#Buonepraticheday: nel Salento le buone pratiche agricole per contrastare il parassita degli ulivi. Legambiente fra i promotori

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BuonepraticheDay 2015

di Redazione FdS

“Prevenire è meglio che eradicare! In questo momento serve un’azione tempestiva e sincronizzata finalizzata a ridurre al massimo la presenza delle larve dell’insetto vettore, cosiddetta sputacchina. Ecco perché, insieme ad altre associazioni, abbiamo promosso il #buonepraticheday, un’iniziativa finalizzata a rilanciare e ad anticipare le buone pratiche agricole, a partire dalla sarchiatura del terreno e dalle potature, per ottenere l’abbattimento della popolazione dell’insetto vettore giovane che in questo periodo si trova sulle erbe spontanee” osservano Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente nazionale e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, nel lanciare l’iniziativa #buonepraticheday organizzata in collaborazione con il Comitato Spontaneo La voce dell’ulivo, il Consorzio DOP Terra d’Otranto e Aprol Lecce ed in programma nel Salento a partire da giorno 16 aprile 2015. La manifestazione, che ha carattere itinerante e sta coinvolgendo, in quasi tutti i comuni del Salento, aziende e cittadini privati, consiste in una giornata di lavoro gratuita su tutte le aree private di quegli agricoltori che non hanno i mezzi tecnici ed economici per ottemperare agli obblighi previsti dal piano per il contenimento del batterio.

L’agricoltura ha già iniziato a subire l’influenza dei cambiamenti climatici e gli agricoltori si ritroveranno a ridefinire le proprie strategie di produzione e gli investimenti in un contesto di crescente incertezza. Tra gli effetti dei cambiamenti climatici ci sono già: minore disponibilità idrica e maggior rischio di siccità e di ondate di calore; maggiori rischi di precipitazioni improvvise e concentrate; riduzione del periodo vegetativo delle colture e rese inferiori alle attuali; erosione dei suoli e perdita di biodiversità, nonché minor disponibilità di aree ottimali per la coltivazione. Eventi climatici estremi – come alluvioni e siccità – e la modifica degli habitat rendono le colture più vulnerabili a parassiti e funghi.

“Condividiamo il messaggio contenuto nella lettera inviataci nei giorni scorsi dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina sull’emergenza Xylella e lo invitiamo ad inserire le fitopatie fra le cause per le quali poter dichiarare lo stato di calamità, considerata l’influenza già in corso dei cambiamenti climatici sull’agricoltura” concludono Cogliati Dezza e Tarantini.
aliamedia

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