Legambiente Puglia denuncia lo stato di abbandono del Parco regionale Saline di Punta della Contessa a Brindisi: «Subito Piano di Gestione per valorizzare l’area protetta»

saline punta contessa

Puglia – Scorcio del Parco naturale Regionale delle Saline di Punta della Contessa, Brindisi – Ph. reise-nach-apulien | CCBY2.0

di Redazione FdS

Atti vandalici, rifiuti e abbandono nel Parco regionale Saline di Punta della Contessa, a Brindisi. È questo lo stato in cui versa uno dei Parchi regionali pugliesi, oggi lasciato nel dimenticatoio da quanti non si sono prodigati nell’approvazione di un suo Piano di Gestione che consentisse la valorizzazione di una importante area SIC – ZPS (Zona di Protezione Speciale) della regione per la presenza di avifauna.

Il Parco è compreso tra Capo di Torre Cavallo e Punta della Contessa ed è un’area caratterizzata da vasti bacini di acqua dolce lungo la costa e da numerosi canali che scendono al mare raccogliendo l’acqua piovana. Questi bacini si trovano a una certa distanza dal mare separati da dune non particolarmente grandi che non riescono a ostacolare le mareggiate, permettendo quindi all’acqua marina di raggiungere i bacini. L’oasi è molto importante da un punto di vista ornitologico soprattutto nel canale “Foggia di Rau” dove è possibile trovare anche la tartaruga Emys orbicularis, la cui popolazione, però, conosce negli ultimi decenni una decrescita demografica.

A lanciare l’allarme ieri mattina per la salvaguardia di questo luogo, sono stati Francesco Tarantini e Fabio Mitrotti, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e presidente del Circolo Legambiente “Tonino di Giulio” di Brindisi; entrambi hanno incontrato la vice presidente della Regione Puglia Angela Barbanente per sottoporle l’urgenza di richiamare il Comune di Brindisi affinché approvi il tanto auspicato Piano di Gestione. Esso porrebbe fine a una serie di comportamenti illeciti che da tempo ormai si susseguono in un’area che merita piuttosto di essere valorizzata e non deturpata. A rendere necessario un intervento istituzionale sono stati i monitoraggi e risultati delle attività di volontariato condotte dalla Legambiente.

In seguito a una delle tante iniziative regionali di pulizia, infatti, i volontari del circolo hanno riscontrato la presenza non solo dei “soliti” rifiuti portati dal mare, ma pure la permanenza, all’interno dell’area SIC – ZPS, e a distanza di un anno dalla segnalazione, di un’autovettura incendiata, di rifiuti pericolosi quali lastre di amianto, resti di imbarcazione sulla spiaggia e un ammasso di lana di vetro, materiale che, per motivi di sicurezza, non è stato rimosso dai volontari.

Nell’area SIC – ZPS e sull’arenile, inoltre, in ogni periodo dell’anno, vi è la frequentazione di autovetture, quad e moto da cross. Nonostante le continue segnalazioni di presenza di “capanni” ad uso balneare sulla spiaggia e le sollecitazioni a chiudere l’accesso al mare per gli autoveicoli a motore (lasciando libero l’accesso a piedi ed in bicicletta), l’Ufficio parchi del Comune di Brindisi, affidatario della gestione del parco, non ha provveduto ad effettuare i dovuti controlli e a realizzare opere di tutela.

«Constatiamo purtroppo un’assenza di controllo dell’area da parte dell’ente pubblico preposto all’attività di gestione e controllo del Parco – dichiarano Francesco Tarantini e Fabio Mitrotti – Negli ultimi anni sono state tante le iniziative di Legambiente per valorizzare il Parco regionale “Saline e stagni di Punta della Contessa” quali Spiagge e fondali puliti, Puliamo il mondo, Parchi puliti (in collaborazione con la Regione Puglia), campi nazionali di volontariato che hanno coinvolto anche gli agricoltori della zona, e ora l’associazione si accinge ad organizzare il secondo campo nel mese di agosto. Nel 2013, su incarico del Comune di Brindisi, la Legambiente ha inoltre condotto attività di avvistamento incendi e sensibilizzazione, ha coinvolto le scuole della città in attività didattiche su ecosistemi ed avifauna presenti ed ha messo in piedi una rete social per la promozione del parco. A fronte di tutto ciò – concludono Tarantini e Mitrotti – ci sembra assurdo che alcune aree del Parco vengano lasciate in un completo stato di abbandono. Pertanto invitiamo il Comune di Brindisi a intraprendere una via che consenta una gestione del parco differente da quella attuale, tesa a tutelare una realtà che merita di essere valorizzata e non deturpata».

 

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