Zio Paperone e il tesoro di Paperonius. Disney rende omaggio a Napoli e al Vesuvio

Una delle vignette di “Zio Paperone e i tesori del grande blu – La mappa di Paperonius”

Una delle vignette di “Zio Paperone e i tesori del grande blu – La mappa di Paperonius”

di Redazione FdS

“Nascosta in una grotta sottomarina, una splendida villa romana si rivela agli occhi stupiti di Zio Paperone e Capitan Pato…ma cosa li ha portati laggiù”. Con quest’aura di mistero e di stupore il numero 3222 ancora in edicola di Topolino Magazine introduce l’episodio “Zio Paperone e i Tesori del Grande Blu – La Mappa di Paperonius”. Col soggetto e la sceneggiatura di Sisto Nigro e i disegni di Alessia Martusciello, è un vero e proprio omaggio a Napoli e alla Campania, splendida terra degli antichi ozi aristocratici romani di cui, fra terra e mare, sopravvivono ancor oggi monumentali e suggestive testimonianze. E a quel tempo ci riporta il personaggio di Paperonius ricchissimo mercante che, come recita il fumetto, “e tornato a Napoli per consolarsi” e dedicarsi “alla costruzione della sua villa: una dimora stupenda e decorata sfarzosamente…forse troppo!”, dimora per la quale intima ai suoi capomastri di “non lesinare con i marmi pregiati e gli ori!”. A lui si riferisce la “mappa” del titolo di questa ottava storia della saga “Zio Paperone e i tesori del grande blu” scritta da Sisto Nigro.
 

Zio Paperone a Napoli

Una delle vignette di “Zio Paperone e i tesori del grande blu – La mappa di Paperonius”

Zio Paperone a Napoli

Una delle vignette di “Zio Paperone e i tesori del grande blu – La mappa di Paperonius”

Zio Paperone a Napoli

Una delle vignette di “Zio Paperone e i tesori del grande blu – La mappa di Paperonius”

Zio Paperone a Napoli

Una delle vignette di “Zio Paperone e i tesori del grande blu – La mappa di Paperonius”

 
E sulle tracce dell’antica nave perduta di Crassus Paperonius, ecco che Zio Paperone, Battista e Capitan Pato si ritrovano a Napoli e qui si rivolgono a un esperto del posto affinché li aiuti nella ricerca. La leggenda che li guida vuole che oltre venti secoli fa il ricco Paperonius, di ritorno dall’Egitto, abbia incrociato una una forte tempesta che ne fece naufragare la nave portatrice di un carico prezioso. Da qui la scelta di tornare a Napoli e di consolarsi con la costruzione di una sontuosa villa che però suscita le invidie del Vice Pro Console, l’ambizioso funzionario imperiale Troppus Avidus. Ma Paperonius non fa che pensare alla nave perduta e al modo di recuperarla; del resto è l’unico a conoscere il punto esatto del naufragio, ma le perfide trame di Troppus Avidus impediscono l’impresa e il ricco mercante, ingiustamente calunniato, perde i suoi beni e viene scacciato da Napoli. Ritrovare la nave col suo tesoro diventa quindi la missione di Zio Paperone e dei suoi compagni d’avventura, che vediamo muoversi fra ville, statue e mosaici sommersi nel mare del Golfo, proprio come quelli che ancor oggi rapiscono il visitatore dei fondali di Baia o della Gajola“Nel Golfo di Napoli e nel vicino golfo di Pozzuoli esistono vere e proprie antiche città sommerse” – spiega loro l’esperto che li guida. “Oggi quei luoghi sono parchi archeologici sottomarini che attirano gli studiosi e i turisti Ma …dovrebbero interessare anche voi, caro Paperone!”

Amelia, la strega del Vesuvio, disegnata da

Amelia, la strega che vive sul Vesuvio, ideata nel 1961 da Carl Barks – Image by Disney

Inutile dire che gli sviluppi della trama sono ricchi di colpi di scena, mentre il tutto si svolge sullo sfondo dei paesaggi mozzafiato della “bella Partenope” con l’immancabile Vesuvio che già dal 1961 è entrato a far parte dell’immaginario disneyano grazie a Carl Barks che inventò il personaggio di Amelia (Magica De Spell, il nome originale), soprannominata “la strega che ammalia”,  una papera maliarda dai folti e lunghi capelli neri, le ciglia lunghe ed il vestito nero, che vive in una casetta alle pendici del Vesuvio insieme al corvo Gennarino, e che l’autore – ispirandosi alle fattezze di Sophia Loren e Morticia Addams – volle attraente, in contrasto con lo stereotipo della vecchia megera.“Adoro l’Italia e la pizza!”, dichiarò Barks in una vecchia intervista. “Quando ho creato Amelia, mi è sembrata una cosa carina presentarla come una ragazza italiana che vivesse alle pendici del Vesuvio”. Un omaggio originalissimo a una terra che, a quanto pare, continua a sedurre ancora gli eredi del grande Walt.

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