Salapia: riprende la campagna internazionale di scavi nell’antica città romana

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Puglia – Spettacolare tramonto sui resti della città romana di Salapia, I° sec. a.C., Trinitapoli (BAT) – Ph. © Ferruccio Cornicello

di Alessandro Novoli

Una città che visse tre volte, due nella più remota antichità e una nel Medioevo; una storia travagliata fatta di floridezza ma anche di calamità naturali e di crisi economiche e militari. E’ Salapia – nota anche come Salapia Vetus e successivamente Salpi –   città di fondazione daunia, poi romana, normanna e longobarda, che ha lasciato di sè varie tracce nel nord della Puglia. Il sito è a poca distanza dale odierne Trinitapoli e Margherita di Savoia, località note per la presenza delle saline più grandi d’Europa, una risorsa che non fu estranea alla storia più antica della città ritrovata. Della Salapia romana erano note tracce da almeno 50 anni ma solo nell’estate del 2014 ha avuto luogo il primo scavo ufficiale che ha portato al ritrovamento di un quartiere della città oltre che alla perimetrazione della sua intera area la cui superficie è stata calcolata in circa 18 ettari.

Lo scavo è stato il risultato di una virtuosa sinergia fra l’Università di Foggia, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e il Davidson College della North Carolina (USA) con l’entusiastico supporto dell’amministrazione comunale di Trinitapoli che, su iniziativa del sindaco Francesco De Feo e di Giustino Tedesco, assessore ai Lavori Pubblici, all’Urbanistica e all’Ambiente, si è fatta carico dell’ospitalità per l’intero team di ricerca. Questa multiforme collaborazione ha preso forma nel Life on the lagoon Salapia Exploration Project coordinato dal prof. Giuliano Volpe, docente di archeologia cristiana e medievale presso l’Università di Foggia e Presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici del MiBACT. Il progetto, che ha coinvolto docenti e studenti statunitensi e italiani, ha goduto del supporto finanziario di istituzioni americane come l’Archaeological Institute of America e la fondazione Loeb Classical Library Grant associata al Department of Classics dell’Università di Harvard.

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Il team di ricerca italiano-americano che ha condotto la prima campagna di scavi a Salapia romana nell’ambito del Life on the lagoon Salapia Exploration Project

Dal 2014 si sono susseguite tre campagne di scavi che hanno consentito di approfondire la conoscenza della città romana, custode – fra i reperti più interessanti e rari – delle tracce di un’area adibita a conceria e tintoria per le pelli. I risultati di straordinario valore scientifico e culturale acquisiti hanno favorito il varo di una quarta campagna di scavi che si prevede proseguiranno fino al 2019. Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, il Department of Classics della canadese McGill University e il Davidson College della North Carolina (USA), preseguiranno dunque le loro indagini archeologiche a Salapia e nel territorio circostante secondo le modalità illustrate nel corso di un convegno tenutosi a Trinitapoli lo scorso 18 maggio. “Fin dalla prima campagna i risultati hanno superato ogni più rosea aspettativa – ha detto Giuliano Volpe. Pensavamo di trovare una situazione più evanescente di quella che poi si è rivelata nei fatti; immaginavamo cioè che fosse quasi impossibile ritrovare l’assetto urbano della città e invece le prospezioni e gli scavi che stiamo conducendo ormai da alcuni anni ci hanno consentito la scoperta della pianta completa dell’abitato romano e, in particolare, i resti di una domus con annesso impianto artigianale, consentendoci di conoscere le forme della vita e della produzione a Salapia e di ripercorrerne le tracce dalla fondazione, nel I° sec. a.C., fino alle trasformazioni della tarda antichità, all’abbandono e al suo trasferimento nell’abitato medievale.

Ancora una volta la città di Trinitapoli ospiterà gli archeologi e i ricercatori universitari che a partire dal prossimo luglio avvieranno la nuova campagna di scavi. Le nuove attività fanno parte del progetto di ricerca triennale che il National Endowment for the Humanities, istituzione federale statunitense che promuove e sostiene iniziative di ricerca in ambito umanistico, ha incluso fra i 13 progetti di collaborazione internazionale e di interesse strategico.

Grande la soddisfazione espressa dal sindaco di Trinitapoli Francesco Di Feo: “Il progetto partito come qualcosa di sperimentale,  è ormai diventato un elemento essenziale della nostra ricerca e del nostro volere a tutti i costi inseguire un sogno: esplorare il passato per consegnare al futuro una città che può diventare davvero un elemento di coesione culturale e anche un volano per la nostra economia. La collaborazione con tutti gli enti accademici coinvolti ha infatti reso la nostra cittadina un luogo intorno al quale creare qualcosa di importante per la cultura e per la ricerca”.

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