Green Skin. Con acqua, batteri e scarti zuccherini, un team dell’Università del Salento ha creato l’ecopelle

ecopelle

Un campione colorato di ecopelle ”greenskin” creato nei laboratori dell’Università del Salento – Ph. Università del Salento

di Redazione FdS

Il suo nome è Green Skin, cioè ‘pelle verde’, ed è l’alternativa – creata in laboratorio – alla pelle animale e sintetica.Si tratta di una cellulosa ottenuta in Puglia nei laboratori di ingegneria industriale della Cittadella della Ricerca (sede dell’Università del Salento a Mesagne – Brindisi), e a produrla sono dei batteri che agiscono in simbiosi con dei funghi su un composto di acqua e scarti zuccherini dell’industria agroalimentare. Totalmente ecocompatibile – il processo utilizza fra l’altro una bassa quantità di energia e di materia – Green Skin è anche idrorepellente. Il progetto, che sfrutta le conoscenze attuali nel campo delle nanotecnologie,  è stato messo in opera da un team composto da Antonio Licciulli, docente di Scienza e Tecnologia dei Materiali dell’ateneo salentino, Rossella Nisi, biotecnologa di Unisalento, Concetta Martucci e Pasquale Cretì, tecnici di laboratorio del Cnr, e Mariangela Stoppa, eco-designer specializzata in biomimetica, fondatrice dell’associazione Biodesart.

Il progetto è stato premiato di recente, nel corso dell’ultima Fiera del Levante, dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola nell’ambito della categoria “Industrial” di Start cup Puglia 2014 che ha elargito ai primi quattro progetti classificati (in 4 diverse categorie) 10 mila euro da investire nella costituzione di imprese che operano nel settore della bio-industria.

L’idea imprenditoriale verrà ora sviluppata costituendo una società che si occuperà della produzione e commercializzazione di questo polimero naturale. Come spiegano i suoi inventori, il processo industriale di lavorazione sarà sostenibile non solo nella fase produttiva ma anche anche in quella della colorazione della cellulosa assemblata dai batteri.

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