Caserta: dai depositi della Reggia riemerge un sublime bambino del Sanmartino, autore del Cristo Velato

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone (part.), 1775 – Ph. Anna Manzone

Il piccolo prodigio di bellezza è rimerso dai depositi della Reggia di Caserta dove giaceva dimenticato da oltre un secolo. Un’indagine diagnostica e il restauro forniranno altri elementi di conoscenza su questo capolavoro

di Redazione FdS

Nella beatitudine del sonno sorride e respira come un pargolo a riposo nella sua culla. Ma è di pietra, eppure un afflato di vita reale sembra attraversarne il corpicino disteso restituendo all’osservatore un’immagine di sublime innocenza e bellezza. Un miracolo d’arte e di mimesi dovuto all’impareggiabile scalpello di Giuseppe Sanmartino, autore settecentesco noto al grande pubblico soprattutto per il prodigioso Cristo Velato della Cappella Sansevero di Napoli, ma artefice anche di capolavori meno noti e di una statuaria minuta di popolani, contadini e animali protagonisti di grandi allestimenti presepiali del suo secolo, nei quali dette libero sfogo alla sua immaginazione. Stiamo parlando di un ritratto da neonato del Real Infante Carlo Tito, figlio di re Ferdinando IV, erede al trono morto a soli quattro anni. L’opera, di straordinaria fattura, è stata ritrovata nei depositi della Reggia di Caserta e il 3 ottobre sarà esposta nella Cappella Palatina in occasione della XVIII Giornata nazionale degli Amici dei Musei. La scoperta è stata presentata nei giorni scorsi nel corso di una conferenza stampa negli Appartamenti Reali della Reggia alla quale sono intervenuti, tra gli altri, Tiziana Maffei, Direttrice della Reggia di Caserta; Massimo Osanna, Direttore Generale Musei del MiC; Giuseppe Oreste Graziano, Coordinatore area cura e gestione delle collezioni, educazione e ricerche della Reggia di Caserta, e Anna Manzone, Funzionaria Restauratrice Conservatrice della Reggia di Caserta.
 

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone (part.), 1775

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone (part.), 1775 – Ph. Anna Manzone

L’opera è stata ritrovata nel corso della recente attività di riordino dei depositi disposta in vista anche dei riallestimenti degli Appartamenti Reali. Si tratta di una piccola scultura raffigurante un bambino dormiente, eseguita in una pietra tenera dalle venature rosate. Il virtuosismo esecutivo e la bellezza struggente del soggetto rappresentato – indizi lampanti dell’alto pregio artistico della scultura – hanno indotto la direttrice Tiziana Maffei a chiedere a un team interno di esperti di approfondirne la conoscenza e di individuare il possibile autore. Fin dall’inizio è parso non esserci alcun dubbio che questo fosse da collocarsi tra i grandi maestri della scultura napoletana del Settecento. E infatti, ripercorrendo le cronache settecentesche legate alla famiglia reale è stato possibile accertare che nel 1775, alla nascita del primogenito maschio di Ferdinando IV di Borbone e di Maria Carolina d’Austria, la regina, per la grazia ricevuta, volle far realizzare un ritratto a grandezza naturale del neonato Principe ereditario – il Real Infante Carlo Tito – che avrebbe dovuto assicurare la continuità dinastica dei Borbone sul trono di Napoli ma che invece, a causa del vaiolo, morì prematuramente, prima di aver compiuto quattro anni. Era inoltre previsto che il ritratto dovesse essere poi riprodotto in argento per essere donato, quale ex voto, al convento napoletano di San Francesco di Paola, santo molto venerato dalla regina. Data la rilevanza della commissione, Maria Carolina volle che a eseguire il ritratto fosse il primo scultore del Regno, Giuseppe Sanmartino, divenuto artista di grande fama dopo la realizzazione del Cristo Velato per la Cappella napoletana di Raimondo de Sangro, Principe di Sansevero.
 

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775 – Ph. Anna Manzone

Gli studi pregressi sul Sanmartino, pur registrando l’esistenza della scultura, la consideravano ormai perduta. È probabile che, insieme al modello lapideo, ne esistesse anche un altro in terracotta per la fusione in argento. La conferma dell’attribuzione della piccola scultura a Sanmartino, oltre che dal confronto stilistico con alcune statue realizzate per diverse chiese napoletane, proviene anche dalla lettura degli antichi inventari postunitari della Reggia di Caserta, che riportano, accanto alla descrizione della statua come Bambino dormiente, proprio il nome di Sanmartino. La scultura, che pertanto è da identificarsi con il ritratto del Real Infante Carlo Tito di Borbone, risulta, infatti, presente nelle collezioni della Reggia di Caserta almeno dal 1879. Gli esiti delle prime ricerche sulla scultura, condotte da Valeria Di Fratta, sono in corso di pubblicazione.
 

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone (part.), 1775 – Ph. Anna Manzone

L’approfondimento sulla scultura proseguirà in concomitanza delle operazioni di restauro che – ha spiegato Anna Manzone –, “sarà preceduto da indagini diagnostiche, imprescindibili per un restauro conoscitivo, per le quali ci aiuterà l’Università Federico II di Napoli. Dalle analisi avremo una chiara visione della consistenza dell’opera: vediamo questa pietra chiara con venature rosate che potrebbe un alabastro di natura calcarea come anche di natura gessosa, che determinerà anche il modo in cui verrà condotta la pulitura, fase molto delicata, in cui non dovremo sbagliare. Le indagini chiariranno la natura della pietra, la natura del degrado presente (sia fisica che biologica): sono presenti macchie in corrispondenza delle cere applicate in passato, c’è un deposito di sporco (polvere mista a cere), e ci sono piccole microfratture che verranno analizzate nello specifico, in corrispondenza della manina sinistra c’è un vecchio incollaggio di cui non abbiamo trovato l’origine, applicato con vecchie colle poi ingiallite e diventate dannose per l’opera. Il restauro non sarà invasivo: sarà svolto il minimo intervento che serve all’opera per mantenersi nel tempo e per non degradarsi, ma anche come momento di conoscenza. L’intervento di restauro, come diceva Cesare Brandi, è proprio il primo momento di conoscenza collettiva di un’opera”. 
 

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone (part.), 1775 – Ph. Anna Manzone

Le indagini diagnostiche si svolgeranno con la collaborazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, e nello specifico del Dipartimento di Scienze Chimiche e di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, mentre il restauro – che sarà effettuato nell’Area Cura e gestione delle collezioni, educazione e ricerca della Reggia di Caserta coordinata da Giuseppe Graziano -, sarà curato da Anna Manzone con l’ulteriore consulenza di un restauratore con esperienza trentennale nel settore, resa possibile grazie al contributo dell’associazione Amici della Reggia di Caserta. È previsto che tutte le operazioni abbiano termine entro la fine del 2021.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775

Giuseppe Sanmartino, Il Real Infante Carlo Tito di Borbone, 1775 – Ph. Anna Manzone

 

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su