Il Sud nelle allegorie rinascimentali di Cesare Ripa, bibbia degli artisti. La Calabria: “donna bruna vestita di rosso”

calabria - ripa

Allegoria della Calabria in una xilografia tratta da un’edizione della “Iconologia” di Cesare Ripa del 1630

di Redazione FdS

Nel 1593 veniva dato alle stampe un libro che presto sarebbe diventato la Bibbia degli artisti del tardo Rinascimento, non mancando di essere utilizzato anche da quelli dei secoli successivi. Si tratta  dell’Iconologia overo Descrittione Dell’imagini Universali cavate dall’Antichità et da altri luoghi, pubblicata a Roma dagli Heredi di Giovanni Gigliotti e dedicata al cardinale Salviati. Autore ne fu Cesare Ripa, accademico e scrittore perugino che da giovane era stato alla corte del cardinale Anton Maria Salviati, come «trinciante», ovvero addetto a tagliare le vivande della mensa del prelato. Successivamente divenne membro dell’Accademia degli Intronati di Siena, dedita allo studio di opere classiche e di medaglie antiche, ma ebbe contatti anche con quella degli Incitati a Roma, città in cui risulta presente dal 1611 al 1620.

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Ritratto di Cesare Ripa in una incisione che apre l’edizione della sua “Iconologia” stampata a Perugia nel 1764

Nel 1603 il testo venne riedito a Roma, per i tipi di Lepido Facij e dedicato a Lorenzo Salviati, ampliato con oltre 400 voci e con numerose immagini xilografiche col titolo di Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall’antichità et di propria inventione. E’ solo la prima delle tante riedizioni con un sempre maggior numero di tavole illustrate, non sempre riconducibili allo stesso Autore, che oggi fanno la gioia dei bibliofili a caccia di rarità. Le edizioni sono spesso dedicate ad illustri personaggi, come quella curata dall’abate Cesare Orlandi, dedicata a Raimondo de’ Sangro, il mitico principe di San Severo, edita a Perugia nel 1764 presso la Stamperia di Piergiovanni Costantini. Nel 1992 è stata pubblicata un’edizione ragionata dell’Iconologia, mentre nel 2006 è stata ristampata l’edizione romana del 1593. QUI trovate l’interessante progetto on line dedicato all’Iconologia del Ripa dall’Università di bergamoB

Quest’opera, definita “necessaria à Poeti, Pittori, et Scultori, per rappresentare le virtù, vitij, affetti et passioni humane”, non è altro che un’enciclopedia dove vengono descritte, in ordine alfabetico, le personificazioni di concetti astratti, come la Pace, la Libertà o la Prudenza, o di territori dell’Italia dell’epoca, contraddistinte da attributi e colori simbolici. Noi abbiamo scelto di proporvi le descrizioni delle regioni del Sud e le immagini che le accompagnano, traendole dalla succitata edizione perugina del 1764, ampliata ed  uscita col titolo “Della più che novissima Iconologia di Cesare Ripa perugino”. Il testo viene proposto trascritto in italiano moderno. Iniziamo con la Calabria.

CALABRIA

“Donna di carnagione scura vestita di colore rosso, porterà sul capo una bella ghirlanda di fronde di frassino cosparse di manna; con la mano destra terrà una cornucopia piena d’uve di diverse specie, bianche e nere, con la mano sinistra un ramo di ginestra carico di bozzoli di seta e un ramo di cotone con le foglie e il frutto, mentre per terra si pongano anche dei fasci di canna da zucchero.

Il nome di Calabria pare sia voce greca, posto a questo paese dai Greciche lo hanno abitato, per cui essendo un nome composto da Kalos e Bryo (delle quali voci una significa ‘buono’ e l’altra ‘scaturire’) si viene a lodare con tale nome questa Provincia, dato che in essa si trova la fonte di tutti i beni come conferma Pietro Razzano, e Francesco Berlinghieri nella sua Geografia, nei versi che così recitano:

Calabria è detta nel presente giorno,
E significa il nome, che produce
Le cose buone, con copioso corno.

E in verità questo paese è molto fruttifero, pieno di imponenti monti, di colline aperte al sole e di amenissime valli, ma quel che più importa, vi è aria perfettissima, che rende gradevolissimi quei beni che la Natura produce.

Il colore scuro della carnagione e l’abito rosso denotano l’azione del sole, che a lei è molto amico, come dice Orazio nell’Ode 31 del Libro I. dandogli l’epiteto di “estuoso” cioè ardente.

La ghirlanda di frassino carica di manna che porta in testa è per evidenziare che in questo luogo il Cielo è generosissimo,  e vi piove ampiamente gioconda e salutare la rugiada della manna; del resto quella che si raccoglie dal frassino è la migliore, la più perfetta, ecco perchè è giusto farle ghirlanda di questo albero e non di altra pianta. Con le diverse uve si dimostra invece l’abbondanza dei generosi vini che si fanno in questa provincia, i quali – portati in diverse parti d’Italia – rendono memorabile il paese e il suo nome.

Il ramo di ginestra coi bozzoli di seta, il cotone, e i fasci di canna da zucchero, sono gli altri beni più speciali attraverso i quali è maggiormente rappresentata la provincia, dato che vi si produce, come ognuno sa, grandissima quantità di seta, di cotone e di zucchero.

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Nelle due immagini qui sopra [click to enlarge]: a sin. frontespizio di un’edizione padovana dell’Iconologia datata 1618; a destra l’edizione perugina del 1764 dedicata a Raimondo de’ Sangro, Principe di San Severo.

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