Asinus Aureus. A Bari la fiaba immortale di Apuleio messa in musica da Nicola Scardicchio

Asinus-Lucius

Lucius-Asinus, da Asinus Aureus di Apuleio

di Redazione FdS

Venerdì 25 ottobre, alle ore 20.00, presso l’Auditorium ‘Nino Rota’ di Bari, il CUTAMC (Centro Interuniversitario di Ricerca per il Teatro, le Arti Visive, la Musica e il Cinema) e il Conservatorio ‘Niccolò Piccinni’ di Bari, presentano in coproduzione Asinus Aureus – Frammenti da Apuleioazione coreografica musicale per Soprano, Baritono, Basso, Coro, Voce recitante e due pianoforti, del compositore Nicola Scardicchio. L’opera, composta ed eseguita per la prima volta nel 1987 al Teatro Petruzzelli di Bari con straordinario successo, viene presentata in prima assoluta nella nuova versione con coro.

Interpreti:

Pianoforti: Corrado Fondacone, Monica Rochira

Coro: Harmonia (dir. Sergio Lella)

Voci soliste: Donatella De Luca, Giuseppe Naviglio, Carmine Giordano

Voci recitanti: Noemi Ricco, Francesco Tria

Danzatori: Mimmo Linsalata, Serena Pantaleo, Lucrezia Pastore, Sara Buccarella

Direzione: Irene Corciulo

Coreografia: Domenico Iannone

La cantata Asinus Aureus. Frammenti da Apuleio di Nicola Scardicchio, di cui esiste anche una versione per orchestra, è tratta dall’antico testo letterario Le Metamorfosi (Metamorfoseon, Libri XI), noto anche col titolo de L’Asino d’Oro (Asinus Aureus), unico romanzo della letteratura latina pervenuto interamente fino ad oggi e, insieme al frammentario Satyricon di Petronio, unica testimonianza del romanzo antico in lingua latina.

Protagonista principale del racconto è Lucio, vittima di una metamorfosi in asino a seguito di una pratica magica non andata a buon fine. La sua disavventura è l’episodio-chiave del romanzo che muove il resto dell’intreccio riguardante le peripezie dell’animale. Nell’attesa di riassumere sembianze umane, l’asino passa infatti di mano in mano, mantenendo però sempre un pieno raziocinio che lo rende conscio di ciò che via via gli accade. La narrazione è intervallata dal racconto di altre vicende degne di nota relative alla storia del protagonista o raccontate da altri personaggi. Tra queste, ha un carattere di centralità la celebre favola di Amore e Psiche, nella quale una fanciulla mortale di nome Psiche, simile a Venere per bellezza, diventa sposa del dio Amore senza tuttavia sapere chi egli sia nella realtà, visto che compare al suo fianco solo nell’oscurità della notte; ma alla fine – istigata dalle invidiose sorelle – scoprirà la sua identità e sarà costretta, prima di potersi ricongiungere al divino consorte, ad attraversare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l’immortalità. La fiaba – come del resto lo stesso racconto delle avventure di Lucio, con cui presenta evidenti parallelismi – assume un significato allegorico-iniziatico: il dio greco Eros, signore dell’amore e del desiderio -, unendosi a Psiche, ossia l’anima umana – le dona l’immortalità, ma per giungervi essa dovrà affrontare alcune durissime prove, tra cui quella di scendere agli Inferi per purificarsi. Allo stesso modo Lucio potrà riacquistare sembianze umane solo dopo varie traversie e dopo essersi cibato di rose, destino che si compirà durante una solenne festa in onore di Iside, quando l’asino riprenderà forma umana dopo aver mangiato le rose che adornavano il sistro di un sacerdote della dea, alla quale l’uomo si consacrerà a sua volta in segno di riconoscenza, entrando così nella ristretta cerchia degli adepti al suo culto misterico.

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Auditorium ‘Nino Rota’, Bari
Via Cifarelli 27
ore 20.00
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
IL LUOGO

 

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