Ulivi e Xylella: nasce in Puglia la coalizione #pattoperilterritorio per la lotta ecocompatibile

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Ulivo con nuovi germogli - Ph. rabiem22 | CCBY2.0

Ulivo con nuovi germogli – Ph. rabiem22 | CCBY2.0

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di Redazione FdS

Un Commissario per l’Emergenza Xylella visibilmente stanco e al contempo combattivo – mentre si attende di conoscere le motivazioni della decisione del Tar Lazio che ha sospeso il Piano Puglia per fronteggiare l’emergenza Xylella – ha accolto ieri la neonata coalizione #pattoperilterritorio che riunisce Coldiretti Puglia, Associazione Frantoiani Pugliesi, organizzazioni di produttori aderenti ad UNAPROL PugliaOlive, CoopOlio Salento, Olivicoltori di Puglia, Ajprol Taranto, il Consorzio vivaisti viticoli pugliesi, Legambiente Puglia e Terranostra, CIBI Consorzio Italiano per il Biologico, AproBio Puglia e Consorzio Puglia Natura, Codacons, Confconsumatori e Adoc Puglia, aperta a tutte le forze sociali che vogliano portare un contributo utile alla lotta ecocompatibile alla Xylella fastidiosa e alla promozione e salvaguardia del territorio e dei suoi prodotti agroalimentari, a partire proprio dall’olio extravergine di oliva. E’ il primo di una serie di incontri con cadenza mensile.

Non ci sta il Commissario Silletti “a passare per chi vuole distruggere il paesaggio pugliese” – ha tuonato proprio il Comandante del Corpo Forestale dello Stato di Pugliache ha detto di avere  “tra i principali obiettivi difendere l’ambiente, il territorio e la natura”  contrari alla cultura della morte” e di essere “contrario alla cultura della morte”.

E proprio per contribuire a rendere il Piano per l’emergenza maggiormente rispondente ad istanze, preoccupazioni legittime e richieste del territorio, la coalizione #pattoperilterritorio ha consegnato un documento a tutto tondo, utile a fornire un ausilio nella fase in cui il Commissario sta rivedendo proprio il suo piano d’azione.

“Il Piano per l’emergenza prevede azioni di controllo dei vettori – ha aperto il dibattito il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Canteleche comprendono anche l’impiego su larga scala di insetticidi che potrebbero avere impatti ancor più devastanti sullo stato di salute del terreno e delle piante. Tra i principi attivi indicati risultano assenti i trattamenti nell’agricoltura biologica, come ad esempio l’olio di neem e il piretro. Per questo, al fine di migliorare la qualità del suolo e del soprassuolo proponiamo di annoverare tra i trattamenti obbligatori l’utilizzo di reti anti-insetto, già usate come barriere contro il punteruolo rosso delle palme, preparati biologici, un nuovo prodotto a base di olio essenziale di arancio dolce per la lotta alle cicaline già autorizzato con Decreto dal Ministero della Salute il 10 aprile 2015 e di propoli e corroboranti affini, il rafforzamento della ricerca per trovare soluzione di risanamento delle piante ammalate”.

In Puglia, il 15% della superficie olivicola è coltivata con metodi di produzione biologica; l’olivo copre una superficie pari a circa 55.000 ettari, che rappresentano il 32% del totale delle superfici bio, su un totale regionale di 171mila ettari e il 20% della produzione nazionale.

Proprio sul tema trattamenti il Commissario Silletti ha anticipato che proporrà “al Comitato Nazionale, in considerazione del bilancio delle arature completate pari ad oltre l’80%, di ridurre i trattamenti obbligatori soltanto ai focolai, con un ridimensionamento del 90% delle aree coinvolte”. Proprio sulle buone pratiche ha ringraziato “tutti coloro i quali hanno rispettato gli obblighi di legge – ha aggiunto – ma sto per firmare un ordine di servizio che farà partire verbali e sanzioni per privati ed enti pubblici ancora inadempienti. Al contempo l’ARIF avvierà l’azione sostitutiva perché non possiamo perdere tempo. Dobbiamo centrare gli obiettivi raggiungendo il massimo risultato con i minimi costi e le risorse residue destinarle agli agricoltori danneggiati e ai vivaisti martoriati”.

La richiesta di ‘usare principalmente prodotti biologici e biodinamici’ è giunta dal Presidente del Consorzio Italiano per il Biologico Paparella, il quale ha sottolineato “la necessità di inserire nel comitato scientifico per la lotta alla Xylella specifiche competenze trasversali di carattere agronomico, economico e ecologico, oggi assenti”. Gli ha fatto eco il Presidente di Legambiente Puglia Tarantini che ha chiesto “precise garanzie, nell’ottica della collaborazione avviata, rispetto anche al divieto assoluto di uso di insetticidi nelle aree protette e di grande pregio ambientale”.

Alla soluzione alternativa prospettata dal Presidente di Coldiretti Lecce Piccinno di “interagire maggiormente con gli olivicoltori, consentendo loro di agire direttamente sui propri alberi”, il Commissario Silletti ha rivelato che “è una soluzione su cui sto riflettendo da tempo – ha detto – e che proporrò agli enti competenti. Per evitare disordini e tafferugli, dovrebbero essere gli olivicoltori stessi, consapevoli della gravità della malattia e della necessità di fermarne l’avanzata, ad operare in autonomia l’espianto, a fronte di un ristoro sia per il lavoro svolto che per l’albero espiantato”.

Drammatica la situazione dei vivaisti salentini, raccontata dal Presidente del Consorzio Vivaisti Viticoli Pugliesi Miggiano che ha chiesto un aiuto concreto “per un comparto che fattura 20milioni di euro l’anno, con una produzione di 12 milioni di piante e 70mila giornate lavorative garantite all’indotto, bloccato per la malattia e per l’embargo di Paesi come Francia, Marocco, Algeria…”.

La preoccupazione dei consumatori non è relativa solo al patogeno e agli effetti sugli alberi. “Dobbiamo tutti insieme sventare la psicosi – ha stigmatizzato Antonio Pinto, Presidente di Confconsumatori Puglia – che rischia di coinvolgere anche le produzioni agroalimentari pugliesi che nulla hanno a che fare con la malattia, come olio, vino e ortofrutta”.

aliamedia

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