I-DEA. A Matera il progetto artistico che mette in mostra gli archivi lucani

di Redazione FdS

Il 22 marzo 2019 si inaugura alla Cava Paradiso di Matera (C.da La Palomba, SS7), ed andrà avanti nei prossimi mesi, il progetto artistico I-DEA, una mostra multipla ad allestimento in progress che costituisce uno dei pilastri di Matera 2019. Curato da Joseph Grima, I-DEA si occupa dell’analisi e della rappresentazione della ricca storia culturale, artistica e antropologica della regione Basilicata attraverso mostre, performance e laboratori ispirati alla realtà dell’archivio. È un esperimento che vede gli archivi e le collezioni come degli organismi viventi attraverso i quali interpretare le complessità stratificate della storia di una regione. Artisti e designer la cui pratica trova i fondamenti nella ricerca, sono stati invitati a curare una serie mostre consecutive utilizzando appunto gli archivi come punto di partenza. Lavorando con una serie di materiali e documenti apparentemente sconnessi tra loro, gli artisti sono invitati ad immergersi negli archivi lucani trasmettendo la loro interpretazione sotto forma di una mostra temporanea.

Il gruppo di ricerca del progetto ha costruito le fondamenta di I-DEA partendo da uno studio ed una mappatura degli archivi e collezioni presenti nella regione effettuato dall’Università della Basilicata. Nell’arco di diversi mesi, la squadra ha visitato decine di questi archivi e collezioni, da archivi pubblici a piccole collezioni private.

Nel corso del 2019 verranno allestite, nell’hangar della Cava Paradiso, una serie di mostre curate da artisti italiani e internazionali, il primo dei quali sarà il fotografo, Mario Cresci, seguito da Formafantasma, il duo di designer formato da Andrea Trimarchi e Simone Farresin, dalla coppia Navine Khan-Dossos e James Bridle, docenti al Dutch Art Institute, e da Liam Gillick, celebre artista concettuale britannico.

Il progetto adotta un approccio di accumulazione: ogni artista sarà invitato a stravolgere, rielaborare e modificare l’allestimento dello spazio prodotto dai curatori precedenti. In questo modo, I-DEA diventerà una performance collettiva in flusso continuo che si evolverà e cambierà durante il corso dell’anno. Nei periodi di transizione tra una mostra e l’altra, i visitatori potranno assistere dal vivo all’allestimento prodotto dall’artista. L’idea di accumulo di materiale si ispira all’immaginario dell’archivio come mutabile. Per questo, Open Design School ha disegnato un sistema di allestimenti aperto, modulare e movibile che possa portare umiltà, dubbio, curiosità e uno spirito anti-didattico nella curatela di collezioni e materiali d’archivio.

Di seguito una breve nota sulle prime due mostre del progetto I-DEA (in itinere seguiranno le informazioni sulle esposizioni successive):

LA MOSTRA DI MARIO CRESCI: Le due culture – Artefatti e archivi (dal 22 marzo al 7 giugno)

La mostra include materiale d’archivio proveniente dalla seconda metà del XX secolo e i primi decenni del XXI, in modo da esplorare l’intersezione di discipline (culture) in Basilicata, attraverso fotografia, artigianato, scienza e macchine.  I materiali esposti, sia presi singolarmente sia accostati tra loro, scuotono le narrazioni e gli stereotipi seconda metà del XX secolo e i primi decenni del XXI suggerendo che le cose non sono ciò che possono sembrare. Dalla rappresentazione del territorio di Leonardo Sinisgalli e Mimmo Castellano, alle sculture in legno di Di Trani e suo figlio, alla rivisitazione della preistoria di Gianfranco Lionetti, le opere in mostra a prima vista appaiono in linea con le rispettive tradizioni. Tuttavia, ogni opera a modo suo rappresenta una rottura.

Cresci è fra i curatori di I-DEA quello con il legame più profondo con questa regione e la sua cultura. Il percorso espositivo si conclude quindi con il suo archivio personale che racconta degli anni trascorsi in Basilicata, e attraverso il quale si è dimostrato un pioniere della ricerca fotografica sulla percezione visiva e sull’applicazione del pensiero artistico e fenomenologico sul campo urbano e antropologico nel Sud Italia. Cresci è stato direttore dell’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo ed il suo lavoro è stato presentato al MoMA di New York, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Polo Museale della Basilicata e Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

 LA MOSTRA DI FORMAFANTASMA: Visione Unica: Cultures of Environmental Manipulation (dall’8 giugno al 15 settembre)

 

 
La mostra di Mario Cresci lascia spazio a “Visione Unica: Cultures of Environmental Manipulation” a cura dello studio Formafantasma, che si inaugura l’8 giugno alle 18.00. I due designer di Studio Formafantasma sono tra i più interessanti nel panorama internazionale del design e hanno proposto per I-DEA una video-installazione formata da 5 proiezioni, 10 schermi digitali ed una ristretta selezione di oggetti vernacolari. Distribuiti nello spazio come a comporre un panorama percepibile nella sua totalità, e posti all’ingresso della mostra, gli schermi e i loro contenuti possono essere letti dal visitatore sia in maniera individuale sia come parte del tutto. Visione Unica pone l’accento sull’antropizzazione del territorio, ovvero sugli interventi che l’uomo fa per dare forma all’ambiente in cui vive. Una delle caratteristiche principali delle mostre di I-DEA è quella di mantenere alcuni elementi delle precedenti. Per Visione Unica dello Studio Formafantasma i curatori hanno deciso di lasciare in mostra gli “intagliati” a mano di Giovanni e Giuseppe Di Trani, guardiano del Museo Ridola a Matera durante gli anni 60 e 70, che rappresentano figure umane legate alla natura, al reale e alla vita contadina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cava Paradiso, Matera
Contrada La Palomba – SS 7
Inaugurazione 22 marzo ore 18.00
Info Ticket
Info: Tel. +39 0835256384
idea@matera-basilicata2019.it
IL LUOGO

 

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su