ensemble, particolarmente versata nel repertorio antico, al violoncellista coreano Jonah Kim, primo violoncello per il San Francisco Ballet e docente al Bryn Mawr College, alla violista statunitense Molly Carr, Top Prize Winner al Primrose International Viola Competition, alla violinista bulgara Liya Petrova, solista in prestigiose orchestre da camera, al soprano Sherazade Panthaki, specialista in musica antica e voce ospite di diversi e affermati ensemble barocchi, con numerosi concerti in programma fra Europa e Stati Uniti.

Stefania Gianfrancesco e Fernando Altamura hanno quindi illustrato gli aspetti organizzativi e logistici del Festival evidenziando ancora una volta la grande disponibilità dell’Università degli Studi di Bari, istituzione patrocinante insieme all’Assessorato regionale al Mediterraneo, Cultura e Turismo retto da Silvia Godelli; la collaborazione con la Fondazione Valente di Molfetta, per il decentramento di alcuni concerti, e con una serie di sponsor tecnici che mettono a disposizione servizi vari per il periodo di circa due settimane di permanenza a Bari degli artisti, fra prove, esecuzioni e master classes: anche quest’anno infatti Il BIMF propone la sua Accademia con laboratori e corsi avanzati con i musicisti ospiti. “Quest’anno – ha spiegato Altamuraabbiamo optato per un numero chiuso di allievi, sono 12 tutti pugliesi, in modo da garantire una maggiore cura e qualità dei corsi”, “i cui costi – ha aggiunto Gianfrancescocontiamo in futuro di poter coprire anche con qualche borsa di studio.” Come lo scorso anno, l’allievo distintosi fra quelli che hanno frequentato i corsi, avrà la possibilità di esibirsi on stage con gli altri artisti, e stavolta toccherà al pianista foggiano Angelo Nasuto.

Riuscitissima, e pertanto riproposta, anche la formula dell’ospitalità degli artisti presso famiglie baresi, che ormai dopo tre anni di festival si candidano direttamente e con entusiasmo a questa forma di collaborazione del tutto gratuita. “Lo sforzo del BIMF – ha concluso Stefania Gianfrancescoè quello di dare un contributo alla internazionalizzazione della programmazione culturale a Bari. Siamo pertanto molto felici del sostegno morale e dell’incoraggiamento che ogni anno ci provengono da un pubblico calorosissimo sempre più desideroso di far parte di quella che ormai è diventata la grande famiglia del Festival. Proprio in virtù di questa attenzione, stiamo cercando di moltiplicare la nostra presenza anche nel resto dell’anno. Lo abbiamo fatto con il Winter Concert dello scorso dicembre, replicato anche altrove; con la proposta nelle scuole di un programma di Fiabe Musicali che stiamo portando in giro per la Puglia, e con le Master Classes svoltesi lo scorso autunno. Insomma una diversificazione dell’offerta che speriamo ci consenta di ottimizzare le nostre potenzialità al servizio della musica in Puglia”.

 

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