Ideata in Calabria la tecnologia Color Surround: la visione diventa esperienza immersiva nel colore

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Un'immagine del prototipo del Color Surround, ideato da Salvatore Lamanna

Un’immagine del prototipo del Color Surround, ideato da Salvatore Lamanna

di Rocco Mazzolari

Dopo la recente creazione del Color Expansion System, un innovativo device tecnologico applicato all’arte – un sistema che circonda l’opera di un’aura cromatica diffusa oltre il campo dell’immagine e coinvolge l’osservatore modificando la sua percezione visiva dello spazio circostante – il calabrese Salvatore Lamanna, poliedrico artista con la passione per la tecnologia,  torna a far parlare di sè grazie al Color Surround, un nuovo dispositivo che punta stavolta a rivoluzionare la visione delle immagini in movimento. In realtà, entrambi i progetti nascono dagli sviluppi di Living Color 1994, fucina di idee nell’ambito della quale Lamanna, con il supporto tecnico dell’ingegnere Josè German Trabucco, va da anni sperimentando prototipi, alcuni dei quali finiti al centro di una nota vicenda giudiziaria che ha visto il creativo dare battaglia ad una celebre azienda europea accusata di plagio.

Ispirato allo stesso principio del Color Expansion System – ossia far interagire i colori delle immagini con lo spazio dell’osservatore, amplificando la sua esperienza percettiva – il sistema brevettato Color Surround punta a rendere altamente coinvolgente la visione di un film, di un concerto, di un evento sportivo, di un videogioco, avvolgendo lo spettatore nel colore e rendendolo protagonista di un’esperienza sensoriale immersiva. Un uso sapiente del colore che, affermano gli ideatori del sistema, nulla ha a che vedere con un mero potenziamento dell’immagine sul piano cromatico, bensì mira a suscitare nell’osservatore una interazione visiva ed emotiva sfruttando al massimo le potenzialità della visione periferica dell’occhio umano. Una tecnologia al servizio dell’uomo, il quale rimane al centro del suo mondo senza essere trascinato in artificiose “realtà” parallele. Gli ideatori amano definire il Color Surround “un sistema di diffusione prospettica del colore”, fra l’altro applicabile via cavo o Wi-Fi/Bluetooth a qualsiasi display e combinabile con l’Hi-Fi per l’effetto surround del suono.

Vediamo come funziona. Il sistema base si compone di un display e due periferiche. Queste ultime sono delle colonnine posizionate nell’ambiente in cui si trova l’osservatore e preposte a diffondere il colore attinto da una serie di macroaree e microaree della fonte audiovisiva riprodotta sul display, offrendo una sofisticata gamma di sfumature cromatiche che potenziano il grado di coinvolgimento dello spettatore. “E’ qualcosa  – spiega Lamanna – di nettamente diverso dai dispositivi, già presenti sul mercato, che diffondono una luce ambientale prodotta da un sistema di retroilluminazione annesso al display, tale da appiattire l’esperienza visiva. Nel Color Surround accade invece qualcosa di assimilabile al surround sonoro: così come quest’ultimo avvolge l’ascoltatore raggiungendolo da ogni direzione, analogamente il colore raggiunge lo spettatore da ogni lato sfruttando le potenzialità di visione periferica dell’occhio umano.” 

Il numero delle periferiche del sistema base non è vincolante, potendo essere incrementato a propria discrezione, con un risultato via via più ricco di effetti cromatici e quindi ancora più coinvolgente. Inoltre il sistema non è affatto rigido, dando la possibilità all’utente di intervenire su ciascun elemento, gestibile in modo autonomo attraverso un’apposita piastra creata in collaborazione con l’Electronics Devices Power, eccellenza calabrese del settore, e programmabile con una semplice App per regolare saturazione, intensità e altri parametri cromatici. Sorprendente, infine, la versatilità di ciascuna periferica che, a display spento, può trasformarsi in una lampada di nuova generazione, cioè un complemento d’arredo in grado di creare atmosfere personalizzate o di essere impiegato per applicazioni specifiche di cromoterapia.

Insomma un’invenzione che promette di rivoluzionare l’home entertainment e che, in un futuro non lontano, punta a fare breccia anche sulla scena cinematografica, con possibilità di sviluppi ancora più sofisticati che andrebbero a coinvolgere la stessa fase produttiva di un film con la creazione di una nuova figura professionale come quella del Direttore di Colonna Colore: una sorta di corrispettivo – sul piano della gestione cromatica dell’opera – dell’autore/curatore del soundtrack.

Il Color Surround, nato nel cuore del Sud Italia da un grande impulso visionario, il prossimo novembre a Milano mirerà, nel corso di una presentazione per addetti ai lavori, a sedurre il mondo dell’industria, dal suo canto sempre attento ai nuovi stimoli che arrivano dal fronte dell’innovazione. Le premesse per conquistarlo – cosa che garantirebbe il passaggio dal prototipo alla produzione su vasta scala – sembrano esserci tutte.

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