Alla scoperta dei fichi di Puglia. Li racconta un libro a più voci in presentazione a Latiano

Locandina

La Biblioteca Civica “G. De Nitto” e l’Assessorato alla Cultura della Città di Latiano (Brindisi) organizzano una serie di incontri letterari dal titolo “Tra cielo e terra – libri, piante, comunità” (v. locandina sopra), in collaborazine con il MIBAC. Venerdì 25 ottobre, alle ore 18.30, presso la Saletta Imperiali in via A. Spinelli, si terrà il primo dei suddetti incontri nel quale ci sarà la presentazione del libro “Fichi di Puglia: storia, paesaggi, cucina, biodiversità e conservazione del fico in Puglia” di Francesco Minonne, Paolo Belloni e Vincenzo De Leonardis (Coop. Ulisside Editore, 2012 – pp. 161 – ill. – 25 euro).

FICHI-DI-PUGLIA

Il volume racchiude i risultati di un ventennio di attività e parafrasando il titolo di un libro inchiesta e di un omonimo film di successo degli anni settanta avrebbe potuto intitolarsi: “Tutto quello che avreste voluto sapere sul fico, ma non avete mai osato chiedere”.

“Il fico rappresenta, da sempre, una delle colture più importanti del panorama agricolo pugliese; tra le specie legnose che hanno retto l’economia agricola regionale si può dire che esso è, per importanza, al terzo posto dopo olivo e vite. La sua presenza è certamente antica; le immigrazioni di popoli orientali, già prima della dominazione romana, avvenute in questa terra e i rapporti commerciali con i luoghi d’origine di quei popoli possono aver permesso l’importazione di piante e, fra queste, anche di varietà differenti di fichi. Come afferma Ferdinando Vallese: “Quand’anche non avessero trasportato piante, i fichi secchi dovevano costituire senza dubbio una delle provviste più gradite e di più facile e lunga conservazione nei viaggi intrapresi dalle antiche stirpi che popolarono il bacino del Mediterraneo”. Per tutta la regione, quindi, questa pianta ha assunto, fino a pochi decenni fa, un valore enorme se si pensa alla possibilità di sostentamento che da questa coltura hanno tratto famiglie di braccianti, coloni e mezzadri; non avendo spesso possibilità di sfruttare colture ad elevato reddito, questa gente trovava nel fico una pianta di “salvataggio”, una coltura frugale, di rapida entrata in produzione di facile ed autonoma trasformazione dei frutti essiccati. Il radicale cambiamento dei mercati e dei consumi ed il conseguente crollo delle coltivazioni ha posto il fico, in pochi anni, tra i cosiddetti “frutti minori”; lo ha relegato ai margini dell’agricoltura produttiva, sottraendolo anche alle cure e attenzioni di cui un tempo godeva e confinandolo spesso ad un abbandono colturale e alimentare…[…]” (Francesco Minonne)

Francesco Minnone, biologo, collabora con l’orto botanico e laboratorio di botanica dell università del Salento.Si occupa di biodiversità vegetale con particolare riferimento alle specie spontanee e coltivate della Puglia. Dottore di Ricerca in Ecologia Fondamentale ha condotto un lavoro di censimento e caratterizzazione delle varietà frutticole tradizionali del Salento.Ha pubblicato lavori scientifici su fico e altri frutti tradizionali ed autore di testi di divulgazione agro ambientale. Attualmente docente nelle scuole medie e superiore e componente, esperto naturalista, del comitato Esecutivo del Parco Costa Otranto di Leuca e Bosco di Tricase.

Paolo Belloni fonda nel 1993 Pomona onlus, associazione nazionale per la valorizzazione della biodiversità.Organizza le prime mostre pomologiche aperte al grande pubblico e con i frutti antichi rappresenta l’Italia alle mostre internazionali europee. Collabora alla realizzazione di progetti di educazione alimentare scolastica della regione Lombardia. Pubblica volumi divulgativi sulla natura.

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