Torna l’incubo trivellazioni nel Mar Jonio calabrese. Gigliotti (Italia Nostra): «Il ministro Guidi autorizza nuove trivellazioni nello Jonio. Trattata come carta straccia la volontà delle comunità locali»

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Piattaforma petrolifera – Photo by Mikebaird | CC BY 2.0

di Redazione FdS

Lo scorso marzo Antonello Ciminelli, sindaco della cittadina jonica di Amendolara (Cosenza), aveva esultato alla notizia dell’approvazione, a maggioranza assembleare, da parte della commissione ambiente del Senato, della risoluzione sulla moratoria delle nuove trivellazioni in mare nell’alto Jonio calabrese alle quali si oppongono da tempo organizzazioni ambientaliste (v. Legambiente) e amministrazioni locali; un provvedimento, si disse, che avrebbe impegnato il Governo a vietare tutte le trivellazioni in mare, a introdurre una royalty per lo smantellamento futuro delle istallazioni petrolifere e ad aumentare del 50% le royalty ordinarie. Al tempo stesso, con sospetto ben riposto, aveva concluso le sue dichiarazioni dicendo: “Abbiamo assunto tutte le iniziative giuste per arrivare al risultato odierno sul quale dovremo continuare però a stare vigili.” Ed in effetti c’è da stare più che vigili se è vero quanto riporta un recente comunicato diffuso da Giuseppe Gigliotti, responsabile regionale di Italia Nostra per l’ambiente in Calabria. Gigliotti riporta notizia dell’iniziativa del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi volta a concedere ad alcune aziende petrolifere l’autorizzazione a nuove trivellazioni nel Mar Jonio nonostante il parevole contrario più volte espresso dalle comunità locali. Riportiamo di seguito il testo integrale della nota stampa:

 

“Sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse (Buig) di giugno 2014 sono stati pubblicati il Decreto ministeriale 9 giugno 2014 relativo al permesso di ricerca “D.R. 74.-AP” della società Apennine Energy spa ed una nuova istanza di permesso di prospezione – la “d 3 F.P.-SC” – presentata dalla Società Schlumberger Italiana spa. Il decreto del ministro Guidi autorizza nuovamente l’Apennine Energy, già titolare dell’ istanza “d.150 D.R-.CS”, nonostante i pareri contrari e le opposizioni dei Comuni calabresi sui quali insiste l’area costiera a vocazione turistica, agricola ed ambientale con ecosistemi marini unici e di grande rilievo. L’area del permesso, estesa in un raggio di 63,13 Kmq, è immediatamente a ridosso della costa dei comuni di Trebisacce, Cassano allo Ionio, Rossano, Amendolara, Corigliano Calabro, Calopezzati, Villapiana, Albidona e Brosia.

Le opposizione dei comuni dello Jonio sono considerate pari a zero così come le vocazioni dei territori e del mare Jonio, allorquando nel decreto del ministro Guidi si afferma come preminente “la valorizzazione delle risorse nazionali di idrocarburi, in attuazione degli obiettivi programmatici individuati nel documento di Strategia Energetica Nazionale (SEN), approvato con Decreto Interministeriale dell’8 marzo 2013, che prevede, tra l’altro, lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale”. La volontà democratica, la questione ambientale cancellate in favore di interessi distanti da quelli sostenuti dalle popolazioni interessate.

Il decreto Ministeriale autorizza ad eseguire un programma lavori che nella prima fase prevede l’acquisizione di linee sismiche (entro 12 mesi dal conferimento del permesso) con rielaborazione dei dati sismici (circa 400 Km di linee). Nella seconda fase è prevista la perforazione di “un primo pozzo esplorativo entro 3 anni dal conferimento del permesso, previa procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), con la perforazione di un pozzo esplorativo, con postazione a partire dalla terraferma, della profondità massima prevista di 1.500 m fino ai livelli sabbiosi del Pleistocene e Miocene”.

In qualità di referente regionale dell’ambiente per la Calabria manifesto tutta la contrarietà: si tratta in sostanza di una superficie marina situata al centro del Mar Jonio estesa su 4,059 Kmq. Per quest’area è prevista la consultazione pubblica con procedure VIA. Il Mar Jonio e le coste lucane, calabresi e pugliesi del Golfo di Taranto devono per il governo diventare un grande business a spese del rispetto ambientale mentre l’entroterra un “hub energetico” con trivellazioni ovunque, persino nelle aree protette, considerate le istanze già presentatate da numerose compagnie petrolifere alle quali il Ministero dello Sviluppo Economico attribuisce ruolo centralità strategica per lo sviluppo mentre per le comunità del sud sono il colpo mortale al proprio futuro.

Invitamo pertanto il governo a rrivedere questo sciagurato disegno e fare così un passo indietro.”

(Giuseppe Gigliotti – Responsabile regionale dell’ambiente per la Calabria – Italia Nostra)

 

 

 

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