Castello Normanno di Rende: 60 nuove opere per lo scrigno dell’Arte Contemporanea

Scorcio del Castello Normanno di Rende (Cosenza), XI sec. - Image by Comune di Rende

Scorcio del Castello Normanno di Rende (Cosenza), XI sec. – Image by Comune di Rende | In basso photo gallery con alcune delle opere della nuova donazione

di Redazione FdS

E’ un sorprendente ponte fra le epoche il Castello Normanno di Rende, borgo di origine enotrio-bruzia (Arintha) fra i più belli della provincia calabrese di Cosenza. Voluto nell’XI sec. come struttura difensiva da Boemondo d’Altavilla, figlio del celebre Roberto il Guiscardo, e successivamente appartenuto alle famiglie nobili dei Magdalone e degli Alarçon de Mendoza, il maniero è oggi uno scrigno d’arte contemporanea, che accanto alla funzione di contenitore assolve a quella di luogo culturale ‘dinamico’ attraverso la organizzazione di mostre temporanee, conferenze, seminari e workshop. L’esposizione permanente del Museo d’Arte Contemporanea Bilotti, nata dalle donazioni private del collezionista Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e da opere di artisti e collezionisti da lui invitati, comprende una significativo numero di lavori che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle installazioni, alla videoarte, riconducibili ad artisti di fama come Andy Warhol, Claudio Abate, Mario Ceroli, Luigi Ontani, Bruno Ceccobelli, Vettor Pisani, Marion Greenstone, sebbene non manchino quelli di colleghi più giovani come Chiara Dynys, Omar Galliani, Guendalina Salini e Maurizio Savini.

Percorrendo le sale del Museo lo sguardo e la mente ‘oscillano’ dunque fra le mura che videro le truppe di Pietro Ruffo e dell’arcivescovo di Cosenza partire alla volta di Benevento contro Manfredi di Svevia – come Dante ci ricorda nel “Canto III” del Purgatorio – e l’opera di un altro Pietro Ruffo, giovane artista autore di Youth of Hills riproduzione di un carro armato della Seconda Guerra Mondiale realizzato in legno in scala 1:1 e ricoperto dalle citazioni di un libro di preghiere ebraiche intagliate in modo da formare tanti scarabei. Un incrociarsi di suggestioni che di recente ha conosciuto un improvviso incremento grazie all’arrivo di una nuova donazione: si tratta di sessanta opere appartenute all’avvocato Nicola Maria de Angelis che offrono uno spaccato dell’arte del XX e del XXI secolo. Fra gli autori troviamo i nomi di Dorazio, Guttuso, Accardi, Turcato, Schifano, Festa, Angeli, Mafai, Rosai, Ceroli, Franchina, Mattiacci, Tacchi, Lombardo, De Pisis, Cassinari, Maccari, Cagli, Viani, Fazzini, Guttuso, Mazzacurati, Capogrossi, Annigoni, Avenali, Mazzullo, Montanarini, Ciarrocchi, Savelli, Tamburi, Omiccioli, Pirandello. Una sfilza di nomi eccellenti che hanno conquistato la ribalta della scena artistica internazionale con la loro presenza in esposizioni permanenti o temporanee dei principali musei.

Francesca Romana De Angelis, a cui si deve la donazione grazie alla intermediazione di Roberto Bilotti, si è detta emozionata e contenta per questa importante iniziativa culturale: “mio padre – ha dichiarato – era di origini calabresi e non potevo non donare queste opere alla città di Rende che in Calabria ormai è una realtà eccellente in campo culturale”. Infatti con questa donazione la città di Rende conquista il primato nella regione nel campo dell’Arte moderna e contemporanea. Soddisfazione è stata espressa anche dall’Assessora alla Cultura Marta Petrusewicz che si è detta “felice per questa importante donazione che ha permesso al Museo d’arte contemporanea di acquisire ancora maggiore peso”.

Il Museo d’Arte Contemporanea di Rende è solo uno degli spazi culturali che fanno di questa cittadina un polo museale per antonomasia: completano infatti il quadro il Museo Civico di Palazzo Zagarese, con la presenza di maestri del Sei-Settecento come Mattia Preti e Cristoforo Santanna, il Maon-Museo d’Arte dell’Otto e Novecento, presso Palazzo Vitari, con una ricca collezione dedicata agli artisti del territorio e, infine, il Museo della Ceramica di Calabria, in corso di allestimento presso il Palazzo Miceli Magdalone, e che a lavori ultimati ospiterà una preziosa raccolta di ceramica calcidese reggina del VI a.C., oltre a diversi esemplari della produzione regionale relativa alle culture sveva, angioina, aragonese, borbonica, fino ad arrivare ai manufatti dei numerosi centri di produzione ceramica popolare presenti sul territorio calabrese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Museo di Rende

Bulzatti

Museo di Rende

De Pisis, Ritratto di santo, 1945

Museo di Rende

Accardi, Rosso Blu

Museo di Rende

Fazzini, Figure

Museo di Rende

Ceroli, Segno, 1962

 

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su