Jurassic Apulia. Scoperte diecimila orme di dinosauri in una cava della barese Lama Balice

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di Redazione FdS

Ci troviamo nel Parco naturale regionale di Lama Balice, un’area protetta di 504 ettari in provincia di Bari estesa fra i comuni di Bari e Bitonto; qui, in una cava dismessa, il paleontologo Marco Petruzzelli ha scoperto 10 mila tracce di dinosauri risalenti a cento milioni di anni fa. Un ritrovamento straordinario che rafforza la posizione della Puglia quale una delle aree della Terra più ricche di testimonianze relative al mondo perduto di questi mitici animali scomparsi 65 milioni di anni fa. Il nuovo ritrovamento infatti fa il paio con quello avvenuto ormai anni or sono ad Altamura (Bari) dove, sempre in una cava, furono ritrovate più di 30 mila orme. Memori delle polemiche che accompagnano da tempo il vergognoso abbandono del sito altamurano a causa del mancato esproprio dei terreni, con le orme sempre più esposte all’azione rovinosa delle intemperie e dei vandali,  ed a fronte di un interesse scientifico internazionale rimasto finora frustrato, ci si augura che la nuova scoperta segua un iter più virtuoso.“Con l’Università abbiamo denunciato il sito perché sia salvaguardato”, ha dichiarato non a caso Petruzzelli, subito sentito sul punto dai giornalisti.

La scoperta di cui è stata data notizia oggi tramite le pagine locali del quotidiano La Repubblica, è avvenuta lo scorso agosto a Bari in una zona poco distante dall’Aeroporto e quasi adiacente al periferico quartiere San Paolo. Il paleontologo Marco Petruzzelli, autore della scoperta, è uno studioso specializzato dal 2005 in icnologia, la branca della paleontologia che studia appunto le impronte fossili degli animali. Nella cava Selp, in disarmo da circa un decennio e di proprietà dell’imprenditore Dante Mazzitelli, il ritrovamento è stato effettuato durante un sopralluogo finalizzato alla ricerca di ipogei e grotte naturali. La concentrazione di orme ritrovate è di 3-4 per metro quadrato, per un totale stimato di circa 10 mila. Si stagliano lungo una spianata di marea fossilizzata nel periodo Cretaceo di circa 3500 metri quadri e diverse di esse sono dislocate in piste che rimandano a tragitti di dinosauri sia di specie erbivora sia carnivora. Il ritrovamento è ora stato denunciato alla Soprintendenza ai beni archeologici,  alla presidenza del Parco e alla Regione, affinchè l’area – a quanto pare destinata a diventare un anfiteatro nei progetti originari del suo proprietario – venga ora posta sotto tutela garantendo il suo ingresso nel patrimonio culturale del territorio. Dai primi rilievi su un terreno che offre ancora molteplici spunti di ricerca e di approfondimento è già stato possibile ricavare l’ipotesi che l’area fosse frequentata da grandi dinosauri dal collo allungato (Sauropodi), da quadrupedi corazzati (Anchilosauri) e da carnivori di medie dimensioni (Teropodi).

Quelli di Bari e Altamura non sono gli unici siti pugliesi ad ospitare orme fossili di dinosauri. Infatti sono ben 28 ad oggi i ritrovamenti riferibili a 14 città della regione. Per Bari è un debutto in grande stile, se si escludono alcune impronte ritrovate in una serie di blocchi di calcare impiegati come frangiflutti a Marisabella e nei porti di Torre a Mare e Santo Spirito. Questa costellazione di tracce, peraltro non ancora musealizzate in nessuno dei luoghi citati, ha intanto consentito di dare una configurazione geologia alla Puglia di un’epoca immemorabile che la vedeva ancora unita all’Africa, secondo quanto suggerito dalle stesse impronte ritrovate.

Gli ambientalisti che da tempo si battono per una valorizzazione del Parco Regionale di Lama Balice ad oggi esistente solo sulla carta (non ha un organo di gestione né un regolamento né un piano territoriale), intravedono finalmente in questo ritrovamento il ‘motore’ a cui affidare il definitivo decollo della riserva naturalistica.

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