CAMPANIA | L’Annunciazione, un capolavoro del campano Francesco Solimena in Danimarca

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Francesco Solimena – Annunciazione, dopo 1733 – Photo by Statens Museum for Kunst / National Gallery of Denmark | CCBY2.0

di Redazione FdS

Il dipinto oggi conservato presso lo Statens Museum for Kunst, ossia la Galleria Nazionale di Danimarca, potrebbe essere uno studio sul colore in funzione dell’opera definitiva o, più probabilmente, una replica creata per l’insegnamento nella scuola privata di pittura dell’artista campano Francesco Solimena (1657-1747). L’elegante composizione, l’uso intenso dei forti contrasti tra luce e ombra e le pose classicamente sobrie delle figure sono tutti tratti tipici del Solimena, la cui ispirazione risulta parimenti attingere al barocco solenne e a un leggiadro rococò. Nel registro superiore del dipinto vediamo l’immagine austera del Padre Eterno fiancheggiato dalla colomba dello Spirito Santo e condotto in Gloria fra le nubi da uno stormo di cherubini, mentre nella parte centrale del dipinto campeggia sulla sinistra l’Arcangelo Gabriele che porge il supremo annuncio a una Vergine fanciulla, posta a destra, che sembra pudicamente schermirsi di fronte a una tale sublime rivelazione. La scena si ambienta fra le colonne di un tempio di chiara impronta pagana nei cui spazi irrompe la Luce Divina a segnare l’avvento di una nuova età del mondo.

Il dipinto molto probabilmente risale a quando la chiesa di San Rocco a Venezia fu ristrutturata nel 1733, per cui tre dei più importanti artisti del tempo furono invitati ad eseguire delle pale d’altare. Due commissioni andarono al veneziano Marco Ricci (1676-1730) , una al romano Trevisani (1656-1746)  e una al napoletano Solimena, che in quel momento era considerato come uno dei migliori (e più quotati) pittori d’Europa. Con ogni probabilità l’intenzione era di confrontare fra esse tre scuole italiane di pittura, ma non c’è partita fra le ricche stravaganze coloristiche del Ricci, il pathos convenzionale del Trevisani e l’intensità emotiva della pittura del Solimena.

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