La Coppa di Nestore: da Ischia a Londra per una mostra dedicata al mito di Troia

Coppa di Nestore, kotyle in terracotta dell'VIII secolo a.C. - Museo Archeologico di Pithecusae, Lacco Ameno, Ischia

Coppa di Nestore, kotyle in terracotta dell’VIII secolo a.C. – Museo Archeologico di Pithecusae, Lacco Ameno, Ischia

di Redazione FdS

Troia e il suo mito: tra realtà e leggenda il fascino di una storia che da migliaia di anni continua a stregare il mondo occidentale. E così il British Museum di Londra ha pensato bene di organizzare una mostra sul tema – Troia: realtà e mito – che dal 21 novembre scorso sta attirando visitatori da tutto il mondo. Oltre 300 i reperti in esposizione, tra i quali spicca la Coppa di Nestore, piccola tazza greca in terracotta (kotyle), alta una decina di centimetri, decorata a motivi geometrici e coperta di iscrizioni, ritrovata nella ricca tomba a cremazione di un fanciullo di circa 10 anni dall’archeologo tedesco Giorgio Buchner, a suo tempo funzionario della Soprintendenza archeologica di Napoli con delega per Ischia, impegnato nella valle di San Montano a Lacco Ameno negli scavi della necropoli della colonia greca di Pithekoussai (in lat. Pithecusae), l’odierna Ischia, abitata dall’VIII secolo a.C. fino all’età romana. Il ritrovamento avvenne tra l’ottobre 1954 (mese in cui fu scoperta la tomba a cremazione) e il marzo 1955 quando Buchner terminò personalmente di ricomporre i frammenti man mano emersi dallo scavo. E proprio dal Museo Archeologico di Lacco Ameno, con sede nella locale Villa Arbusto, proviene questo straordinario reperto risalente al 725 a.C., datazione che ne fa uno dei più antichi esempi di scrittura alfabetica.

Su un lato della coppa può infatti leggersi in alfabeto euboico ed in direzione retrograda, cioè da destra verso sinistra, come nella consuetudine fenicia, un epigramma formato da tre versi, il primo in metro giambico e gli altri due in esametri dattilici, che alludono alla famosa coppa descritta nell’Iliade di Omero: «[Io sono] la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona» recita l’iscrizione che si riferisce evidentemente a quanto descritto nell’XI libro dell’Iliade, in cui si narra della leggendaria coppa dell’eroe acheo Nestore, figlio del re di Pilo Neleo e di Cloride, tanto grande che occorrevano quattro persone per spostarla. Questo fa sì che tale iscrizione rappresenti il primo frammento noto di poesia conservato nella sua stesura originale, contemporanea a quella del celebre poema epico attribuito ad Omero, a cui si ispira.

Gli studiosi ritengono che la coppa sia stata importata nella colonia di Pithekoussai, da Rodi, forse insieme a una partita di vasi contenenti preziosi unguenti orientali, il che la rende una importante testimonianza della fitta rete di relazioni commerciali tra Ischia (da Buchner identificata come la prima colonia greca dell’Italia meridionale) e il resto del Mediterraneo, oltre che uno degli esempi più antichi di scrittura greca a noi giunto finora.

La mostra di Londra si articola in tre grandi sezioni: la prima è dedicata alla guerra di Troia come raccontata da fonti greche, romane ed etrusche; la seconda ricostruisce la scoperta archeologica della città da parte di Heinrich Schliemann nel 1871-73 e le successive fasi di scavo fino ai giorni nostri; la terza raccoglie esempi di trattazione del tema iliaco a partire dal Medioevo, nei campi della letteratura e dell’arte, dalla pittura alla musica. La Coppa di Nestore sarà visitabile insieme agli altri reperti fino al 9 marzo presso la Sainsbury Gallery del British Museum.

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